Disabilità sensoriali

Ludwig van Beethoven: 5 libri per conoscerlo meglio

La prima della Scala 2014 vedrà in scena, come è noto, il Fidelio di Ludwig van Beethoven. beethovenL’opera sarà diretta da Daniel Barenboim con la regia di Deborah Warner e si ispira a un fatto vero raccontato in Léonore ou l’amour conjugal da Jean-Nicolas Bouilly (1763-1842).

L’occasione della prima della Scala è propizia per conoscere meglio Ludwig van Beethoven e la sua musica. Ecco, pertanto, cinque segnalazioni di libri per approfondire sia la vita del musicista che le sue opere, con anche alcuni suggerimenti per “imparare” ad ascoltarlo.

  1. Charles Rosen, Lo stile classico. Haydn, Mozart, Beethoven (Adelphi 2013): Se c’è un’epoca nella storia della musica che nessuno ha mai esitato a definire aurea, certamente è quella del “grande triumvirato”: i sei-sette decenni – dai primi exploit compositivi del giovane Haydn (mentre Mozart già stupiva l’Europa) alla morte di Beethoven nel 1827 – che videro nascere “un’arte nuova”. Benché divisi da “caratteri diversissimi e concezioni espressive spesso diametralmente opposte”, Haydn, Mozart e Beethoven forgiarono uno stile unitario, duttile ma inconfondibile, in grado di sublimare le “possibilità artistiche dell’epoca”, ma anche di consumare come un fuoco “i residui ormai insignificanti delle tradizioni precedenti”. Uno stile la cui perfezione ha reclamato, appunto, la definizione di classico. Che cosa ha reso possibile questa prodigiosa sintesi, e che cosa si cela dietro l’incanto che secoli dopo ancora ci pervade all’ascolto?
  2. Giovanni Bietti, Ascoltare Beethoven (con cd audio; Laterza 2013): Il Tempo, lo Spazio, la Memoria, il Contrasto: quattro categorie fondamentali del pensiero musicale di Beethoven, essenziali per penetrare a fondo il senso della sua opera e della sua poetica, che Giovanni Bietti esplora per prime. Quindi, il complicato e sempre appassionante rapporto tra arte e vita, il contesto storico e sociale del tempo, l’esperienza della sordità, la malattia che segnò drammaticamente la sua esistenza. Poi la forma-sonata, i temi, le armonie, gli altri elementi del discorso compositivo, i suoi rapporti con la musica popolare, cui si dedicò per oltre quindici anni, realizzando centinaia di meravigliosi arrangiamenti di brani provenienti da ogni parte d’Europa. Infine, la musica: le opere pianistiche, l’orchestra e le nove sinfonie, i quartetti, le visionarie, straordinarie opere tarde. E un racconto che solo un musicista avrebbe potuto scrivere su Beethoven.
  3. András Schiff, Le sonate per pianoforte di Beethoven e il loro significato (Il Saggiatore, 2012): Dall’epoca dei grandi specialisti beethoveniani come Wilhelm Backhaus a quella più recente di musicisti poliedrici come Alfred Brendel e Maurizio Pollini, le 32 sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven rappresentano una sfida titanica e un’attrazione irresistibile per tutti i grandi pianisti: il “Nuovo Testamento” del pianoforte, come le definì Hans von Bulow. Se il confronto con i grandi del passato è inevitabile, una nuova interpretazione può fondarsi solo su un lavoro autonomo e certosino sui testi. Stimolato dalle domande di Martin Meyer, Andràs Schiff svela tutti i segreti del suo approccio alle sonate, guidando il lettore lungo l’evoluzione straordinaria del linguaggio musicale beethoveniano, dalle giovanili sonate op. 2, già svincolate dal modello di Haydn, alle ultime, visionarie realizzazioni della maturità.
  4. Eric-Emmanuel Schmitt, Quando penso che Beethoven è morto mentre tanti cretini ancora vivono (con cd audio; E/O 2011): Un giorno, durante una mostra di maschere, Beethoven rientra nella vita di Eric-Emmanuel Schmitt. Lo scrittore ricorda che un tempo, durante l’adolescenza, ne era appassionato. Perché Beethoven si è allontanato? Perché l’uomo di oggi non prova più quelle emozioni, quel romanticismo, quelle tempeste interiori, quella gioia? Chi è scomparso, Beethoven o noi? E chi è l’assassino? Al breve saggio fa seguito un racconto, “Kiki van Beethoven”, la storia di una radiosa sessantenne che, grazie alla musica, riuscirà a cambiare la propria vita e quella delle sue tre amiche. Una favola sulla giovinezza perduta e sui segreti sepolti.
  5. John Powell, Come funziona la musica. La scienza dei suoni bellissimi, da Beethoven ai Beatles e oltre (Salani 2011): Perché Beethoven e i Led Zeppelin sono musicalmente simili? Che cosa succede all’aria che va dallo strumento alle orecchie? E com’è possibile che ciò influenzi l’umore? Sono meglio i dischi in vinile o i CD? Un saggio a tratti divertente come un racconto umoristico, che alleggerisce la materia affrontata pur presupponendo un lettore disposto a un po’ di matematica quando è necessario; che insegna ad avvicinarsi alla musica con la giusta apertura mentale, sia che si parli di una canzone pop che di una sinfonia. Perché, questo è il messaggio di fondo, ogni tipo di musica è in primo luogo un piacere e un divertimento. E, tolto il timore reverenziale che può incutere la terminologia della musica classica, Beethoven diventa accessibile quanto il rock and roll.

Fonte: booksblog.it