Disabilità sensoriali

Amalia e basta

BOLOGNA – Qualche anno fa, precisamente nel 2011, fui chiamato da AVI (Agenzia per la Vita Indipendente) Onlus e ECAD (Ebraismo Cultura Arte e Drammaturgia) come giurato alla prima edizione del premio nazionale alla drammaturgia “Teatro e disabilità”.
amaliaebastaA colpirmi, tra i vari testi proposti, fu la storia di una ragazza come tante, Amalia, alla ricerca della propria identità. Amalia è una ragazza affetta dalla cosiddetta “ipoacusia”, che si ritrova a vivere le esperienze di vita e di crescita di tutti noi di pari passo con l’accettazione e la convivenza della propria sordità, un deficit e un handicap, inizialmente, che mano a mano scoprirà fare parte di sé e della propria personalità, una personalità non poi tanto diversa dalle altre, fatta di originalità oltre che di difetti…Perché Amalia è anche sorda ma è prima di tutto persona, personcina cocciuta potremmo aggiungere, che mai si ferma di fronte alle continue cadute.

Di contro a spiazzarla sono spesso proprio gli imprevisti più belli, come l’incontro con l’amico Luca, che si innamora di lei e che, accidenti, non era previsto. Amalia e basta è la sua storia che la ragazza ci racconta da adulta, hostess in un museo in nome della passione di sempre, la Storia dell’Arte. Una storia, quella di Amalia che ci parla di semplicità, scritta, diretta e interpretata in forma di monologo a più voci da Silvia Zoffoli in collaborazione con l’associazione romana Falesia Attiva.

Dopo la tournée a zonzo per l’Italia, lo spettacolo arriva finalmente questa settimana a Bologna, ospite domenica 12 ottobre alle ore 21 al Teatro Itc di San Lazzaro (BO) uno dei dieci vincitori del bando lanciato nell’ambito di “OFFerta Creativa-2014”, rassegna rivolta a giovani artisti emergenti, promossa da TeatrinRete (Teatro delle Temperie, Teatro dell’Argine e compagnia Gli Incauti).

Amalia – racconta Silvia Ziffoli – ci parla di una disabilità invisibile, ma non lo fa con ostentazione o arroganza, semplicemente lei è sorda. Fa i conti con la propria fragilità e in questo rappresenta l’archetipo di quel percorso di accettazione di sé con il quale tutti noi, prima o poi, ci confrontiamo: è forse anche questo a rendercela più vicina umanamente. Il pubblico si ritrova a scoprire quest’altro punto di vista sul mondo e sulla disabilità, pian piano pensando, vivendo, e sentendo come Amalia“.

Lo spettacolo, oltre ad aggiudicarsi il secondo premio al concorso di drammaturgia “Teatro e disabilità-2011”, ha ricevuto il primo premio Testo Teatrale “InediTO – Colline di Torino-2012” e il primo premio “Sipario – Autori Italiani-2012”.

Che dire…Non mi resta che augurare un bel in bocca al lupo a Amalia e a Silvia!

E voi, siete mai stati spettatori di uno spettacolo su una disabilità visibile o invisibile? Se sì, quale?

Fonte: superAbile.it