Disabilità sensoriali

Per i bambini sordi arrivano le favole “tradotte” nella lingua dei segni

Sono ancora troppo pochi gli strumenti didattici, i giochi e le favole pensate per i bambini sordi: così, diventa un problema per tanti genitori raccontare una storia al loro piccolo, che non può sentire la loro voce, ma come tutti i bambini vorrebbe perdersi nel mondo delle fiabe

Per questo è stato pensato il progetto “InSegnare le favole”, ideato e promosso dalla Mason Perkins Deafness Fund, che in tre tappe successive ha l’obiettivo di adattare ai bambini sordi quelle stesse favole che vengono lette da secoli ai loro amici e compagni. Adattare un punto di vista sia linguistico che culturale: linguistico, perché tutto deve passare per gli occhi, quindi i rumori e i suoni di trasformano in immagini; culturale perché, come spiega Mariapia Rizzi, coordinatrice del progetto per l’area Educazione della fondazione, «tutti i bambini hanno bisogno di riconoscersi e identificarsi nei personaggi delle favole che ascoltano. È per questo che abbiamo introdotto personaggi sordi nella favola: perché il bambino possa orientarsi in quel mondo, attraverso la presenza di elementi che appartengono al suo vissuto e che sa riconoscere».

L’idea del progetto nasce dalla constatazione che sono ancora molto pochi gli strumenti ludici e didattici adeguati per i bambini sordi, sia in ambito scolastico che extra-scolastico. «Gli stessi assistenti alla comunicazione lavorano in una condizione spesso di isolamento e senza essere dotati degli strumenti giusti – spiega Miriam Grottanelli de Santi, presidente della fondazione -. Sono gli stessi educatori che devono inventarsi o adattare gli strumenti: un grosso lavoro, il loro, poco riconosciuto e che spesso, purtroppo, viene perso, perché manca una rete, mancano occasioni di confronto e standard di riferimento. Abbiamo pensato a questi workshop proprio per elaborare e mettere a disposizione uno strumento fondamentale, la favola. Creare strumenti e fare formazione per gli operatori è il nostro obiettivo principale. E questa è la prima esperienza del genere in Italia: un’organizzazione mista, sordi e udenti, che decide di tradurre la cultura degli udenti ai sordi».

La prima tappa del progetto, infatti, ha interessato un gruppo di persone sorde, selezionate in basse ai curriculum presentati: dal 3 al 5 maggio scorso, a Siena, guidati da un insegnante sordo, hanno rielaborato alcune favole classiche, “traducendole” e adattandole ai bambini sordi in formato video. È nata così la versione in Lis della Sirenetta, a disposizione gratuitamente sul sito dell’organizzazione. Ora, le prossime tappe del progetto saranno a Napoli, il 27 e 28 settembre, e a Messina, l’11 e 12 ottobre. Questa volta, i workshop saranno diretti ad assistenti alla comunicazione: le favole realizzate a Siena saranno il punto di partenza per realizzare insieme giochi didattici adatti ai bambini sordi. «È davvero difficile trovare anche solo semplici storie adatte ai bambini sordi – spiega Mariapia Rizzi – .Così, se i genitori sono segnanti, non hanno difficoltà a raccontare le storie ai loro figli. Ma quando ai genitori manca questa competenza, il problema è grande. A Siena, i partecipanti al workshop hanno stravolto le favole, che sono nate in una cultura udente. Ora, a partire da queste storie, proveremo a realizzare giochi didattici, per fornire strumenti concreti a chi ogni giorno vive o lavora al fianco di questi bambini».

 

Fonte: romasette.it

(c.p.)