Disabilità sensoriali

Nuovo Isee: una mozione contro rischio discriminazioni

Una mozione per scongiurare il rischio di nuove disparità e discriminazioni a danno delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari. Il documento è stato votato dall’assemblea nazionale Anffas onlus (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazione) che si riunita lo scorso weekend a Trento

Al centro dell’attenzione, in particolare, l’articolo 2 della bozza di decreto di riforma Isee. «Ancora una volta dall’Assemblea nazionale delle associazioni socie di Anffas Onlus è nato un documento che rappresenta una forte presa di posizione di Anffas e che esprime preoccupazione per i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie», ha sottolineato Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas.

L’assemblea, alla quale hanno partecipato oltre 130 associazioni e più di 200 persone tra uditori e ospiti, tra cui l’onorevole Livia Turco, socia onoraria di Anffas onlus e Pietro Barbieri, presidente Fish e Forum del Terzo Settore cui Anffas aderisce, dopo aver preso atto delle modifiche apportate all’articolo 2 della bozza di decreto di riforma Isee e aver rilevato che in esso sono state inserite due clausole che portano l’Isee a tener conto delle prerogative regionali, ha approvato quindi all’unanimità una mozione (in allegato il testo della mozione) per chiedere al Governo e in particolare al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, e al viceministro per le Politiche sociali, Cecilia Guerra, di eliminare i riferimenti regionali. Obiettivo: evitare che un intervento regionale possa svuotare la portata della riforma.

«Questa bozza di decreto è un vero e proprio cavallo di Troia e va modificata per delle ragioni ben precise» spiega Roberto Speziale «Non è infatti accettabile che l’Isee – un livello essenziale delle prestazioni – sia derogato dalla legislazione regionale, che si possa escludere o limitare a priori, solo per condizioni economiche, l’accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie e che si faccia utilizzare agli enti erogatori dei criteri diversi ed ulteriori rispetto a quello dell’Isee per regolamentare l’accesso alle prestazioni».

Il presidente Anffas conclude sottolineando il «rischio concreto che questa riforma si traduca in una disparità di trattamento sul territorio nazionale concernente, tra le altre cose, i costi di compartecipazione e l’accesso a prestazioni e servizi, e in una seria minaccia alla vita delle persone con disabilità, in particolare quelle con disabilità intellettiva e/o relazionale, e delle loro famiglie, soggetti che già si trovano in una situazione critica poiché già pesantemente colpiti dall’attuale crisi finanziaria e da costanti e continui tagli alle risorse per le politiche sociali».

 

Fonte: vita.it

(c.p.)