Disabilità sensoriali

Lo smartphone amico aiuta anziani e disabili

Arrivano le social-app di Vodafone. Facili da usare e gratis. Una soluzione per chi ha problemi di comunicazione verbale e permette quindi di farsi capire, magari solo perché l’interlocutore parla una lingua diversa dalla propria

Oppure un mezzo per aiutare persone con la vista ridotta, gli anziani o semplicemente chi ha poca familiarità con le nuove tecnologie. Od anche una specie di mappa che segnala ai disabili o ad una mamma con il passeggino dove trovare accessi agevolati per entrare in un luogo pubblico, a cominciare da ristoranti e musei. Eccolo qui, in estrema sintesi, il maxi-pacchetto Mobile for Good che Vodafone fa passare attraverso il mondo delle App, sistema di grande flessibilità e, in questo caso, anche totalmente gratuito: basta possedere uno smartphone (e questo tipo di apparecchi ha ormai superato come numero i normali telefoni cellulari), appartanente ad una delle due grandi famiglie Apple-Ios o Android, ed il gioco è fatto.

Mondo che in questo caso assume la denominazione di Social App, visto che lo scopo è appunto di carattere sociale. «EasyWay, dedicata ai disabili, è appunto un esempio concreto delle potenzialità sociali della telefonia mobile, che ha raggiunto un livello di diffusione e di evoluzione dei servizi tali da consentire un utilizzo veramente efficace per migliorare la vita delle persone – spiega Maria Cristina Ferradini, responsabile Sostenibilità e Fondazione di Vodafone Italia -. La rapida evoluzione dei servizi di telecomunicazione mobile ha aperto la strada ad un uso sociale della tecnologia veramente efficace. Anche Mobile Angel (il sistema per le donne a rischio violenza di cui parliamo a parte, ndr) è un esempio emblematico delle potenzialità sociali di questa tecnologia che fa parte di un più ampio impegno nella ricerca, nella sperimentazione e nell’applicazione dei più moderni sistemi per migliorare appunto la qualità della vita».

L’iniziativa Mobile for Good raccoglie i progetti di tutti i Paesi in cui Vodafone è presente, valorizzandone il contributo locale e lavorando in modo sinergico: da qui una serie di nomi accattivanti come M-Health. M-Innovation, M-Women, M-Learning e M-Giving, tutti rispondenti ai diversi bisogni. Entrando nel dettaglio, Vodafone HelpTalk è quindi un’applicazione sviluppata per agevolare le persone con ridotte capacità di comunicazione verbale. L’applicazione consente appunto la riproduzione audio del messaggio rappresentato da una immagine nella schermata dello smartphone o inserito sinteticamente come testo, per permettere a chi ha difficoltà a comunicare verbalmente o a chi parla un’altra lingua di farsi comprendere dal suo interlocutore.

Vodafone Big Launcher è una App pensata invece per facilitare l’utilizzo dello smartphone a persone ipovedenti, ad anziani o a soggetti che hanno poca familiarità con le nuove tecnologie: permette ad esempio la sostituzione dell’home screen del proprio smartphone con uno di maggiori dimensioni, ingrandendo le immagini, le icone e i caratteri di qualsiasi smartphone Andr oid, per agevolare la leggibilità e la semplicità di utilizzo aiutando a distinguere più facilmente gli strumenti più importanti. Da segnalare infine anche EasyWay, sviluppata insieme a Fish (Federazione Italiana per il Superamento degli Handicap) disponibile gratuitamente sia su Android che Ios, applicazione che consente di visualizzare, inserire e modificare in tempo reale ed ovunque ci si trovi informazioni relative al grado di accessibilitá appunto di luoghi pubblici. In sostanza, ognuno di può registrarsi e segnalare magari se un determinato ristorante ha la rampa d’accesso utile ai disabili, ma anche alle mamme con il passeggino.

In Italia, sottolineano da Vodafone, le persone con disabilità sono 2 milioni e 800mila ed il 20,6% della popoplazione ha 65 anni o di più. «Le informazioni presenti nella banca dati sono aggiornate in tempo reale dagli utenti stessi – concludono dagli uffici dell’azienda -. Il contributo più importante al progetto EasyWay è infatti atteso dalla comunità delle persone con disabilità, dei loro familiari, amici e operatori che possono attivarsi in prima persona per arricchire le mappe con un numero crescente di informazioni».

 

Fonte: rassegnastampa.usl11.toscana.it

(c.p.)