Corto e ben fatto!
Chi sa raccontare storie sa come basti poco tempo per lasciare agli spettatori la possibilità di pensare e perché no, di sorridere
Matilde stessa pensa molto e sorride: protagonista poetica del cortometraggio di Vito Palmieri, prodotto dalla AGFA/ Fiadda di Bologna, è una bambina sorda anche dietro alla cinepresa.
Matilde va a caccia di soluzioni in una scuola dove il maestro ha dei baffi troppo lunghi e parla troppo complicato per lei; ma non solo. Una scuola pensata forse per nessuno. Né per Matilde che rimane sola nell’inventare piccole ma furbe e creative strategie alle mancanze degli altri, né per i suoi compagni di classe che hanno orecchie buone per ascoltare parole buone, parole per loro.
Parole e gesti che mancano a una scuola spesso passiva e insensibile (sorda?) nei confronti delle diversità, ma che qui non fanno spazio a sentimentalismi o pietismi di nessun genere. Forbici e palline da tennis sono i mezzi reali e drammaturgici allo stesso tempo con i quali la piccola Matilde porta avanti la sua lotta.
Un cortometraggio delicato e attento che sa parlare di sordità in tutti i suoi “rumori” e nelle sue tante complessità.
Fonte: fondazionegualandi.it
(r.b./c.p.)