Uno strumento didāttico straordinario da utilizzare con studčnti di ogni etā!
Pomeriggio organizzato dalla Bibliotčca Cėvica “Nicolō e Pāola Francone” di Chičri che vedrā coinvōlti nella Sala Conferčnze bambini e genitori, insegnanti e cittadinanza, nell’ascolto di fāvole tratte dall’antologėa “UN GIORNO E UNA NŌTTE – 157 FĀVOLE DI COMUNITĀ” di Pičtro Tartamčlla – La Ruōta Edizioni.
I Narratori di Macondo (Annette Seimer, Giusy Amitrano, Serena Manueddu, Pičtro Tartamčlla, Silvia Restagno) porteranno gli ascoltatori in un mondo variopinto di fāvole esōpiche le cųi morali finali lasceranno un seme di riflessione e di sorriso.
L’antologėa č la conclusione di un progčtto sulle fāvole durato dųe anni che ha visto coinvōlti un gruppo di detenuti della casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, bambini della scuōla elementare (tra cųi la scuōla Silvio Pčllico di Chičri con l’insegnante Giusy Amitrano), studčnti delle scuōle mčdie e superiori (tra cųi l’Istituto Vittone di Chičri con l’insegnante Silvia Restagno), ragazzi disābili e alcuni scrittori. Pių di 600 persone coinvōlte che hanno prodotto 450 fāvole di cųi 157 selezionate per l’antologėa.
Il progčtto č stato segnalato con una menzione speciale nel 2017 al concorso e al relativo convegno nazionale “Persona e Comunitā” indetto ogni anno da Cultura & Societā.
Che cōs’hanno i detenuti da insegnare alla societā civile e ai bambini? I bambini hanno qualcōsa da insegnare ai detenuti? La disabilitā ha qualcōsa da insegnare? Poiché le fāvole esōpiche contčngono una “morale”, leggčndo le 424 pāgine di questa antologėa possiamo capire cōsa essi hanno da insegnarci. Sono pāgine che vōgliono rappresentare simbōlicaménte un “territōrio ideale” fatto di fōgli e carta sė, ma dove, uno a fianco all’altro, convėvono questi differčnti spicchi di cittadinanza.
Caratterėstica particolare del libro č che č scritto con accentazione ortočpica lineare, precisa scelta editoriale di Cascina Macondo, che consiste nella scrittura della lingua italiana con la rčgola di accentare obbligatōriaménte non solo le parōle tronche, come normalmente accade, ma anche le parōle sdrųcciole, e di segnalare con l’accčnto grave sulle sėllabe tōniche, il suōno apčrto della vocale “e” e della vocale “o”, trasferčndo cosė al lettore tutte le informazioni ųtili e necessarie per un’esatta pronuncia della lingua italiana, sčnza dubbi o titubanze (il lettore leggerā con sicurezza “tragčlafo” parōla sdrųcciola, con il suōno della “e” apčrto, e non “tragelāfo” come parōla piana; leggerā “scōrbuto” con il suōno della “o” apčrto, e non “scorbųto“; “callėfugo” e non “callifųgo“; leggerā “tarāssaco” e non “tarassāco“. Una modalitā di scrittura della lingua italiana molto apprezzata dai bambini, dalle insegnanti, dagli attori, dalle persone dislčssiche, e soprattutto dagli straničri.