In occasione della “Giornata europea per le Vittime di Reato” dello scorso 22 febbraio (European Day form Victims of Crime), l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, è tornato a chiedere all’Unione Europea di fare di più per promuovere i diritti delle persone con disabilità vittime di reati.
Nonostante la legislazione esistente, infatti, molte persone con disabilità vittime di reati non vedono i loro diritti rispettati. Due classici esempi: le donne e le ragazze con disabilità, e in particolare quelle con disabilità intellettiva, cognitiva o psicosociale, spesso non vengono credute quando denunciano violenze. Oppure le persone con disturbo dello spettro autistico o con altre disabilità intellettive, e in particolare coloro ai quali è stata rimossa la capacità legale, spesso non vengono ammesse a partecipare ai procedimenti penali.
«Anche gli stessi meccanismi per la segnalazione di reati quali abusi e bullismo – osservano dal Forum -, non tengono conto delle esigenze di donne e bambini con disabilità, poiché le loro testimonianze vengono screditate oppure necessiterebbero di utilizzare forme di comunicazione specifiche e di accedervi, ciò che non accade».
Ma cosa sta facendo l’Unione Europea in questo settore? L’EDF fa il punto della situazione: «I diritti delle vittime con disabilità e dei bambini con disabilità nel sistema di giustizia penale sono inclusi nella Strategia dell’Unione Europea sui diritti delle vittime (2020-2025) e nella Strategia per i diritti dell’infanzia 2022-2027. Nel 2023, inoltre, la Commissione Europea ha proposto una revisione della Direttiva 2012/29/UE sui diritti delle vittime, con l’inclusione di una specifica disposizione sui diritti delle vittime con disabilità, richiedendo agli Stati Membri di fornire accessibilità e adattamenti ragionevoli nei servizi per i diritti delle vittime e nell’accesso alla giustizia. Il testo proposto è attualmente negoziato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo».
Alla luce di questa situazione, dunque, il Forum Europeo sulla Disabilità avanza tre richieste:
° l’adozione di «una “Direttiva ambiziosa” sui diritti delle vittime e di una Strategia sui diritti delle vittime post 2025;
° misure per monitorare l’attuazione della legislazione dell’Unione Europea relativa all’accesso alla giustizia, inclusa una ricerca sull’accesso alla giustizia per le persone con disabilità, e sanzioni per gli Stati Membri che non abbiano applicato correttamente, in questo àmbito, le direttive dell’Unione stessa;
° una ricerca europea e la raccolta di dati sulle vittime di reati con disabilità e sul loro accesso alla giustizia, comprendendo anche coloro che vivono in contesti segreganti, come le istituzioni residenziali. (C.C.)
Fonte: superando