Entro la fine del 2025, i siti istituzionali dovranno affrontare un cambio di paradigma per adeguarsi alle nuove normative europee sull’accessibilità digitale e ai principi delle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), recentemente aggiornate. La direttiva UE 2016/2102, che regola l’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili per il settore pubblico, impone standard ancora più rigorosi, mirati a garantire che i servizi digitali siano accessibili a tutti i cittadini, comprese le persone con disabilità.
Le WCAG introducono nuove linee guida che rafforzano i requisiti per l’accesso a contenuti web e interfacce utente, come miglioramenti nella navigazione da tastiera, il contrasto visivo per componenti interattive e l’adeguamento alle necessità di utenti con disabilità cognitive. Tra i nuovi criteri, si trovano indicazioni per garantire la comprensione dei contenuti da parte di persone con deficit mnemonici e per migliorare l’esperienza su dispositivi mobili. La conformità alle norme per l’accessibilità non sarà più solo un’opzione virtuosa, ma una condizione imprescindibile per la legalità e l’efficienza dei servizi pubblici digitali.
Verso un’esperienza utente inclusiva
Le regole WCAG rappresentano gli standard internazionali sviluppati dal W3C (World Wide Web Consortium), e si basano su quattro principi fondamentali per ogni contenuto online: percepibile, utilizzabile, comprensibile e robusto. Tra i requisiti più importanti vi sono l’uso di testi chiari e leggibili, con caratteri di dimensioni adeguate e contrasti sufficienti per favorire la visibilità. Le immagini devono essere accompagnate da descrizioni testuali, o alt-text, per renderle accessibili ai lettori di schermo utilizzati da persone non vedenti. È essenziale garantire una navigazione fluida anche solo con la tastiera, senza l’uso del mouse, e utilizzare etichette coerenti per moduli e bottoni, per agevolare chi ha difficoltà cognitive. Tutti i contenuti multimediali devono essere corredati da sottotitoli e trascrizioni per rispondere alle esigenze di persone con disabilità uditive.
Adeguare un sito alle WCAG richiede un approccio strutturato: prima di tutto è necessario identificare le barriere esistenti con un’analisi tecnica approfondita, per poi intervenire sulla struttura del sito e sulla qualità dei contenuti. La semplificazione della navigazione, l’ottimizzazione per dispositivi mobili e il testing con utenti reali rappresentano passaggi fondamentali. Coinvolgere esperti di accessibilità nel processo aiuta a garantire che le modifiche rispettino le esigenze specifiche degli utenti con disabilità. L’adeguamento ai principi delle WCAG diventa così non solo un obbligo normativo, ma un’occasione per migliorare la qualità dell’esperienza utente, rendendo i servizi digitali realmente inclusivi e accessibili.
Milano: un centro per l’accessibilità firmato Google
Il percorso verso l’inclusione digitale trova un importante alleato nel nuovo Accessibility Discovery Center inaugurato da Google a Milano. Questo spazio, sesto al mondo e unico in Italia, si propone come luogo di incontro e scoperta per sensibilizzare sull’accessibilità e promuovere soluzioni tecnologiche innovative. L’Accessibility Discovery Center ospita workshop, tour guidati e dimostrazioni di tecnologie assistive. Tra le innovazioni presentate ci sono soluzioni come Live Transcribe, che trascrive il parlato in tempo reale per le persone con disabilità uditiva, e Guided Frame, che supporta chi ha disabilità visive nell’utilizzo delle fotocamere. Sono disponibili anche videogiochi adattati alle esigenze di utenti con disabilità grazie a tecnologie assistive.
Un progetto chiave dell’ADC è Pathway Companion, una piattaforma di apprendimento con tutoring intelligente, sviluppata con partner come Fondazione Don Carlo Gnocchi e Università di Roma Tre. Pensata per studenti con bisogni educativi speciali, utilizza l’intelligenza artificiale per offrire un supporto personalizzato e un ambiente educativo inclusivo. “La tecnologia ha il grandissimo potenziale di rendere il mondo più accessibile a tutti,” ha dichiarato Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e VP di Google Italy. “Il nostro ADC di Milano è un luogo di scoperta, di apprendimento e di collaborazione che mira ad abbattere le barriere quotidiane attraverso l’innovazione”. L’iniziativa rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia, unita alla collaborazione con le comunità locali, possa migliorare la vita di milioni di persone e sensibilizzare sull’importanza dell’accessibilità.
L’anno 2025 rappresenterà un punto di svolta, in cui ogni istituzione sarà chiamata a trasformare i propri servizi digitali per essere non solo conformi alle normative, ma anche pionieri nell’offrire esperienze accessibili, inclusive e tecnologicamente avanzate. La strada tracciata da realtà come Google e dalle nuove direttive europee è chiara: l’accessibilità non è un’opzione, ma il fondamento per una società digitale davvero inclusiva.
Fonte: wired