Cresce in Italia l’economia sociale: 400.000 enti e cooperative e 1,6 mln di addetti

Nonostante la crisi, avanza in Italia l’economia sociale (cooperative, mutue, associazioni e fondazioni) con oltre 400.000 enti (+7% in 6 anni), quasi 1,6 milioni di addetti e oltre 5 milioni di volontari. È quanto emerge dal Rapporto “Sussidiarietà e… sviluppo sociale”, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Istat.
Nel Vecchio continente le imprese e organizzazioni dell’economia sociale sono circa 3 milioni. L’economia sociale rappresenta oltre 14 milioni di posti di lavoro in Europa, ovvero circa il 6,4 % della popolazione attiva dell’Unione Europea a 27. I volontari sono circa 84 milioni, equivalenti a 5,8 milioni di lavoratori a tempo pieno. I soci di cooperative, mutue ed enti analoghi superano i 235 milioni.
L’Italia si conferma un paese a forte vocazione solidale: è al secondo posto fra i maggiori paesi come quota di addetti nell’economia sociale (8,8%) rispetto al totale degli occupati, dietro alla Francia (9,1%). Seguono Spagna (7,7%), Germania (6,7%) e Gran Bretagna (5,6%). La Penisola svetta anche nella classifica del volontariato che coinvolge il 26% degli adulti. Meglio di noi solo la Germania (34%). Seguono Francia (24%), Gran Bretagna (23%) e Spagna (15%).
Il Rapporto rivela che la sussidiarietà, intesa come partecipazione ad attività collettive, sociali e politiche, contribuisce a migliorare la qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà. Lo studio mostra una forte correlazione positiva fra impegno sussidiario e l’occupazione. In particolare, la partecipazione a programmi di formazione continua favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro, a tutte le età (0,7) su una scala da 0 a 1). Un impatto positivo nella capacità di trovare lavoro deriva dalla partecipazione ad attività culturali fuori casa (0,89), dalla partecipazione sociale (0,88) e ad organizzazioni non profit (0,7). Gli stessi fattori contribuiscono a ridurre il rischio di povertà e allontana il pericolo di non arrivare a fine mese con i propri redditi.
“Questa ricerca, la prima del genere in Italia, dimostra che la presenza di un privato sociale attivo e dinamico contribuisce ad attenuare le condizioni di disagio e favorisce l’occupazione”, afferma Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “L’economia sociale gioca un ruolo chiave per lo sviluppo e va perciò valorizzata e sostenuta. Lo studio mostra che la sussidiarietà è il carburante che fa andare il motore di un sistema socio-economico”.

Fonte: superabile.it