Paralimpiadi, Ipc: “In arrivo un nuovo codice di classificazione delle disabilità intellettive”

Il presidente Parsons in visita a Roma: “Revisione in corso da tre anni, studio approfondito sull’autismo”. Il caso di Luca Venturelli escluso dagli ultimi Campionati europei paralimpici perché il suo quoziente intellettivo è “troppo alto”
 
“Non conosco il caso specifico, ma i criteri di eleggibilità degli atleti con disabilità intellettive sono determinati dalla Federazione internazionale. In questo momento è in corso la revisione del codice di classificazione, ci saranno tre giri di consultazioni aperte anche agli atleti e ai differenti tipi di disabilità: si tratta di un lavoro di revisione di tre anni, ma non so anticipare quali saranno le decisioni”.

Lo ha detto il presidente dell’International Paralympic Committee, Andrew Parsons, in occasione della visita alla sede del Comitato Italiano Paralimpico a Roma, commentando il caso di Luca Venturelli, 18enne mezzofondista autistico azzurro escluso dagli ultimi Campionati europei paralimpici di atletica perché il suo quoziente intellettivo (97) è risultato superiore al massimo di 75 previsto dall’attuale codice di classificazione.

“Questo lavoro porterà a un nuovo codice di classificazione e a un nuovo documento di linee guida: noi non possiamo imporre criteri o un livello di qi, ma vogliamo che tutto si svolga nel pieno rispetto dei parametri di classificazione. Da un punto di vista del codice è difficile fare previsioni, ma la Federazione internazionale guarda a tutte le disabilità intellettive, compreso l’autismo”.

Al momento Luca rientra nel codice di classificazione ‘II3’, che comprende atleti autistici ad alto funzionamento e un quoziente intellettivo superiore a 75, senza disagi cognitivi ma con limitazioni adattative. Come ha spiegato Parsons, però la II3 “non è una classe paralimpica, ma ricordo che anche nelle Olimpiadi ci sono molte discipline olimpiche che non sono rappresentate”.

In merito alle disabilità intellettive, ha sottolineato il presidente dell’Ipc, “ci sono ricerche in corso molto accurate per andare a studiare i limiti anche negli sport che richiedono un alto livello di performance, perché il limite deve essere chiaro, comprensibile e misurabile. Vogliamo che quando il codice verrà attuato i risultati non possano essere contestati, ecco perché è in corso questa ricerca anche nell’ambito dell’autismo, i cui numeri sono in crescita in tutto il mondo”.