Dislessia, Aid: “Con la legge 25/2022 si riconoscono diritti a 1,2 milioni di lavoratori”

Ogni anno sono 15.000 i giovani con Dsa che entrano nel mondo del lavoro.

A marzo scorso la legge 25/2022 ha riconosciuto, per la prima volta, diritti fondamentali a un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, impiegati nelle aziende private. “Una conquista di civiltà che consente oggi ai dipendenti con questa caratteristica di utilizzare strumenti compensativi e accomodamenti ragionevoli per ridurre le difficoltà legate al disturbo e per far emergere le vere potenzialità”, sottolinea l’Associazione italiana dislessia (Aid) che questa mattina, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a Roma, ha promosso un convegno sul tema.

Nel corso dell’appuntamento si è discusso delle nuove prospettive di inclusione e accessibilità che si sono aperte nel mondo del lavoro per le persone con Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa)alla presenza della vice presidente del Senato Anna Rossomando, promotrice dell’evento e firmataria dell’emendamento sui diritti dei lavoratori con Disturbi specifici di apprendimento, poi accolto nella legge 25/2022, del ministro del Lavoro Andrea Orlando e degli esponenti del sindacato, di Confindustria e di Intesa Sanpaolo, Tim, Autostrade per l’Italia e Beauty & Business S.p.A., aziende che hanno intrapreso con Aid percorsi di formazione e sensibilizzazione per diventare imprese dyslexia friendly.

IN ITALIA I DSA INTERESSANO 3 MILIONI DI CITTADINI

Si tratta di neurodiversità che riguardano la capacità di leggere in modo fluente, scrivere e calcolare in modo corretto. Si manifestano in età scolare, ma accompagnano gli individui anche nell’età adulta e i problemi che li caratterizzano possono essere compensati attraverso strumenti e strategie personalizzate.

La legge 25/2022 lancia a imprese e sindacati la sfida di un salto culturale necessario per coltivare i talenti di ciascuno: un passo fondamentale se si considera che ogni anno 15.000 giovani con disturbi specifici dell’apprendimento entrano nel mondo del lavoro.

“Grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana dislessia ho scoperto un mondo che riguarda milioni di persone e sono diventata sempre più partecipe e coinvolta- ha sottolineato nel corso del suo intervento la vice presidente del Senato della Repubblica Anna Rossomando- Una società moderna dev’essere capace di usare tutte le risorse che ha a disposizione. Anche perché se non lo fa ed esclude alcuni soggetti, dimostra una miopia economica, anche a discapito del mondo imprenditoriale. Le norme che abbiamo introdotto riguardano l’inserimento lavorativo di persone con Dsa in ambito privato, a partire dalle attività di selezione che dovranno essere eseguite valorizzando le competenze attraverso specifici strumenti e misure di supporto. Inoltre le aziende dovranno assicurare la creazione di ambienti di lavoro adeguati alle necessità delle persone con Dsa. La legge c’è. Ora bisogna fare un grande lavoro di formazione e informazione nel mondo del lavoro perché la norma sia compresa e applicata”.

ORLANDO: “IMPORTANTE NON LASCIARE NESSUNO INDIETRO”

“La legge n. 170 del 2010 ha rappresentato il punto di svolta per l’inclusione scolastica degli studenti con Disturbi specifici dell’apprendimento, ma sappiamo che dopo la scuola la formazione non si interrompe anzi prosegue e sarà sempre più dirimente nel futuro di ciascuno- ha dichiarato il ministro Orlando nel suo messaggio di saluto- Per questo dobbiamo fare in modo che l’avanzamento dettato dalla ratio della 170 possa essere in qualche modo ‘contagiosa’ dell’intero quadro normativo. Serve, quindi, una trasversalità che ampli la sfera dei diritti. In una società che avanza è importante non lasciare nessuno indietro e garantire a tutti la declinazione concreta dei nostri principi costituzionali”.

“È un passo in avanti importantissimo per oltre un milione di lavoratori del nostro Paese- ha sottolineato Antonella Trentin, vice presidente di Aid- Garantire mezzi adeguati e pari opportunità alle persone con dislessia permette loro di esprimere al meglio la propria professionalità e di realizzarsi a livello personale, diventando al contempo una risorsa preziosa per le imprese e per la società intera”.

“Come associazione siamo impegnati da tempo nell’attività di sensibilizzazione e formazione delle aziende, per creare ambienti di lavoro sempre più accessibili e inclusivi- ha evidenziato Susanna Marchisi, presidente del Comitato Dsa e lavoro di Aid- Sono sempre di più le imprese coinvolte nei nostri progetti, segno di una nuova e maggiore sensibilità verso i disturbi specifici dell’apprendimento, anche in ambito professionale”.

LA LEGGE NEL DETTAGLIO

La 25/2022 prevede prima di tutto il divieto di ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone con Dsa nei luoghi di lavoro. Inoltre, i lavoratori con Dsa che liberamente sceglieranno di dichiarare la propria caratteristica potranno chiedere nei colloqui di selezione del personale l’uso di computer con sintesi vocale, calcolatrice, schemi e formulari, oltre al 30 per cento del tempo in più per i test di selezione scritti.

Secondo la legge anche i lavoratori con Dsa già assunti potranno, se lo vorranno, ricevere gli stessi strumenti e accomodamenti ragionevoli. Si tratta di misure praticamente a costo zero per le aziende, ma che porteranno enormi vantaggi nella vita delle lavoratrici, dei lavoratori e dell’azienda stessa.

Spetterà al singolo lavoratore dichiarare o meno la propria caratteristica e chiedere gli accomodamenti più opportuni. Secondo la nuova legge, inoltre, gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere applicati in tutte le occasioni di valutazione per l’accesso o il completamento di percorsi formativi finalizzati all’esercizio di attività e professioni, come gli esami per l’accesso agli Ordini professionali, nonché in ambito sociale.

LA PETIZIONE LANCIATA DALL’AID

L’Associazione italiana dislessia è impegnata in ulteriori battaglie per i diritti degli adulti con Dsa, a partire dall’estensione della legge 170/2010 dal mondo della scuola a quello degli atenei, consentendo anche agli studenti universitari di usufruire degli strumenti compensativi e delle misure dispensative, attualmente concessi a discrezione del singolo docente. A questo scopo Aid ha lanciato una petizione su Change.org, che ha già raggiunto in pochi giorni oltre 48mila firme, affinché Governo e Parlamento approvino un provvedimento urgente entro la fine della legislatura.

Fonte: dire.it