Musei e accessibilità. Il progetto inclusivo degli Uffizi

Le Gallerie degli Uffizi hanno recentemente ricevuto un importante riconoscimento per il progetto Uffizi per tutti. Ce lo siamo fatti raccontare da Anna Soffici, coordinatrice dell’Area Mediazione Culturale e Accessibilità del museo fiorentino.

Le Gallerie degli Uffizi hanno recentemente ricevuto un importante riconoscimento per il progetto Uffizi per tutti. Può raccontarci quando è nato e con quale finalità?
Nel 2018, con il direttore Eike Schmidt, abbiamo concordato che fosse una priorità estendere l’accessibilità di un museo tanto complesso quanto desiderato come gli Uffizi, avviando alcuni servizi al pubblico essenziali per un museo moderno. Se molto è stato fatto per garantire l’accesso fisico alle nostre strutture, altrettanto rimaneva da fare per rendere accessibili anche i “contenuti”, le straordinarie collezioni che ogni anno incontrano centinaia di migliaia di visitatori, ognuno con caratteristiche ed esigenze diverse. Con il progetto Uffizi per tutti abbiamo dunque messo a punto degli strumenti di fruizione che potessero rendere più libera e agevole, di conseguenza piacevole, e ‒ auspicabilmente ‒ rilevante, l’esperienza al museo, con particolare riguardo alle esigenze delle persone con disabilità sensoriali e di quelle con disabilità cognitive.

Quali sono stati i principali passi fatti per arrivare dall’ideazione alla produzione delle proposte?
Tutti gli strumenti realizzati nell’ambito del progetto Uffizi per tutti, ovvero le video-descrizioni in Lingua dei Segni Italiana e Internazionale dei capolavori degli Uffizi, la Uffizi Activity Bag contenente materiali educativi e antistress utilizzabili dalle persone autistiche insieme ai loro caregiver, il libro tattile dedicato alla celebre Primavera di Botticelli sono il frutto di un’intensa co-progettazione condotta insieme a enti e associazioni, nello specifico Autismo Firenze Onlus e le sezioni territoriali fiorentine dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dell’Ente Nazionale Sordi. Insieme abbiamo riflettuto sull’importanza di favorire il più possibile l’autonomia della persona affinché potesse vivere gli spazi museali con la possibilità ma senza l’obbligo dell’assistenza, libera di costruire l’esperienza del museo nel modo che ritiene più adatto a sé. Questa esigenza, del resto, è comune a gran parte dei nostri visitatori, a prescindere dall’avere o meno una disabilità.

PUBBLICO E STRATEGIE DI UFFIZI PER TUTTI

Quali sono i pubblici che volete raggiungere e con quali modalità e strategie?
Uffizi per tutti certamente va a implementare i servizi al pubblico che il museo offre per le persone con disabilità, tuttavia mira a coinvolgere un pubblico molto più ampio: le video-descrizioni in Lingua dei Segni Italiana, andando ad aggiungersi ai video delle opere degli Uffizi in lingua inglese, spagnola e pure latina, sono state accolte favorevolmente dal pubblico udente nell’ottica di un’ulteriore offerta linguistica, e non solo come un ausilio utile per le persone sorde segnanti. Il libro tattile, strumento indispensabile affinché la persona cieca possa comprendere e apprezzare la complessità di un’opera iconica come la Primavera, diventa un’opportunità per la persona vedente che vuole godere dell’arte anche attraverso un approccio tattile e non solo visivo. Anche la Uffizi Activity Bag, della quale si prevedeva l’uso soprattutto da parte delle persone autistiche, è in realtà richiesta da un pubblico molto più ampio: bambini con bisogni educativi speciali, giovani con disabilità cognitive, fino a famiglie con bambini senza alcun tipo di disabilità. Questi sono, a mio avviso, gli effetti di uno strumento realmente inclusivo.

La nuova “via all’inclusione”, percorsa da anni dal Ministero della Cultura, soprattutto con l’emanazione delle Linee Guida nel 2018, parla di accessibilità come opportunità di arricchimento dell’esperienza museologica, per tutti. È così anche per voi operatori e staff e i pubblici coinvolti?
Credo che il progetto Uffizi per tutti, anche per le ragioni e i casi che ho esposto prima, persegua perfettamente questa linea. Siamo partiti, come è d’obbligo per il servizio pubblico, dalla responsabilità di favorire la massima inclusione; abbiamo dunque riflettuto sulle esigenze delle persone con disabilità (con le persone stesse e con le associazioni di riferimento) per ripensare il concetto stesso di inclusione, rovesciandolo: l’obiettivo, per noi, non è più quello di armonizzare (forzare?) bisogni “diversi” con le modalità di fruizione mainstream, ma creare opportunità di conoscenza, scoperta, relazione per tutti.

Sono previste collaborazioni con altre istituzioni museali italiane o straniere per sviluppare ulteriori esperienze e proposte?
Certamente, è una possibilità che vorremmo considerare.

Fonte: arttribune