Cartoni animati e autismo: ecco quattro linee guida per crearli inclusivi

Un cartone animato può fare inclusione: bastano poche accortezze, per renderlo accessibile, fruibile e apprezzabile anche dai bambini con un disturbo dello spettro autistico. Una sorta di vademecum arriva dall’Irccs Medea – La nostra Famiglia, che ha elaborato le linee guida per la creazione dei cartoni inclusivi, pubblicate e rilanciate sulla rivista ufficiale dei pediatri italiani Quaderni ACP.

Ed ecco le quattro indicazioni messe a punto dagli studiosi.

Enfatizzare la mimica facciale per veicolare le emozioni

Un elemento cruciale alla base della compromissione delle abilità di comunicazione e interazione sociale nell’autismo è la difficoltà di “perspective taking” o di “teoria della mente”, cioè la capacità di attribuire stati mentali alle altre persone, di riconoscerne pensieri, desideri e intenzioni, per poter dare un significato al loro comportamento e predirne le azioni. Questa difficoltà si riflette in differenti ambiti, come la lettura delle espressioni facciali, la comprensione delle posture, dei gesti e del linguaggio del corpo, la capacità di cogliere quegli indizi che suggeriscono quali potrebbero essere gli stati interni delle persone. Nella costruzione di un programma televisivo per bambini con autismo, occorre quindi esplicitare gli stati interni dei personaggi (emozioni, pensieri, motivazioni) ed enfatizzare le componenti mimiche, prosodiche e gestuali delle emozioni.

Limitare l’utilizzo di metafore e humor

Nei bambini con autismo è possibile riscontrare una compromissione delle abilità linguistiche di vario grado. In particolare, la letteratura ha ampiamente dimostrato le difficoltà rispetto alla comprensione di ironia e humor, così come nel decifrare espressioni metaforiche e idiomatiche, che impedisce loro di comprendere l’esistenza di un significato alternativo rispetto a quello letterale. Ne consegue che, per facilitare la comprensione di una storia narrata o vista e nella costruzione dei cartoni animati, è importante limitare il ricorso a espressioni metaforiche, modi di dire, sarcasmo, humor e ironia e, quando presenti, esplicitarne i significati e utilizzare un linguaggio semplice, diretto e con pochi elementi impliciti e di scarsa rilevanza ai fini della comprensione del messaggio.

Semplificare gli stimoli, ridurre i dettagli

Nei bambini con autismo è stata dimostrata una predilezione per il dettaglio sia per stimoli visivi, sia per stimoli uditivi e tattili. A livello uditivo, alcuni studi suggeriscono che i soggetti con autismo abbiano difficoltà nel comprendere ciò che una persona sta loro dicendo quando in sottofondo sono presenti altre voci o rumori di disturbo. Ne deriva che, per limitare tali conseguenze, sarebbe utile una presentazione semplificata degli stimoli percettivi, “ripulita” dall’eccesso di elementi irrilevanti ai fini della comprensione, che favorisca un focus attentivo sugli elementi salienti. Inoltre, nelle persone con disturbi dello spettro autistico, la percezione dell’esperienza è caratterizzata da una difficoltà nell’elaborazione temporale e dinamica con una migliore prestazione nell’analisi statica e locale: gli eventi della vita quotidiana sarebbero quindi troppo veloci per essere elaborati in tempo reale. Per tale motivo, le prestazioni dei bambini con autismo in compiti di riconoscimento facciale e di imitazione di volti e posture migliorano quando gli stimoli sono mostrati rallentati. Pertanto, sarà possibile facilitare una corretta elaborazione degli stimoli visivi presentandoli in modo semplice, iconograficamente chiari e ben definiti, privi di dettagli non rilevanti che potrebbero rendere l’immagine caotica e interferire con la messa a fuoco sugli elementi rilevanti.

Contenuti extra on demand

Come suggerimento di carattere generale, nella costruzione narrativa di un cartoon è bene prevedere poche variabili alla volta, come per esempio ambientazioni differenti ma costanza dei personaggi o ambientazione stabile a personaggi che variano.

“Lo strumento televisivo è un contesto di apprendimento molto affascinante per i bambini con autismo – spiega Valentina Bianchi, ricercatrice dell’IRCCS Medea -. Non dimentichiamo che questa loro caratteristica può essere utilizzata positivamente per facilitare la loro partecipazione e inclusione”.
“Le linee guida così costruite possono essere utili non solo nella creazione di prodotti per il bambino con autismo ma anche nella valutazione della programmazione già esistente, per identificare tra i vari cartoni quelli che, pur essendo nati senza un esplicito riferimento a questa utenza, rispondono maggiormente ai suoi bisogni aiutando genitori e caregivers nella scelta e nella visione del programma – afferma Massimo Molteni, responsabile dell’area di ricerca in psicopatologia dello sviluppo all’IRCCS Medea -: non solo, grazie ai nuovi contenitori tecnologici sarà possibile sviluppare cartoni animati con stimoli e contenuti extra che, parallelamente alla visione del cartone, fungano da elementi di facilitazione on demand, diventando possibile strumento di riduzione delle barriere, come abbiamo dimostrato nel progetto  Autitec in collaborazione con la RAI“.