Il viaggio nell’intersezionalità di Carla Akoritene al Salone del Libro

di Federica Coraglia

Al Salone del Libro di Torino, Capovolte Edizioni presenta per la prima volta il libro “Intersezionalità” di Carla Akoritene, assistente sociale e ricercatrice di diverse testate brasiliane. Il testo fa parte della collana Feminismos Plurais e grazie al coordinamento Arena Piemonte, Città di Torino e Coordinamento Pride, Marco Giusta e Francesca de Rosa, ricercatrice e professoressa presso l’università “L’Orientale” di Napoli, si sono collegati con Carla per parlare del suo nuovo libro.

Il viaggio di Akoritene parte dal concetto di encruzilhada, ovvero un crocevia, un punto di scontro che lei utilizza come metafora per dare voce a tutte quelle categorie che sono sempre state inascoltate. Il testo ci offre una lettura diversa dell’Atlantico, attraverso le storie di donne nere, che ci trasporta all’interno di un mondo che si allontana da quello eurocentrico che ci siamo costruiti.
L’incrocio ci riporta al punto di collisione di diari identitari di donne diverse e ci invita a mettere in dubbio la categoria di donna universale e la falsa idea di sorellanza. Questo viaggio ai due margini dell’Atlantico mette in primo piano il patrimonio immateriale delle femministe nere e quindi il loro rifiuto verso le metodologie dell’Occidente e degli Stati Uniti attraverso quello che è stata la tratta.

Lo sforzo teorico ed intellettuale parte dal loro corpo e dalle loro identità che sono abitate da diverse oppressioni, che non riguardano solo il genere, ma anche l’etnia e la classe sociale. Inserire il tema del razzismo, del colonialismo e del capitalismo all’interno del discorso intersezionale invita le donne nere a parlare delle loro oppressioni e dà loro la possibilità di mettere al centro lo scenario dell’America Latina e il contributo delle femministe che ne fanno parte. Saper leggere la parola ‘intersezionale’ sotto una chiave diversa vuol dire saper riconoscere queste differenze e le relazioni tra di loro perché è alla donna nera che appartiene il concetto di intersezionalità.

L’autrice cita la Maschera di Anastasia, una storia di una donna schiavizzata a cui viene coperta la bocca per non permetterle di parlare; con questo esempio Carla sottolinea e ribadisce che la bocca delle donne nere è stata chiusa per troppo tempo. Adesso c’è la necessità di riposizionare l’intersezionalità da un punto di vita non solo semantico, ma anche politico, viaggiando all’interno del concetto di ‘crocevia’ come forma che racchiude le intersezioni di una persona nera all’interno di un mondo cisgender, bianco e patriarcale.