Corte conti: solo 42,5%fondi Regioni a strutture per disabili

Persona In carrozzinaSoltanto poco più di 17 milioni contro i 40 trasferiti alle Regioni, pari al 42,5%, sono stati erogati alle strutture semi-residenziali per le persone con disabilità.
 
È quanto emerge dalla Relazione della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, su “Le misure volte a sostenere le persone con disabilità nel periodo dell’emergenza epidemiologica da covid-19 -La gestione del fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità, di cui al decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.

 
“La situazione pandemica e le relative misure di contrasto – rileva la Corte dei conti – hanno causato una forte domanda di protezione sociale diffusa e di tutela delle persone fragili, inizialmente non avvertita con chiarezza. In tale contesto, il legislatore è intervenuto, in via d’urgenza, per assicurare alle persone con disabilità l’accesso ai servizi e la loro continuità su tutto il territorio nazionale”.
    Delle Regioni a cui sono stati trasferiti i fondi, precisa la magistratura contabile, quattro non hanno dimostrato l’erogazione ai centri semi-residenziali delle risorse acquisite al proprio bilancio, per un importo complessivo di 10.640.000 euro. Le altre hanno utilizzato le risorse assegnate in una percentuale variabile da un minimo dell’1% al 100%, per quelle più virtuose (è il caso di Emilia-Romagna, 2,92 milioni e del Veneto, 3,28 milioni). Bene hanno fatto anche la Toscana (2,2 mln erogati alle strutture su 2,44 trasferite dal Governo alla Regione, 90%) Piemonte (2 mln su 2,88, 71%), mentre la Lombardia si ferma al 67% di utilizzo e il Lazio addirittura solo al 10%.
    Di difficile individuazione, rileva la magistratura contabile, le ragioni del parziale utilizzo delle somme rese disponibili in settori, come servizi sociali e sostegno a persone con disabilità, strutturalmente carenti di fondi. La differenziazione a livello regionale e la connessa disomogeneità nell’erogazione dei servizi sociali fa ritenere che l’organizzazione territoriale abbia influito sull’uso efficace e tempestivo delle risorse statali.
    L’obbligo di rendicontazione a carico delle Regioni e l’esercizio di funzioni di monitoraggio hanno comunque consentito la verifica della corretta utilizzazione dei fondi statali e la riacquisizione, per un’utile riallocazione – conclude la magistratura contabile – delle somme inutilizzate al bilancio dello Stato, stante, a tutt’oggi, la mancata definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.

Fonte: ansa.it

(la)