Rifugiati e richiedenti asilo con disabilità: una questione che riguarda tutti

Immagine di persona in carrozzina con gambe amputateEstratto dall’articolo su: informareunh.it

….. Particolare rilievo merita poi il progetto del Comune di Torino, denominato Prisma – Per le Relazioni d’Aiuto, in cui si inserisce il servizio Disabilità e immigrazione. Questa iniziativa è nata nel 2007 dalla collaborazione del Passepartout Service (Interventi di Coordinamento e Servizi Integrati per la Disabilità fisico-motoria della Città di Torino) con l’Associazione Verba, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione di servizi rivolti alle persone con disabilità attraverso la complementarietà delle attività svolte facendo volontariato, con gli obiettivi generali perseguiti dalla Pubblica Amministrazione. Lo SDI (Servizio Disabilità e Immigrazione) nasce quindi dalla consapevolezza della necessità di supporto per le persone  migranti con disabilità che, anche se informate di alcune questioni tecniche e burocratiche, spesso non dispongono degli strumenti cognitivi, emotivi, linguistici e culturali per utilizzarle nel migliore dei modi; utilizza pertanto strumenti a diretto contatto con l’utente e quindi ascolto attivo, accompagnamento, relazione educativa e peer education [“educazione alla pari”, N.d.R.], e strumenti usati nel lavoro di strategia e pianificazione. La rete su cui opera lo SDI è costituita da organismi in grado di fornire servizi, quali cooperative, associazioni di volontariato o servizi pubblici. Esso fornisce alla persona gli strumenti per orientarsi sul territorio attraverso un percorso che le consente di sviluppare autonomia nelle scelte. In tal senso, vengono attivati corsi di accompagnamento che permettono un approccio graduale al corpo e che aiutano la persona a integrarsi nella nuova realtà, a comprendere le regole e il contesto, a superare eventuali equivoci. Altri esempi di accompagnamento includono appuntamenti sporadici con Enti Pubblici, come la Stazione di Polizia o l’Ufficio del Registro oppure esami medici presso l’ospedale o altre visite ambulatoriali. Si tratta di un accompagnamento fondamentale per la mediazione tra l’utente e i soggetti con cui entrerà in contatto, che non hanno il tempo di sviluppare relazioni durature le quali garantiscano spazi di comprensione reciproca; quindi è necessario supportare l’utente, sia dal punto di vista linguistico che culturale, in modo tale che entri in contatto positivo con i soggetti e con le entità a cui è indirizzato». …..

Fonte: http://www.informareunh.it/rifugiati-e-richiedenti-asilo-con-disabilita-una-questione-che-riguarda-tutti/

(gm/la)