Dopo una lunga attesa, arriva una serie di diritti per i lavoratori con DSA

Dopo anni di attesa, un articolo approvato in sede di conversione in Legge del “Decreto Sostegni-Ter” ha fissato una serie di diritti fondamentali per i lavoratori con DSA (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), che d’ora in poi potranno utilizzare nel proprio lavoro e nei colloqui di selezione strumenti compensativi, che permetteranno loro di esprimere al meglio il proprio talento. «È una grande conquista per oltre un milione di lavoratori del nostro Paese», commenta Andrea Novelli, presidente dell’Associazione AID, battutasi a fondo per ottenere questo risultato

«Questo è un passo in avanti importantissimo per oltre un milione di lavoratori del nostro Paese. Garantire infatti mezzi adeguati e pari opportunità alle persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) permetterà loro di esprimere al meglio la propria professionalità e di realizzarsi a livello personale, diventando al contempo una risorsa preziosa per le imprese e per la società intera»: così Andrea Novelli, presidente dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), commenta l’articolo approvato nei giorni scorsi in via definitiva dalla Camera, in sede di conversione del cosiddetto “Decreto Sostegni-Ter” (Decreto Legge 4/22), che dopo anni di attesa stabilisce una serie di diritti fondamentali per i lavoratori con DSA (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), i quali d’ora in poi potranno utilizzare nel proprio lavoro e nei colloqui di selezione strumenti che permetteranno loro di compensare le difficoltà del proprio disturbo ed esprimere al meglio il proprio talento. «Si tratta di una grande conquista – aggiunge Novelli – al pari di quella della Legge 170/10 sulla scuola [“Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in àmbito scolastico”, N.d.R.], per la quale, oltre a sottolineare la costante attività di sensibilizzazione da noi posta in atto presso il Governo e le varie forze politiche, vogliamo ringraziare la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, che ha presentato il relativo emendamento».
«Ora – sottolinea il Presidente dell’AID – ci aspettano altre irrinunciabili battaglie, prima delle quali sarà quella per estendere la Legge 170 dal mondo della scuola agli studenti universitari, consentendo anche a questi giovani di usare gli strumenti compensativi e le misure dispensative, attualmente concessi a discrezione del singolo docente».

«Prima di tutto – afferma dal canto suo Antonella Trentin, vicepresidente dell’AID – sarà vietata ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone con DSA nei luoghi di lavoro. Inoltre, i lavoratori con DSA, che liberamente sceglieranno di dichiarare la propria caratteristica, potranno chiedere nei colloqui di selezione del personale l’uso di computer con sintesi vocalecalcolatriceschemi e formulari, oltre al tempo in più per i test di selezione scritti. Coloro infine che siano già assunti e che lo desidereranno, potranno ricevere gli stessi strumenti e accomodamenti ragionevoli. Si tratta di misure praticamente a costo zero per le aziende, ma che porteranno enormi vantaggi. Ovviamente, va detto, spetterà al singolo lavoratore dichiarare o meno la propria caratteristica e chiedere gli accomodamenti più opportuni».

Secondo la nuova norma, va ancora ricordato, gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere applicati in tutte le occasioni di valutazione per l’accesso o il completamento di percorsi formativi finalizzati all’esercizio di attività e professioni, quali gli esami per accedere agli Ordini Professionali, nonché in àmbito sociale.
«E del resto – ricorda Novelli – da anni la nostra Associazione porta avanti un’attività di sensibilizzazione delle aziende e di formazione alle imprese che hanno ottenuto con noi la certificazione Dyslexia Friendly. Tra esse ricordiamo IBM, Intesa SanPaolo, Orienta, TIM. Speriamo che la loro esperienza sia un faro per molte altre imprese e che presto la cultura dell’inclusione si diffonda all’intero mondo del lavoro».

C’è infine un’altra battaglia, in àmbito di certificazione diagnostica degli adulti con DSA, che vede impegnata l’AID. «Oggi – spiega infatti Trentin – i centri che fanno diagnosi sono molto pochi e spesso privati, quindi a pagamento. Chiediamo perciò la presenza di un centro diagnostico pubblico e gratuito per adulti in ogni Regione italiana, anche perché senza la certificazione non si ha alcun diritto ad usare gli strumenti sul lavoro, all’università, nei concorsi pubblici o nell’esame per la patente». (S.B.)

Fonte: superando.it