La libertà oltre i limiti. Apre oggi la mostra multisensoriale FIAT LUX

Opera per non vedentiAll’Istituto dei Ciechi di Milano in mostra i quadri scultura tattili di Fulvio Morella. Opere universali e inclusive che celebrano la Giornata Nazionale del Braille (21 febbraio).

All’Istituto dei Ciechi di Milano è aperta da oggi fino al 21 febbraio la mostra FIAT LUX di Fulvio Morella a cura di Sabino Maria Frassà promossa dal progetto non profit Cramum. I quadri scultura tattili di Fulvio Morella celebrano la Giornata Nazionale del Braille – il 21 febbraio – raccontando la libertà oltre i limiti. “Sono opere per tutti” dice l’artista: infatti non sono pensate per i ciechi o per i “normo”-vedenti. “Il fine è quello di creare un’arte universale e inclusiva”, spiega il curatore Frassà “che ciascuno di noi possa “vedere” e vivere a modo suo, unico e irripetibile”. 
Queste opere fanno parte dell’ampio progetto Blind Wood a cui Fulvio Morella lavora da anni per promuovere un approccio all’arte veramente inclusivo e olistico. In questi quadri-scultura il legno tornito è unito al metallo e al braille, quest’ultimo impiegato non solo quale forma di scrittura ma anche quale elemento estetico-decorativo. Altre opere tratte da Blind Wood sono visibili anche nella mostra Pars Construens al Gaggenau DesignElementi di Milano (aperta fino al 22 marzo).

Per capire le opere il visitatore è invitato a vederle con gli occhi e con le mani.
A prima vista i quadri scultura di Fulvio Morella possono sembrare astratti, ma in realtà non lo sono: essi interpretano in modo geometrico forme tratte dalla quotidianità (il volo degli uccelli, una goccia d’acqua, un occhio o una pastiglia). Il senso di tali immagini è rivelato attraverso scritte braille che decorano tutte le opere. L’artista ci interroga così su chi alla fine sia in grado di comprendere veramente le opere: le persone che sanno leggere il braille o chi possiede il senso della vista? La verità è che ognuno di noi percepisce e comprende la realtà in modo diverso e parziale. Soltanto se ci confrontiamo e ci aiutiamo – ognuno con le proprie unicità – siamo in grado di capire il vero senso delle opere e del mondo in cui viviamo. E’ quindi l’invito ad aiutarsi reciprocamente a costituire la luce nell’oscurità a cui si riferisce l’artista con il titolo della mostra “FIAT LUX” (Sia fatta luce). Come spiega il curatore Frassà “l’arte è per Morella uno strumento corale di conoscenza della realtà, che è molto più ricca di come la vediamo. L’artista parte così dai limiti che la vita prima o poi ci mette di fronte per spingerci a conoscer meglio non solo noi stessi, ma anche gli altri e il Mondo che ci circonda. Per farlo dovremo aiutarci, usare tutti i sensi e prenderci il tempo necessario per farlo”.

La mostra FIAT LUX è così anche un’acuta riflessione sul rapporto tra libertà e limite. Non a caso la prima opera in mostra rende omaggio a Louis Braille che duecento anni fa donò con il suo alfabeto la possibilità di leggere e scrivere alle persone cieche o ipovedenti. Quest’opera, che porta il nome della mostra, rappresenta un occhio chiuso che riesce comunque a vedere grazie al braille. L’artista riflette in questo modo su come il poter comunicare – leggere e scrivere – sia la vera libertà degli esseri umani. Tale tema si ritrova anche nelle opere Ali di gabbiano e Medicina. Se il collegamento tra libertà e volo è esplicito, più celato risulta quello con la “medicina”. Non tutti infatti sanno che l’Italia è stato il primo Paese a prevedere che le scatole dei medicinali avessero scritte in braille già nel 1992.

Un’altra sezione di opere in mostra è dedicata agli sforzi necessari per essere liberi: l’imparare a vivere insieme e il senso di libertà sono i temi dell’opera Stormo, mentre la difficoltà di distinguere nella vita cosa sia importante è alla base dell’opera Batea. In particolare questo quadro scultura è dedicato a Dante a settecento anni dalla sua scomparsa ed è centrale nel percorso dell’artista, dal momento che è stata eseguita durante il primo lockdown. In braille è riportata la scritta “E quindi uscimmo a riveder le stelle” a significare che, dopo le difficoltà, torneremo a essere liberi. L’impegno e la costanza necessarie per essere liberi sono anche i temi centrali delle opere successive: in Grammofono l’artista racconta la necessità di ascoltare gli altri prima di imparare a suonare insieme, mentre in Goccia l’acqua che scava lentamente la pietra è metafora stessa dell’esistenza umana. Questa sezione non poteva che completarsi con il sommo elogio alla pazienza necessaria per vivere insieme liberamente e protagonista dell’opera Orologio infinito.
 
La mostra si conclude con due opere – Specchio Cieco e Io (autoritratto) – attraverso le quali l’artista ci invita a riflettere su come la libertà sia qualcosa di intimo e profondo, ben al di là delle apparenze.

Fonte: smallzine.it

(ca/la)