Premiato l’impegno di una donna con disabilità per l’alfabetizzazione dei poveri

Foto di Kariveppil, insegnante disabileKariveppil Rabiya, donna con disabilità motoria di religione musulmana, è stata insignita del “Padma Shri”, massima onorificenza assegnata dallo Stato dell’India, per il suo impegno nell’alfabetizzazione della popolazione adulta nello Stato del Kèrala. Presidente di un’Associazione divenuta un riferimento per sei scuole frequentate da studenti con disabilità, ma impegnata anche per i diritti delle donne e lo sviluppo di infrastrutture nelle aree più povere, Rabiya pensa che trasmettere agli altri le proprie conoscenze li renda più forti. La sua autobiografia si chiama “I sogni hanno ali”

Il Kèrala o Keralam «è uno Stato dell’India meridionale, che occupa una stretta striscia della costa sud-occidentale del Paese», come si legge in Wikipedia, ove si informa anche che «è lo Stato indiano con il tasso di alfabetizzazione più elevato (oltre il 90% della popolazione)» (grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni). Ed un po’ viene da sorridere al pensiero che proprio una donna con disabilità indiana possa avere contribuito al raggiungimento di un simile primato.
Viene da pensarlo, infatti, davanti alla notizia, rilanciata da «AsiaNews», che Kariveppil Rabiya, classe 1966, donna musulmana nata in un villaggio vicino a Tirurangadi, nel Distretto di Malappuram, è tra le personalità destinatarie dei Padma Shri, una delle massime onorificenze nazionali assegnate in India in occasione della Festa della Repubblica, per il suo impegno nell’alfabetizzazione dei poveri nei villaggi del Kèrala.

La storia di Rabiya è abbastanza avventurosa. A 14 anni contrae la poliomielite, conseguendo una disabilità motoria che la porta ad utilizzare la sedia a rotelle per i suoi spostamenti. Non si scoraggia e nel 1990 avvia un servizio di alfabetizzazione rivolto agli adulti nel suo villaggio, accogliendo, tra i suoi allievi, anche la nonna. L’esperienza si sviluppa, e in pochi anni diventa centrale all’interno di Chalanam (“Movimento”), l’Associazione di cui lei stessa diventa presidente. «A questa realtà fanno oggi riferimento sei scuole per ragazzi disabili, ma anche tante altre iniziative per la promozione della donna e lo sviluppo delle infrastrutture nelle aree più povere», come riferisce «AsiaNews».
Quando ha 34 anni, nel 2000, Rabiya scopre di avere un tumore, dal quale guarisce grazie alla chemioterapia. Nel 2002, superata anche questa “prova”, compie l’Haj, il pellegrinaggio musulmano alla Mecca. Nel 2004 cade, procurandosi una frattura della colonna vertebrale che ne ridurrà ulteriormente la capacità motoria. Ma lei ancora una volta non si arrende e, immobilizzata a letto, scrive la sua autobiografia dal significativo titolo di Swapnangalkku Chirakukalundu (“I sogni hanno ali”), che verrà pubblicata nel 2009.

Quando le hanno comunicato il conferimento del Padma Shri, ha ringraziato dicendo: «Dio è grande, sono onorata nel vedere il Paese premiare il mio lavoro». Quindi ha riflettuto sul significato del suo impegno: «Imparare è la cosa più importante e trasmettere agli altri quanto si è imparato è altrettanto importante. Sento che l’istruzione serve al suo scopo solo se ciascuno poi la consegna agli altri e li rende più forti». 

Fonte: superando.it

(ca/la)