Iva al non profit: un emendamento la rinvia al 2024

La Commissione Bilancio del Senato, con emendamento alla legge di bilancio, ha rinviato di due anni l’entrata in vigore dell’Iva obbligatoria per il volontariato. Tommasini (CSVNet): «Bene, ma si tratta di un rinvio e non di una abrogazione. È urgente aprire un tavolo di confronto per lavorare insieme a soluzioni definitive»

«Le disposizioni di cui all’articolo 5 comma 15-quater e 15-qunquies e 15-sexies del decreto legge n. 146 del 21 ottobre 2021 entrano in vigore il 1° gennaio 2024».

Con queste poche parole la Commissione Bilancio del Senato, nella notte, ha rinviato di due anni l’entrata in vigore della norma che assoggetta tutto il terzo settore al regime Iva. La novità è contenuta in un emendamento alla legge di bilancio. Questo tempo guadagnato servirà a superare l’infrazione dell’Unione europea tramite un confronto fra il governo e il Terzo settore. Dal 1° gennaio 2022 gli enti non profit che non svolgono attività commerciale avrebbero dovuto aprire tutti la partita Iva, introducendo costi, oneri organizzativi e ulteriore burocrazia per migliaia di piccole e piccolissime associazioni, senza beneficio per lo Stato.

«Esattamente un anno fa ci era stato assicurato un tavolo di confronto con il Governo» ha detto ancor ieri Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum per il Terzo settore «per affrontare e risolvere questa problematica: non è stato mai attivato. Siamo disponibili a individuare insieme le soluzioni che possano evitare gli effetti di questa nuova norma anche attraverso un confronto con l’Europa che salvaguardi le peculiarità straordinarie del Terzo settore in Italia, ne riconosca il principio solidaristico e ne rispetti il valore costituzionale ribadito anche dalla sentenza della Corte Costituzionale 131 del 2020».

«È una buona notizia perché è stato scongiurato, per il momento, un provvedimento che avrebbe messo in difficoltà tutto l’associazionismo, con aggravio di costi e adempimenti burocratici. Senza peraltro giovare alla casse dello Stato perché la novità avrebbe riguardato gli enti che non svolgono attività commerciali», dichiara Chiara Tommasini, presidente di CSVnet. «Come espresso più volte in questi giorni, ribadiamo la necessità di coinvolgere le rappresentanze del Terzo settore nelle decisioni che lo riguardano: siamo disponibili e pronti ad ogni dialogo. La decisione è frutto della larga mobilitazione portata avanti in questi giorni in modo corale dal mondo del volontariato e del terzo settore. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che a tutti i livelli si sono attivati per chiedere il ritiro del provvedimento inserito nel decreto fiscale. Si tratta però di un rinvio e non di una abrogazione. È quindi urgente aprire un tavolo di confronto con il Governo e le forze parlamentari per lavorare insieme a soluzioni definitive le quali, in linea con la disciplina comunitaria, possano salvaguardare l’operatività delle associazioni senza costringerle ad ulteriori e costosi adempimenti burocratici. Discutere insieme i provvedimenti riguardanti l’azione delle associazioni è un segno di riconoscimento dovuto per coloro che ogni giorno rimangono in prima fila a sostenere chi è in difficoltà e operano per il benessere delle comunità», conclude Tommasini.

Le ipotesi sulle strade da percorrere ci sono come già segnalato su Vita.it.

Fonte: vita.it