Gli angeli dei disabili mentali: le storie di cura dell’Anffas

Torino nel quartiere Vallette sostegno, accoglienza, ascolto, rappresentanza per affrontare le sfide quotidiane della disabilità.

Una presenza discreta, silenziosa. Un’attività quotidiana assai lontana dalla ribalta ma fondamentale. Quella di Anffas è la storia di cura di un gruppo di famiglie che oltre 60 anni fa (era il 1958) hanno deciso di mettersi insieme per affrontare le sfide quotidiane della disabilità. L’intento è quello di offrire sostegno, accoglienza, ascolto, rappresentanza.

Oggi l’Anffas è la più grande associazione italiana di famiglie di persone con disabilità intellettive e disturbi del neuro sviluppo con una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale grazie a 167 associazioni locali e 49 enti a marchio volti a garantire la cura, l’assistenza, la tutela di oltre 30.000 persone con disabilità intellettive. Quello delle Vallette, in via Fiesole 15, nella periferia Nord della città, è uno dei due centri diurni gestiti in città da Anffas Torino destinati ad accogliere persone con disabilità intellettiva e disturbi del neuro sviluppo. La nostra è una città che può raccontare tanto su questo fronte. Proprio a Torino, ad esempio, nel 1959 è nato il primo centro diurno per le persone con disabilità intellettiva d’Italia.

 
«Siamo presenti nel quartiere Vallette da 15 anni e abbiamo intenzione di rimanerci. Non è un territorio semplice, per diversi motivi» spiega il presidente di Anffas Piemonte Giancarlo D’Errico. «Noi portiamo avanti la nostra attività con discrezione, d’altra parte non è qualcosa che attiri così tanto le persone che non vivono certe situazioni». Operare in un contesto periferico, prosegue D’Errico, «non è affar semplice. Fra questi enormi caseggiati si vivono dinamiche che difficilmente collimano con il nostro mondo, quello della disabilità intellettiva. Da parte nostra, come abbiamo sempre fatto, continueremo ad interagire col territorio: non vogliamo essere, e non ci consideriamo, un corpo estraneo».

La pandemia non ha semplificato le cose. Soprattutto all’inizio dell’emergenza Covid-19 il peso della gestione delle persone con disabilità è stato completamente scaricato sulle famiglie. Piano piano però la vita pubblica è ritornata alla normalità e anche Anffas, con le giuste precauzioni e con la dovuta gradualità, ha ripreso a pieno regime l’attività a supporto delle persone con disabilità e delle loro famiglie. «Il nostro – conclude D’Errico – è un lavoro di trincea nato con l’obiettivo di dare un sollievo alle famiglie: facciamo questo da mezzo secolo, non ci ha fermato la pandemia, e non ci fermeranno le difficoltà».

Fonte: lastampa.it

(la)