Inizia fin dai primi mesi di vita a raccontare brevi storie (partendo da semplici descrizioni teatralizzate di inseguimenti, voli, precipitazioni), recitando con ricchezza di inflessioni, esclamazioni, interrogazioni, suppliche capaci di riattivare continuamente l'attenzione del bimbo. Fai in modo che prima e dopo il racconto ci sia silenzio.
Poi usa filastrocche e scioglilingua con gesti correlati.
Gioca a togliere le parole e lascia le onomatopee (ricordi la “Macchina del capo”?) connesse alla coreografia.
Infine prendi una fiaba e crea il “sonoro” di un film immaginario.
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FABRIZIO DE ANDRÉ Volta la carta
ANGELO BRANDUARDI Alla fiera dell'est
CANTO GREGORIANO In exitu Israel
ROBERTO LEYDI (a cura di) Ballate da canti popolari
La voce può raccontare storie e riflettere le esperienze passate per metafore e miti. Secondo gli studi sulla linguistica, un racconto si compone di un esordio che espone fatti e personaggi, di uno sviluppo della vicenda, che scaturisce da una reazione ai fatti esposti e scatena uno stato di crisi e di un epilogo che recupera e ricompone i fatti.
In gran parte della musica occidentale questa struttura ispira l'organizzazione della composizione (pensiamo alla forma-sonata) ed è il modello al quale la nostra capacità di ricostruire le memorie fa riferimento. Certo, acquisire questo modello implica per un bimbo l'accettazione dei cambiamenti e delle separazioni, ma è un passaggio indispensabile per la crescita, che comporta continui abbandoni e rinnovamenti.