Gli amanti:

Si chiamano amanti lo sento in cuore mio, in genere mutanti pomposi ma con brio, si accoppiano di sera all'ombra di un drive in.
E cadono nel vuoto di allarmanti idiozie, sudando senza fiato verso sordide pazzie, con le mani nelle tasche scompaiono oramai.
Non riesco ad ascoltare le smielanti poesie, dei giovani piccioni e delle loro ipocrisie, non vedono da soli la fine di ogni amor.
E abbattono le vette di suoni e di colori come immobili civette con il culo sugli allori, e tessono le trame di francesi "tragédies".
Si guardano gli amanti come scimmie ammaestrate, si credono giganti sono rane esagerate, mi pare di vederli sfalsare la realtà.
Si piangono quei santi all'alba dell'addio, promettono contenti di chiamarsi amore mio, a cercare i sentimenti si perdono così.
Mi sento giù nel fondo dell'arida ironia, che mi ostino a rifilare a qualunque compagnia, una specie di rimorso per la vecchia anemia.
Mi sembra di volere ogni tanto ma non troppo, tuffarmi in un bicchiere di miele o di sciroppo e lasciarmi abbindolare da propositi e bugie.