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Ultimo aggiornamento - 14 Febbraio, 2007

Consulenze Professionali SIAE-ENPALS

Riflessioni

Il Progetto Musica, attraverso la Città di Torino - Ufficio Creatività e Innovazione, Settore Arti Visive, Vice Direzione Generale Gabinetto del Sindaco e Servizi Culturali, è stato il primo Comune in Italia ad interessarsi dei problemi dei musicisti inerenti all'Enpals. Siamo lieti e in qualche modo fieri che il nostro operato e le nostre proposte, insieme all'operato di altri uffici, associazioni, operatori del settore, gruppi e musicisti abbiano portato a questo grandissimo risultato. Ci abbiamo creduto fin dall'inizio e non abbiamo lavorato invano.

Il merito ovviamente non è solo nostro, ed è doveroso citare in primis il Tribunale di Trento, primo ad emettere sentenze favorevoli ai musicisti in questo settore, i Senatori Carlo Perrin e Helga Thaler Ausserhofer, promotori della proposta in finanziaria, Walter Eschgfäller dell'Associazione Liederszene Südtirol, la Regione Piemonte per la prima proposta di legge regionale sull'Enpals, l'Arci Nuova Associazione di Torino, il Mei di Faenza e tutti gli altri musicisti ed operatori del settore che si sono interessati al problema e che ci hanno aiutato in questi anni.

Ecco il testo originale nella finanziaria: Legge 296/2006, art.1, comma 188 (recentemente modificato dalla Legge 222/2007) - "1. Per le esibizioni in spettacoli o in manifestazioni di intrattenimento o in celebrazioni di tradizioni popolari e folkloristiche effettuate da giovani fino a diciotto anni, da studenti fino a venticinque anni, da soggetti titolari di pensione di età superiore a sessantacinque anni e da coloro che svolgono una attività lavorativa per la quale sono già tenuti al versamento dei contributi ai fini della previdenza obbligatoria ad una gestione diversa da quella per i lavoratori dello spettacolo, gli adempimenti di cui agli articoli 3, 4, 5, 6, 9 e 10 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, ratificato, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 1952, n. 2388, e successive modificazioni, sono richiesti solo per la parte della retribuzione annua lorda percepita per tali esibizioni che supera l’importo di 5.000 euro. Le minori entrate contributive per l’ENPALS derivanti dall’applicazione del presente comma sono valutate in 15 milioni di euro annui."

L'articolo 188 del maxiemendamento presenta molti vantaggi e benefici per la musica, la libera espressione e per i giovani musicisti in generale.

Sappiamo tutti che dall'accordo Siae-Enpals del 2002 in poi abbiamo visto una drastica riduzione dei concerti dal vivo, soprattutto per tutti quei musicisti e gruppi che operavano a livello dilettantistico ed amatoriale per l'applicazione letterale delle vecchie norme del 1947 a tutti i tipi di spettacoli in Italia. Se in un primo momento l'accordo aveva l'obbiettivo di recuperare i contributi Enpals evasi o elusi ha invece nel tempo avuto l'effetto di penalizzare proprio le esibizioni dei musicisti emergenti e giovani che si affacciavano per la prima volta nel mondo della musica.

Il fatto che i musicisti giovani, emergenti, gli studenti, i pensionati e tutti quelli che già pagano contributi previdenziali non debbano essere obbligati a complicate procedure burocratiche e a ulteriori spese per la loro attività amatoriale, non cambia di una virgola le istanze dei musicisti professionisti o con obbiettivi professionali. Nessuno mette in discussione il valore del lavoro e della previdenza, come del riconoscimento dello status di professionista, anche discontinuo, atipico o saltuario. Uno Stato democratico e moderno deve però sostenere e aiutare tutti quelli che intendono intraprendere una carriera professionale nei settori artistici e dello spettacolo, a tutti i livelli. Questi settori sono atipici rispetto al resto del mondo del lavoro, e vanno quindi trattati diversamente, sia per chi lavora già sia per chi ci vuole provare. Il 90% di chi prova a fare il musicista purtroppo non ce la fa, e la maggior parte del restante 10%, se togliamo i big, "sopravvive". Se vogliamo che la percentuale di chi ce la fa aumenti dobbiamo cercare di sostenere, anche con degli sgravi fiscali e previdenziali, il nostro settore. La nuova norma, unita alle altre iniziative del pacchetto del Governo per sostenere i giovani nelle loro attività artistiche e culturali (l'iscrizione alla Siae a soli 28 Euro per esempio) va in questo senso e risolve anche alcuni problemi di carattere legale e costituzionale.

In breve:

  1. la norma nell'emendamento allarga ai giovani, agli studenti, ai pensionati e ai dilettanti i diritti già esistenti per il settore sportivo per la parte previdenziale.
  2. Non sarà più obbligatorio richiedere contributi previdenziali per esibizioni gratuite (un mostro giuridico!), a prescindere dal luogo in cui sono effettuate.
  3. Con la norma viene garantita la libertà di espressione a tutti, senza condizioni, come garantisce la Costituzione agli artt. 21 e 33. Non si può subordinare un diritto costituzionale ad un obbligo di carattere previdenziale.
  4. Viene finalmente riconosciuta a tutti la "contribuzione prevalente", ovvero l'esenzione da una seconda contribuzione per chi ne versa già una per il proprio lavoro.
  5. La nuova norma è inoltre coerente con il dettato del D.lgs 276/2003, art. 61 comma 2, che per le prestazioni occasionali fino a 5.000 euro annui complessivi esonera dal pagamento dei contributi previdenziali.
  6. Si conferma così l'interpretazione data dalla sentenza del giudice Michele Maria Benini, Tribunale di Trento n. 93/02, R.G. 420/00, Cron. 564/02, del 29 aprile 2002.
  7. Ci sarà un evidente vantaggio per l'erario in quanto gli eventuali guadagni dovranno essere dichiarati (al fine di non superare i 5000 euro annui), facendo emergere dal "nero" queste somme.
  8. I gestori dei locali potranno riprendere ad organizzare concerti per gli emergenti senza complesse procedure burocratiche. Era proprio la loro categoria che si era trovata in difficoltà rinunciando ad organizzare spettacoli a fronte degli obblighi Enpals.
  9. Finirà una volta per tutte lo sfruttamento dei giovani musicisti da parte delle sedicenti associazioni e cooperative per i servizi Enpals, che grazie alla precedente situazione lucravano costi insostenibili anche per poche esibizioni all'anno.

Inoltre, il dichiarato mancato introito di 15 milioni di euro per l'Enpals non è sostenuto da dati oggettivi vista la precedente perdita di contribuzione stante la diminuzione delle esibizioni degli emergenti in questi anni. La vera evasione contributiva non va cercata fra i ragazzini e i gruppi di base, ma fra i professionisti che non versano.

Detto questo l'effetto vero sarà quello di far ripartire la musica emergente dal vivo, dando una possibilità in più al mondo degli emergenti e dei giovani, che forse in un futuro potranno diventare dei professionisti del settore.
Nulla cambia per tutti gli artisti professionisti o con obbiettivi professionali, e per tutti quelli che si esibiscono a pagamento: le norme non sono cambiate. E' vero che dovrebbero avere più tutele e garanzie e gli dovrebbero essere riconosciuti dei diritti che già altri lavoratori hanno.

E' sacrosanto il dovere di pagare i contributi a chi si esibisce e viene pagato per farlo come è sacrosanto occuparsi dei diritti di chi dovrà prendere la pensione in futuro. Ma serve chiarezza da parte di tutti gli enti previdenziali in merito al riconoscimento del sistema contributivo (ovvero tanto verso-tanto avrò di pensione) e dei sistemi di ricongiunzione e di cumulo dei contributi. Oggi un giovane musicista obbligato a pagare dei contributi Enpals per le poche prestazioni che fa non sa dove vanno a finire questi soldi e se li rivedrà in una pensione in futuro. Ci sono dei tetti minimi da raggiungere? Come si ricongiungono i contributi agli altri enti previdenziali? Dove vado a controllare quanto è stato versato ?

Le persone coinvolte dalla nuova normativa non sono quelle che fanno 120 giornate di lavoro all'anno (il minimo contributivo per avere la pensione), anche tenendo conto delle prove! Stiamo parlando per la maggior parte di minorenni, di studenti delle superiori, di ragazzi che a malapena fanno una ventina di concerti malamente retribuiti. Il fatto di prendere un misero rimborso spese (50 euro in media) per pochi concerti all'anno non ripaga i ragazzi neanche delle spese per le corde della chitarra o della benzina per la macchina… Stiamo parlando di un mondo che non ha nulla a che fare con chi invece fa dell'attività artistica la propria professione, sia per chi si esibisce dal vivo, in studio, in orchestra o espleta attività didattica.
E' evidente che questa norma ha l'obbiettivo di permettere una minima libertà di espressione artistica proprio a tutti quei musicisti in erba, potenziali professionisti del futuro. Trattarli come la legge tratta Vasco Rossi o i Subsonica non li aiuta, anzi, li danneggia e danneggia la musica.

Altro problema è quello di un mercato difficile, povero di mezzi, che per risparmiare pochi soldi di contributi riduce la qualità dell'offerta e crea delle sacche di elusione previdenziale e fiscale. Ma questo è un boomerang che poi colpisce chi fa della cattiva programmazione culturale.

Anni fa un dirigente Enpals di Roma, in una conferenza pubblica a Biella, resosi conto che stavamo parlando di un universo a lui sconosciuto (e questo già ci faceva pensare sull'attualità della normativa Enpals), mi ferma e fa "Ma stiamo parlando di 100 mila lire a concerto? Per venti concerti all'anno? Scherziamo? Ma cos'è, elemosina?" e da lì in poi conveniva che il sistema Enpals non poteva essere applicato a ragazzini di 16 anni e dilettanti da dopolavoro.

Sono mondi diversi che devono dialogare, ma sono diversi per esigenze e istanze. Non sono e non devono essere contrapposti. Se il percorso sarà comune, riconoscendo diritti e tutele ad ognuno secondo le proprie esigenze, avremo più musicisti e più spettacoli in futuro. Un futuro con tutti quegli emergenti che potrebbero diventare lavoratori del settore, ma almeno diamogli la possibilità di provarci!

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