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2004/05 - Comunicare il museo. Il teatro come strumento didattico-educativo

Candidato: Emanuela Coscia

Relatore: prof. Tadeusz Lewicki; Correlatore: prof. Giuseppe Costa; Presidente: prof. Mario Comoglio

Facoltà: Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale, Università Pontificia Salesiana (Roma)

La tesi di laurea traccia una nuova linea di indagine all'interno della didattica museale. Per la prima volta, infatti, viene condotto uno studio sistematico su una particolare metodologia di didattica museale indirizzata soprattutto agli alunni della Scuola Primaria: le "visite-spettacolo", ossia animazioni museali condotte da attori che interagiscono con i bambini facendoli divenire parte attiva della performance. Il lavoro di tesi si articola su tre livelli: nel primo, si fa un breve excursus sulle tre funzioni principali assolte dal museo nel corso della sua storia (conservativa, politica, didattico-educativa). Nel secondo, si cercano di tracciare le basi teoriche del teatro educativo quale modalità elettiva di approccio al museo;si fa inoltre il punto della questione sulle varie tipologie di "visite-spettacolo" realizzate nei musei italiani (a tal scopo è stato raccolto ed analizzato un campione di 76 progetti). Nel terzo, si studia come rendere spendibile all'interno dei curricoli della Scuola Primaria l'esperienza vissuta al museo. Come mai la scelta di studiare le "visite-spettacolo"? Il teatro educativo, oltre a porsi come metodologia in grado di raggiungere efficaci risultati di apprendimento, permette di far fronte anche agli obiettivi educativi richiesti dalla società contemporanea. Il teatro, infatti, per sua natura prevede un'interazione di tipo "cooperativo", aspetto questo fondamentale per la società attuale in cui vi è una forte crisi delle istituzioni specificamente legate al processo di socializzazione (scuola, famiglia). Il teatro è fin dalle sue origini più remote l'arte per eccellenza della narrazione, della comunicazione: possiede infatti le due dimensioni comunicative dell'aprirsi con e dell'aprirsi a. Un teatro, cioè, che si fa e che si realizza solo nell'interazione teatranti-pubblico; un teatro da "vivere". Un teatro che sposti lo sguardo del bambino da un "punto di vista" ad un "punto di vita", in quanto esperienza che si svolge in un arco spazio-temporale condiviso, vissuto, in cui il bambino stesso diviene autore di senso e di memoria. Uno degli aspetti più interessanti della tesi è la ricerca descrittiva-esplorativa sulle produzioni di visite-spettacolo museali, per la Scuola Primaria, nell'intero territorio nazionale. Scopi della ricerca: disegnare una piccola mappa delle città/province più attive nel comunicare il museo mediante il teatro; capire per quale tipologia di museo, in base alla classificazione ICOM, siano state maggiormente realizzate visite-spettacolo; tipologia di convenzione teatrale più usata; caratteristiche delle visite-spettacolo: richiesta o meno di prerequisiti, ideazione/realizzazione del progetto, i suoi attori e le sue fasi, i luoghi di attuazione; obiettivi di apprendimento maggiormente perseguiti; spendibilità del progetto, in relazione ai POF, all'interno dei curricoli scolastici. La tesi presenta, nella sua parte finale, un progetto di didattica museale-teatrale ideato appositamente per le quarte classi della Scuola Primaria: "Cuciniamo per Demetra un...". Partendo dalle opere esposte nel Museo Nazionale Archeologico "Domenico Ridola" di Matera, si è cercato di immaginare un'esperienza di didattica museale-teatrale che potesse da un lato favorire l'apprendimento e la socializzazione nei bambini; dall'altro, porsi quale occasione per dar vita, una volta tornati a scuola, ad una didattica che fosse più vivace, affascinante e coinvolgente per gli alunni, e che si integrasse appieno con gli obiettivi specifici di apprendimento previsti dai POF nelle diverse aree disciplinari (italiano, storia, inglese, geografia, geometria, musica, scienze motorie e sportive, educazione alimentare, religione, arte e immagine).

Per contatti e-mail: emanuela_coscia@yahoo.it

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