Città di Torino

Musei Scuola

Home > Formazione e approfondimenti > Contributi e riflessioni > 2012 - "IllustrAzione: quando illustrare significa scoprire il mondo" a cura di Claudia D’Angelo

2012 - "IllustrAzione: quando illustrare significa scoprire il mondo" a cura di Claudia D’Angelo

a-68

museiscuol@ pubblica la recensione della mostra realizzata dalla Sezione Didattica della Fondazione Puglisi Cosentino e l'intervista  fatta a Mercedes Auteri

Da qualche anno a questa parte buona parte dei più grandi e riconosciuti musei del mondo ha iniziato ad investire sull’educazione, pensando i servizi educativi come un importante filtro capace di educare i piccoli all’arte e di avvicinare i grandi alla cultura; una grande scommessa che in certe realtà straniere può considerarsi vinta e ormai alla base di ogni ben riuscito programma museale.

s-61

La mostra IllustrAzione in corso a Catania presso la Fondazione Puglisi Cosentino per l’Arte(dall’11 novembre 2011 al 27 gennaio 2012, prorogata al 2 marzo) e curata dalla sua Sezione Didattica nasce proprio dalla consapevolezza che i libri per l’infanzia costituiscono probabilmente i primi passi che noi tutti compiamo verso letteratura, storie, forme e colori e come tali rivestano un altissimo ruolo educativo. La mostra mette in esposizione ben 60 opere originali di affermati illustratori catanesi (Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata, Santo Pappalardo, Lucia Scuderi e Nadia Ruju) investendo sulla città e sui suoi talenti per proporre un approccio inedito al disegno e alla grafica: come anche il titolo suggerisce, una mostra con cui poter finalmente interagire per scoprire cos’è l’illustrazione e a cosa serve, come si passa dal progetto alla libreria o semplicemente quali siano gli strumenti dell’autore-illustratore; percorrendo le sale di questa mostra si è inevitabilmente attirati a scoprirne i retroscena, a esplorare i coloratissimi totem didattici e a giocare con gli strumenti del mestiere, magari prendendo spunto dalle meraviglie grafiche che tappezzano le pareti.
La Sezione Didattica, promotrice e sostenitrice dell’alto valore educativo di questo progetto, ha voluto affiancare alla mostra un fitto calendario di attività laboratoriali curate dagli stessi autori in mostra e rivolte ai pubblici di ogni età, dedicando ogni incontro ad un particolare aspetto dell’avventura editoriale di ogni opera grafica: dalla copertina, allo sviluppo dei personaggi, dalla costruzione del menabò alla pubblicazione. La mostra ha riscosso riconoscimenti, esportando alcune sue tavole alla Biennale di Torino e al Salone del Libro di Taiwan, ed è stata prorogata al 2 marzo per permettere a tutti di visitarla.
Facciamo qualche domanda a Mercedes Auteri, responsabile della Sezione Didattica, e scopriamo, anzitutto quali siano le premesse metodologiche e gli obiettivi che una mostra interamente pensata e realizzata da una sezione didattica museale dovrebbe avere:

f-64

Mercedes Auteri: Il punto di partenza (la premessa) e il punto d’arrivo (l’obiettivo finale): educare all’arte. Per fare questo, dalla nascita di questa Fondazione, ho ispirato i nostri servizi educativi ad alcuni modelli anglosassoni che hanno raggiunto molto prima dell’Italia la consapevolezza che educare attraverso l’arte è una delle più importanti conquiste pedagogiche per l’umanità. Pensa che il Brooklyn Museum di New York (il primo museo per bambini con lo scopo di aiutare il giovane pubblico a capire se stesso insieme al mondo in cui vive) è del 1889. Nel sud Europa esperienze simili sono arrivate solo negli anni ’60 e ‘70 del Novecento, nel sud Italia invece l’idea di avere all’interno del museo un dipartimento educazione strutturato ed efficiente è arrivata, con continuità, solo negli ultimi anni. Nell’organizzare una mostra didattica, dunque, risulta fondamentale includere un pubblico vasto e tutelare sempre i visitatori più piccoli dando loro un punto di vista privilegiato sull’arte, sulla storia, sulla cultura in genere. Bisogna sempre focalizzare: il pubblico a cui ci si rivolge, il centro dell’esposizione, gli strumenti con cui comunicarlo. Nel caso della mostra IllustrAzione lo sguardo si concentra sui libri, che sono stati e restano il principale oggetto di crescita per tutte le età e, aggiungerei, per l’intero Paese. La Fondazione Puglisi Cosentino ha sempre avuto a cuore la qualità delle attività educative correlate ai grandi nomi che continuano ad esserci nell’altra ala del Palazzo (con le mostre Costanti del classico nell’arte del XX e del XXI secolo, Burri e Fontana, Carla Accardi) ma, da quest’anno, ha osato di più con il parallelo allestimento dei propri spazi e la scelta diretta degli artisti coinvolti nel progetto.

Claudia D’angelo: Come è nata l'idea di questa mostra?
M.A. : L'idea è stata quella di investire sulle eccellenze locali in maniera universale. Lucia Scuderi, Santo Pappalardo, Riccardo e Margherita, Nadia Ruju sono illustratori catanesi che hanno pubblicato in Italia e all'estero e hanno ricevuto diversi premi e riconoscimenti e che dall'apertura della Fondazione sono stati coinvolti nel mio programma educativo rivolto al pubblico di ogni età, bambini, famiglie, adulti. Scegliendo di esporre le loro opere ho dato un taglio preciso alla mostra volendo privilegiare una fascia di pubblico e un tema precisi. Ci rivolgiamo principalmente alle scuole ma anche alle famiglie e il tema fondamentale è: l’illustrazione nel libro, il rapporto tra immagine e testo, come nasce l’idea creativa e poi finisce nelle nostre case passando per le tavole dell’artista, il menabò, l’editore, la libreria. Per affezionare tutti i visitatori abbiamo creato un allestimento che valorizzasse questo tema con: l’esposizione delle tavole originali; messe in relazione con l’esposizione dei libri stampati in tutte le lingue del mondo (perché i nostri illustratori catanesi sono noti anche fuori dall’Italia, dalla Croazia alla Corea, passando per la Svizzera, l’Europa e il Canada); rese vive da tre totem artigianali (costruiti dagli illustratori stessi) e un video, posti nelle quattro stanze della Sezione Didattica, che interagissero con il visitatore invitandolo, hands-on, a giocare con le parole, i personaggi, gli strumenti, le fasi di realizzazione del libro. E, infine, facendo condurre agli artisti stessi le attività correlate proposte, dalle letture per i bambini di tre anni accompagnati dai genitori ai laboratori per le scuole, agli stages di illustrazione per gli adulti.

f-63

C.D. : Come nasce la collaborazione tra questi illustratori? E quella con la fondazione Puglisi Cosentino?
M.A. : Ci conoscevamo da prima di questa occasione, essendo dello stesso ambiente, della stessa città, avendo a cuore lo stesso obiettivo: affezionare all'arte, alla lettura, alla cultura come risorse indispensabili per lo sviluppo evolutivo del potenziale umano. Ho seguito ed apprezzato il loro lavoro e li ho chiamati prima come operatori esterni a condurre letture animate e laboratori, adesso, per continuare a crescere insieme, come artisti in mostra.

C.D. : Qual è l'auspicio di questa mostra?
M.A. : Come responsabile della Sezione Didattica, ho fatto una scommessa nel proporre alla mia città, ancora così poco abituata alla frequentazione dei musei, un'esposizione di qualità con pochi mezzi ma con cura estrema nella formula propositiva: un biglietto popolare d'ingresso a un euro, le tavole originali degli illustratori in mostra per sottolineare la loro perizia e il loro talento, un allestimento interattivo con un video delle fasi della creazione in stop-motion, dei totem-gioco artigianali creati dagli artisti per coinvolgere grandi e piccoli, un programma educativo correlato con laboratori, visite guidate, letture animate strutturato per le scuole e per il pubblico di ogni fascia d'età. La città sta rispondendo e, al primo mese di esposizione, la scommessa sembra già vinta.
L'auspicio è che il pensiero creativo sia contagioso, che la città si affezioni sempre di più ai suoi musei e alle attività culturali proposte, come la Sezione Didattica della Fondazione Puglisi Cosentino cerca di fare dalla sua nascita (ormai quattro anni fa). Crediamo fortemente, anche in tempi di crisi nera, che lo sviluppo di un paese sia legato anche ai colori che diamo ai nostri giorni, alla capacità di essere elastici, alla sostanza etica ed estetica con cui affrontiamo la vita. L'arte insegna tutto questo, dunque, a vivere meglio.

Cerca nel sito

Ricerche avanzate