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I bambini e l'arte contemporanea. Percorsi ed esperienze d'arte in erba a cura di Gori S., Guarducci B.

i bambini e l'arte contemporanea

Editore Gli Ori, Prato 2005

Una delle prime opere di arte ambientale che si incontrano nella Fattoria di Celle è il labirinto di Bob Morris, l'artista americano che fra i primi ha costruito il suo monumento-scultura: appunto un tracciato labirintico, posto di sbilenco su di un prato del parco di Celle. E un colto richiamo alle strutture marmoree bicolori, con le linee bianco-verdi che si inseguono sulle chiese romaniche e gotiche, della Toscana ed in particolare di Pistoia; ma è anche un gioco per i ragazzi, che si rincorrono nei suoi meandri, si chiamano e si scoprono nei tracciati spezzati, vi giocano a nascondino.

Perché ora nella Fattoria di Celle, collezione di arte ambientale unica nel suo genere, in cui le opere di alcuni fra i più noti artisti contemporanei sono collocate en plein air in questo parco magico si compiono gli esperimenti di Arte in erba, dei cui scopi e risultati, della cui "filosofia" racconta questo libro. Avere i ragazzi che sciamano nel parco, fanno il girotondo intorno ad una scultura, interagiscono a loro modo con le opere darte, crea unaltra dimensione per la collezione e per il parco: come se ambedue, originariamente destinati ad una visione e fruizione elitarie dell'arte e della combinazione arte-natura, avessero anche acquisito una connotazione ludica, tipica dei giochi infantili.

Ma c'è dietro tutto questo - ed il libro lo spiega bene - un intento sottilmente didattico.

Scrive Maria Grazia Messina, che firma il saggio introduttivo, che da tempo si era compreso "quanto lopera darte fosse un fattore strutturale e propulsivo dei processi di apprendimento del bambino". Questo processo avviene con maggior difficoltà se si usa la tipica visita al museo, che offre metodi di apprendimento codificati e, per così dire, normativi, imposti. Ma qui a Celle, come spiega Stefania Gori nel secondo saggio, la conoscenza dell'arte immersa nella natura consente ai ragazzi di "frequentare i linguaggi artistici, magari traducendo i pensieri e gli stimoli da essi ricevuti in forme, colori, suoni e parole"; così, prosegue, da "avvicinarsi al rapporto con l'arte in maniera più spontanea". Perché, conclude nel terzo saggio Lorenzo Cipriani, guardare un'opera darte vuol dire metterla "in relazione con tutto quel bagaglio di informazioni e sensazioni che abbiamo accumulato fino a quel momento". Cè dunque il modo di guardare dell'artista, dell'appassionato, della persona colta o più semplicemente adulta: ma cè anche il modo di guardare del bambino, con i suoi occhi ancora innocenti, con le sue conoscenze non mediate dalle sovrastrutture imposte di pensiero, con la sua fantasia giocosa. Che deve essere aiutata, diremmo quasi scatenata, da un qualche supporto.

Quale? la classica guida d'arte? No, a Celle intorno alle opere si manifesta un folletto, un mimo che "in silenzio e con il solo movimento del corpo, aiuta i bambini a leggere le opere; il mimo interagisce con esse evidenziandone le caratteristiche e le forze creative ad esse sottostanti".

E un genio del bosco fatato, magico, perché dotato di opera favolose; i bambini lo capiscono e lo accettano come uno di loro che li trascina in questo gioco nuovo. Se si entra negli interni della fattoria, con le altre raccolte darte, entra in azione Scheggiolina, come una scheggia dintonaco caduta dai muri che volteggia intorno alle opere. "Ogni stanza offre un linguaggio visivo diverso, ognuna prende vita con Scheggiolina e con i bambini". Ci si potrebbe chiedere quali siano stati i risultati di Arte in erba, che ha ormai accompagnato molte classi, elementari, medie e superiori nel parco.

Il libro offre anche questa risposta, pubblicando alcuni disegni che i bambini hanno realizzato dopo la visita. E allora guardiamo quello di Ida (cinque anni), che ha interpretato i "sentieri del parco". Chi le ha insegnato, se non la sua fantasia stimolata dal folletto, quei tratti contorti e suggestivi, quei ricetti in cui crescono fiori grandi come baobab, quei laghetti multipli, quelle costruzioni strane e "diverse" (sono le opere d'arte), quei personaggi irreali (i suoi compagni, trasformati in creature del bosco) che si aggirano fra gli alberi ? Il tutto in un bel colore verde, perché nel disegno di Ida tutto è bosco, tutto è come nelle sue esperienze, forse nel suo sogno. Anche il disegno di Ida è un'opera d'arte: d'arte in erba, appunto.

Informazioni sul volume e-mail: paolo@gliori.it

Arte in erba: www.arteinerba.it

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