Città di Torino

Musei Scuola

Home > Formazione e approfondimenti > Bibliografia sull'educazione al patrimonio culturale > Visitatori con difficoltà fisiche e sensoriali > Apriti museo. Il diritto al patrimonio culturale: un dialogo aperto tra i diversamente abili ed i musei a cura di Brambilla Ranise G.

Apriti museo. Il diritto al patrimonio culturale: un dialogo aperto tra i diversamente abili ed i musei a cura di Brambilla Ranise G.

integrazione

Inserto monografico della rivista “Integrazione scolastica e sociale” - vol.5, n.5
Erikson Trento 2006

Questa monografia ha il suo punto d'origine in una giornata di studio dedicata il 2 maggio 2006 dalla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo all'articolo 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, dove si afferma che "Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici".

Si tratta di una importante istanza, più volte sottolineata nel contesto museale, basti ricordare la Dichiarazione di Stoccolma stesa da ICOMOS nel 1998, in cui si sottolinea che questo diritto comprende la possibilità di venire a contatto con le testimonianze del patrimonio culturale, rispettate in quanto espressioni delle singole identità culturali all'interno del genere umano, il diritto alla comprensione di questo patrimonio, così come quello di partecipare alle decisioni che riguardano i beni culturali ed i valori di cui essi si fanno portatori.

La scelta di affrontare questa tematica affonda le sue radici nella politica culturale della GAMeC, che dal 1999 ha fatto una "scelta di campo", inserendo nelle linee programmatiche della propria attività l'impegno al rispetto di questo diritto all'accesso nella sua triplice valenza: economica - abbattendo i costi e scegliendo la via della gratuità - culturale - fornendo strumenti adeguati e dedicati per consentire una piena fruizione delle proprie collezioni - e fisico, abbattendo le barriere architettoniche e creando percorsi ad hoc, con facilitazioni linguistiche e sensoriali per i cittadini svantaggiati o diversamente abili.

I progetti orientati in questa direzione sono stati rivolti a tutte le fasce d'età, raggiungendo i non vedenti e gli ipovedenti, i non udenti, le categorie socialmente svantaggiate, i disabili psichici e psico fisici, l'ospedale, il carcere. Animati dalla convinzione che non è possibile né corretto condurre una campagna solitaria e convinti dell'importanza di creare una rete di scambi che possa valorizzare i casi di eccellenza, mettere a frutto le riflessioni più aggiornate nel quadro di un contesto europeo, creare un dialogo tra gli esperti del settore, abbiamo strutturato la giornata di studio in nome del "Dialogo". E' questa la parola chiave che ha guidato me e Silvia Mascheroni nel dare vita ad un'occasione di ricerca comune, condividendo acquisizioni, ricerche, strumenti, per fare sì che il diritto al patrimonio culturale da parte di tutti non sia solo una retorica dichiarazione d'intenti.

I numerosi interventi degli esperti hanno contribuito a creare un importante quadro di riferimento, hanno fornito strumenti, metodologie, chiavi di lettura e linee di indirizzo che non dovevano andare perdute, perché il delicato problema del diritto all'accesso e dei doveri dei musei in tal senso ha ancora, nel nostro Paese, molta strada da fare.

Di qui la scelta, condivisa dalla rivista, di ospitare il dibattito emerso della giornata di riflessione, e restituirlo a tutte quelle realtà - dal mondo della scuola a quello della pedagogia, dal contesto dell'assistenza sociale a quello dei genitori, dagli educatori ai diversamente abili - coinvolte a vario titolo nell'impegno verso i pubblici più svantaggiati. Sono i primi destinatari delle riflessioni qui raccolte, perché l'impegno dei musei nei confronti del diritto al patrimonio culturale veda coinvolti in forma diretta e partecipativa tutti quei cittadini che hanno spesso identificato nel museo un luogo di esclusione sociale, e vengono invece qui chiamati in causa, affinché portino il loro contributo, i loro desiderata, in nome di un dialogo aperto che, solo, può davvero abbattere quelle barriere, visibili o invisibili, che cancellano un diritto così fondamentale.

Cerca nel sito

Ricerche avanzate