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Ad occhi chiusi nel museo a cura di Keller R. e D'Agostini C.

OCCHI

Atti del convegno Bergamo 25 ottobre 2002, Soroptimist international d'Italia/Club di Bergamo e Museo Civico di Scienze Naturali "E.Caffi", Bergamo, 2003.

Un confronto a più voci, per evidenziare la complessità che si apre, quando un museo vuole offrirsi a chi non vede. Partendo dal presupposto che una raccolta museale sia di per sé una selezione di materiale, è dato che un percorso tattile preveda una scelta dai caratteri ancor più restrittivi. Chiarificatore l'intervento di Fabio Levi della Tactile Vision Onlus di Torino, che suggerisce di privilegiare un piccolo numero di oggetti, significativi rispetto alla collezione, ciò nondimeno eloquenti ad una lettura tattile. Un insieme coerente e facilmente riconducibile all'esperienza diretta della persona cieca, al fine di agevolare la ricostruzione mentale ed i processi di sinestesia di cui parla Dina Riccò, del Politecnico di Milano. Il contatto diretto con l'oggetto originale, consente senza dubbio un approccio particolarmente appagante, tuttavia le proposte presentate ad un visitatore non vedente, possono essere variamente articolate.
Ne sono esempio le iniziative del Musée du Louvre, descritte da Cyrille Gouyette, del museo Omero di Ancona, presentate da Aldo Grassini e del museo Archeologico di Milano, illustrate da Massimiliana Pozzi e Giuseppina Ruggiero.
L'esperienza nella città di Bergamo è testimoniata dagli interventi di Giovanni Battista Flaccadori, presidente dell'UIC locale e di Federico Zonca fondatore della Happy Vision, produttrice di ausili secondo i dettami del "Design for all". Inoltre, dal percorso tattile alle sculture di Manzù, descritto da Giovanna Brambilla Renise del GAMeC e dal percorso del museo di Scienze Naturali - presentato da Marco Valle, Anna Paganoni e Cecilia D'Agostini - composto da materiale a disposizione di tutti i visitatori desiderosi di toccare, ma con aiuti pensati appositamente per chi non vede.
La questione più spinosa resta il dubbio che l'informazione venga recepita nel modo più corretto e completo. Ciò dipende da molte variabili - evidenziate da Loretta Secchi dell'Istituto per Ciechi F. Cavazza di Bologna e da Anna Soldati dell'Istituto dei Ciechi di Milano - prime fra tutte, l'educazione del tatto e l'educazione alla lettura delle opere. Condizioni imprescindibili, insite nel bagaglio culturale del visitatore, ma che forse anche il museo - adeguatamente preparato - consente di accrescere.

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