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2009 - "Storie plurali. Il Museo Guatelli, oggetti e storie di vita", Fondazione Museo Ettore Guatelli Ozzano Taro di Collecchio (PR)

Attoridel Progetto
Fondazione Museo Ettore Guatelli e Associazione Clio ‘92

Destinatari
Donne migranti e native (insegnanti e non) in età compresa tra i 18 e i 60 anni, individuate al di fuori dei contesti di formazione attraverso il coinvolgimento di soggetti politici, culturali, formativi e del mondo del lavoro quali intermediari tra il museo e le donne coinvolte.

La storia del Museo Guatelli (Ozzano Taro, Parma) si intreccia con la storia personale del suo autore, Ettore Guatelli, nato nel 1921 e divenuto maestro elementare nei primi anni del dopoguerra.
Il museo racconta le condizioni di vita dei lavoratori tramite la poesia degli oggetti (utensili della cultura contadina, ma anche oggetti di uso quotidiano, scatole, giocattoli, scarpe, ceramiche ecc.), disposti scenograficamente alle pareti.
Interessato agli oggetti in quanto testimonianza della storia dell’Uomo, Ettore Guatelli era soprattutto affascinato dalle storie che essi portano con sé e sono in grado di narrare – storie che Guatelli trascriveva e che sono tuttora conservate presso la Fondazione Museo Ettore Guatelli.

Il progetto “Storie plurali” si ispira dunque alla filosofia del fondatore della raccolta Guatelli nel voler raccogliere esperienze e storie delle partecipanti legate agli oggetti del museo, sviluppate attraverso le modalità del laboratorio teatrale.

Obiettivi
- attivare dinamiche interculturali all’interno di un territorio problematico sotto il profilo dell’attivazione di politiche di alfabetizzazione, attraverso l’apertura del Museo ad un pubblico “non abituale”;

- educare adulti migranti situati al di fuori di un contesto di istruzione formale a conoscere, interpretare e concettualizzare elementi materiali e immateriali che assumono valenza patrimoniale sia in riferimento alla cultura di provenienza che a quella del contesto di residenza;

- sollecitare le destinatarie (donne migranti e native) ad assumere consapevolezza della propria e altrui identità culturale in un’ottica inclusiva e ad adottare conseguenti comportamenti responsabili nel contesto civico verso altri individui e verso i beni patrimoniali;

- formare le destinatarie ad agire nei rispettivi contesti di lavoro quali mediatrici del patrimonio del museo in chiave interculturale.

Fasi di Lavoro
Tramite contatti con associazioni locali e con il supporto delle due amministrazioni comunali limitrofe di Collecchio e Fornovo, sono state individuate dieci donne, tra cui due italiane, che hanno lavorato assieme nell’arco di cinque mesi con incontri settimanali della durata di tre ore ciascuno.
La maggior parte degli incontri si è svolta presso il Museo Guatelli per la contestualizzazione del laboratorio e delle tematiche dell’interculturalità, il recupero dei saperi e delle conoscenze legate alla dimensione domestica e del lavoro, e l’individuazione degli oggetti e delle storie che da questi ritornano, e che hanno rappresentato il fulcro del laboratorio attraverso le modalità del teatro.
Il tutto finalizzato a recuperare storie, attraverso il confronto delle diverse esperienze di cui le destinatarie sono state le principali interpreti, proponendo la loro personale interpretazione della collezione anche attraverso la restituzione di nuove storie legate ai rispettivi contesti di provenienza. Le modalità del teatro hanno permesso una forte interazione tra le persone coinvolte nelle fasi operative, attraverso la condivisione di gesti e narrazioni a partire dalle sollecitazioni degli allestimenti del Museo Guatelli.
A conclusione del percorso si è svolta una rappresentazione teatrale a cura di FestinaLente Teatro, “Storie plurali: di mano in mano”, nella quale le donne hanno dato vita alle loro storie tramite il linguaggio verbale e gestuale. Lo spettacolo, che prevede un forte coinvolgimento del pubblico, ha avuto molto successo e ha già dato luogo a numerose repliche.

Esiti
Tra gli esiti positivi del progetto, l’incontro e la messa in relazione di persone provenienti da realtà differenti ha contribuito a una nuova apertura al contesto territoriale di riferimento, non solo per il museo ma anche e soprattutto per le donne migranti.
Il progetto ha inoltre favorito l’attivazione di un rapporto con soggetti e realtà fino ad allora estranee alla vita del museo (amministrazioni comunali di Collecchio e Fornovo, Camera del Lavoro, Forum Solidarietà, Teatro FestinaLente, Associazione Vagamonde), grazie alle quali sono state avviate collaborazioni per progetti futuri.
In prospettiva, si intende proseguire il lavoro con le donne coinvolte, in modo che possano assumere il ruolo di mediatrici culturali del museo ed essere impiegate nella conduzione di visite guidate in chiave interculturale rivolte alla comunità locale (non solo di origine immigrata, ma anche autoctona).

Referenti del progetto:
Mario Turci, Direttore del Museo Guatelli
direttore@museoguatelli.it
Jessica Anelli, conservatrice
info@museoguatelli.it

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