Vice Direzione Generale Servizi Amministrativi e Legali - Gioventù - Decentramento - Commercio - Suolo Pubblico
2009 00942/070
Settore Rigenerazione Urbana e Sviluppo
/CT
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CITTÀ DI TORINO

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

3 marzo 2009

Convocata la Giunta presieduta dal Sindaco Sergio CHIAMPARINO, sono presenti, oltre al Vicesindaco Tommaso DEALESSANDRI, gli Assessori:



Alessandro ALTAMURA
Marco BORGIONE
Giuseppe BORGOGNO
Ilda CURTI
Michele DELL'UTRI
Marta LEVI
Domenico MANGONE
Renato MONTABONE
Gianguido PASSONI
Luigi SARAGNESE
Maria Grazia SESTERO
Roberto TRICARICO
Mario VIANO











Assente per giustificati motivi l’Assessore Fiorenzo ALFIERI.




Con l’assistenza del Segretario Generale Adolfo REPICE.



OGGETTO: LINEE GUIDA PER LE AZIONI LOCALI DI RIGENERAZIONE URBANA.


Proposta dell'Assessore Curti.

1. Dagli interventi nelle periferie alle politiche di rigenerazione urbana.


La Città di Torino dalla seconda metà degli anni ’90 ha avviato progetti e interventi sul tema del recupero e della rigenerazione urbana di quartieri periferici, mettendo in campo risorse straordinarie sia dal punto di vista economico-finanziario, sia da quello gestionale ed amministrativo.
Questo insieme di progettualità, interventi e azioni costituisce un patrimonio di sperimentazioni e percorsi che in questi anni hanno configurato l’azione pubblica nei processi di rigenerazione urbana ed hanno promosso delle “comunità di pratiche” che a Torino hanno coinvolto funzionari pubblici, professionisti, operatori di terzo settore, altre istituzioni pubbliche, reti di cittadini che hanno lavorato sul campo e concorso a rigenerare il tessuto di molte aree della città.
Da un lato, infatti, il processo di trasformazione urbanistica della città, seppur non ancora concluso, è stato, in questi anni, straordinario sia in termini di risorse pubbliche e private, sia in termini di cambiamento dell’uso della città nel suo complesso: nuove centralità residenziali e di servizi, rifunzionalizzazione dei grandi vuoti urbani industriali, ridefinizione di funzioni e servizi su scala urbana e sovralocale.
Contemporaneamente ai processi di grande trasformazione urbanistica, Torino ha tuttavia acquisito la consapevolezza che si rendesse necessario intervenire su parti di città e quartieri periferici che nel frattempo attraversavano un declino in termini di funzioni, identità e qualità urbana.
Le periferie urbane, i quartieri prossimi ai luoghi di produzione e lavoro nati nel corso del Novecento hanno subito crisi di funzione e di identità, profondi cambiamenti socio-demografici ed economici che hanno determinato l’emergere di un “malessere urbano” su cui era indispensabile intervenire con progettualità specifiche e mirate.
Da un lato quindi si è profilata la necessità di intervenire in luoghi della città periferici dal punto di vista geografico, sociale ed economico – caratterizzati dalla presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica edificata negli anni della crescita e dello sviluppo urbano del secolo scorso – e nel contempo di agire nelle “emiperiferie urbane”, quartieri storici, popolari e densi di funzioni, caratterizzati da un patrimonio abitativo degradato ancorché privato e dove la crisi urbana, la fatica della coabitazione e la relazione tra diversi gruppi di popolazione rischiava di emergere con elementi di conflittualità sociale molto forte.
Si è trattato quindi di mettere in campo strumenti finanziari, modalità di intervento, dispositivi tecnici e manageriali che consentissero di intervenire affrontando in modo trasversale e integrato i temi della rigenerazione urbana.
La sperimentazione di diverse modalità di intervento e l’adozione di un approccio integrato – che superasse le settorialità tipiche dell’azione pubblica – è stato possibile anche grazie ad una stagione di programmi regionali, nazionali ed europei che hanno consentito non soltanto l’attivazione di risorse economiche, ma che hanno anche suggerito un metodo, imposto modalità di valutazione, dettato i tempi di realizzazione, invitato gli attori pubblici e privati a cooperare e a favorire la partnership e la sussidiarietà.
Questa stagione di progetti straordinari è stata l’occasione per sperimentare modalità organizzative della Pubblica Amministrazione e di avviare processi di sviluppo locale in molte aree della città, individuando forme diverse di intervento (agenzie di sviluppo locale, comitati di scopo, tavoli sociali, etc.).
La pluralità degli interventi, in parte conclusi in altra avviati alla conclusione, offrono la possibilità di valutarne gli esiti ed i processi e consentono di orientare l’azione dell’Amministrazione sia in vista delle attuali e future criticità territoriali, sia in funzione della necessità di mantenere i risultati raggiunti e promuovere nuove progettualità.
Si tratta, oggi, di mettere a patrimonio il know-how e le competenze che si sono sviluppate – anche con una coraggiosa valutazione critica – e affrontare i prossimi anni di interventi di rigenerazione urbana senza aspettare, necessariamente, l’attivazione di risorse straordinarie che paiono in fase di normalizzazione.
La vera sfida, infatti, è adottare approcci innovativi e integrati di sviluppo locale e di rigenerazione urbana intervenendo sulle modalità ordinarie di azione dell’Amministrazione Pubblica capace di mettere a disposizione degli attori sociali, civili ed economici dispositivi, competenze e visione di trasformazione urbana.
E’ indispensabile infatti affrontare i temi della “crisi urbana” , delle nuove povertà e delle fragilità sociali, dei conflitti e delle relazioni derivanti dai cambiamenti socio-demografici, del depauperamento delle risorse economiche di parti di città con uno sguardo complesso, competente e attento. Il tema dei processi di inclusione dei nuovi cittadini – immigrati di prima e seconda generazione – è profondamente connesso al modo con cui si costruiscono le condizioni per migliorare la vivibilità urbana, contribuire alla coesione economica e sociale nei territori, attivare politiche di mixitè sociale e ricostruzione/attivazione di reti sociali aperte ed inclusive. Nel magma della crisi urbana emerge cioè una domanda di pensiero urbano complesso che non è semplificabile nella sommatoria di interventi settoriali.
Torino, da questo punto di vista, è una delle città europee che meglio si è confrontata a livello comunitario e si è attrezzata su questi temi, promuovendo e investendo in molteplici “comunità di pratiche” che oggi possono e devono rappresentare il patrimonio su cui ripensare i modelli di intervento futuri. E’ significativo che a livello europeo si guardi a Torino come realtà che ha saputo coniugare modelli gestionali ed efficienza amministrativa nella gestione dei progetti europei (dal PPU The Gate all’Urban 2 di Mirafiori Nord) e che la Città abbia un ruolo determinante nei principali network europei che si occupano di questi temi.
Oggi si tratta di fare i conti con la complessità delle dinamiche sociali, attivare risorse e capitale sociale dei territori, individuare dispositivi, strumenti e risorse ordinarie di intervento per migliorare la qualità urbana, negoziare la coabitazione e la relazione tra i diversi gruppi sociali che si incontrano/scontrano nell’arena dello spazio pubblico.
Significa capitalizzare quanto fin qui fatto e affrontare il tema della trasversalità delle politiche ordinarie, dei diversi attori che concorrono a produrre trasformazione urbana, ciascuno dei quali è portatore di visioni, di interessi, di competenze che necessitano di strumenti di governance complessa e multifattoriale.
Il tema dunque è quello di promuovere un’agglomerazione urbana competitiva e coesa che sia capace di privilegiare una dinamica di sviluppo integrato a partire dai progetti, dalle vocazioni territoriali, dalle risorse e dalle comunità locali.

2. Gli interventi e le modalità organizzative dell’amministrazione dal 1997 a oggi.


Per rispondere alla necessità di intervenire nelle aree oggetto di interventi complessi, la Città di Torino ha individuato modalità organizzative interne che, a distanza di più di 10 anni, devono essere rilette, aggiornate e modificate alla luce di nuovi scenari di intervento.
Con deliberazione del Consiglio Comunale n.341, è stato istituito nel 1997 il Progetto Speciale Periferie e sono state individuate le Azioni di sviluppo locale partecipato quale strumento delle politiche di rigenerazione urbana. Il Progetto si fondava sull’esigenza di intervenire sull’ambiente urbano sia dal punto di vista fisico e strutturale, sia dal punto di vista delle dinamiche sociali e quindi sull’interdisciplinarietà come condizione necessaria per politiche efficaci di riqualificazione della città. Gli elementi chiave del Progetto erano: l’approccio integrato, la partecipazione dei cittadini, l’innovazione organizzativa e procedurale, con l’obiettivo di ridefinire identità, senso di appartenenza e opportunità di sviluppo radicati nelle differenze del territorio cittadino.
Nel 2001 le competenze e le azioni svolte dal Progetto Speciale Periferie sono state assunte dal nuovo Settore Periferie, che dal 2007 ha assunto la denominazione di Settore Rigenerazione Urbana e Sviluppo.
Per la progettazione e la realizzazione di interventi complessi di rigenerazione urbana sono state investite risorse della Città, dell’Agenzia territoriale per la casa, della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, del Ministero per le infrastrutture, dell’Unione Europea e di soggetti privati. Gli interventi riguardano molte aree della città e le modalità di intervento sono diverse a seconda delle peculiarità del territorio interessato e del tipo di finanziamento attivato. In particolare, è possibile stabilire una distinzione tra due tipologie di interventi:



Nel decennio di esperienze realizzate, l'esternalizzazione delle azioni di accompagnamento dei programmi di rigenerazione urbana, nonché il sostegno ad associazioni e comitati locali, ha avuto come esito non trascurabile la formazione di saperi e capacità, anche imprenditoriali, tra gli operatori del terzo settore, che costituiscono oggi una importante risorsa per le politiche di rigenerazione urbana. Il ruolo di coordinamento svolto dalla Città e il partenariato con altri enti e istituzioni hanno contribuito ad alimentare un’abitudine e un’attitudine alla cooperazione che è parte del processo di innovazione dell’azione amministrativa innescato dalle riforme degli anni novanta.

3. Le linee-guida per una nuova stagione di politiche di rigenerazione urbana.


A oltre dieci anni di distanza, le criticità non possono certamente dirsi risolte. Inoltre, in uno scenario locale profondamente mutato e in una fase congiunturale che richiede uno specifico sforzo di progettualità e razionalizzazione, è necessario evidenziare tutte le opportunità per ridefinire e riposizionare le politiche di rigenerazione urbana che la Città intende perseguire.
Le nuove progettualità devono maturare all’interno di un nuovo approccio al territorio fatto di conoscenza delle sue dinamiche, prevenzione delle conflittualità, potenziamento delle risorse, a partire dalle specificità di contesto:




Lo scenario comune è dato dalla necessità di affrontare la chiusura di un ciclo di politiche urbane segnate dalla straordinarietà dei “programmi complessi” (Programmi di recupero urbano, Contratti di quartiere, etc.) e ripensare alla rigenerazione urbana come politica e azione ordinaria dell’amministrazione, come elemento organizzatore di un nuovo modello di “welfare urbano”. Il passaggio dallo straordinario all’ordinario costituisce, in altri termini, l’opportunità di mettere a frutto le esperienze maturate nello scorso decennio e rilanciare una nuova fase di progettazione e azione precisandone i termini organizzativi, metodologici e di contenuto.
La principale eredità da mettere a frutto è il carattere interdisciplinare dell’approccio integrato alla città, cioè la necessità di costruire occasioni di lavoro comune tra le diverse competenze (Assessorati, Divisioni, Circoscrizioni, altri enti pubblici e privati) nelle quali si articola la definizione di politiche e la realizzazione di azioni di rigenerazione. L’innovazione più evidente è costituita invece dalla necessità di lavorare ad un nuovo modello di servizio, sostegno e accompagnamento, di presidio del territorio e presenza/vicinanza dell’istituzione, rivolto sia ai cittadini sia al tessuto associativo locale.
Evidentemente, il passaggio avviene in modo graduale. Alcuni dei programmi straordinari di rigenerazione sono oggi conclusi o in via di completamento, altri sono nel pieno della fase attuativa, altri (si pensi in particolare alla programmazione dei fondi strutturali 2007-2013) in fase progettuale.
In sintesi, è possibile distinguere tre diverse situazioni:




Relativamente alla ridefinizione delle azioni locali di rigenerazione urbana, è quindi necessario individuare alcune linee d’azione con l’obiettivo di definire un modello di servizio ai territori per la rigenerazione di quelle parti di città che richiedono uno specifico sostegno e presidio da parte dell’amministrazione.

4. Dal tavolo sociale al laboratorio di quartiere.

È possibile oggi ricostruire, sia pure con qualche semplificazione rispetto alle diverse situazioni, un percorso consolidato nel corso degli anni e caratterizzato dalle seguenti fasi: l'avvio dell'intervento attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro (il “tavolo sociale”), coordinato dal Settore Rigenerazione Urbana e Sviluppo, che riunisce gli attori locali e i soggetti istituzionali che operano nell'area, al fine di far emergere le problematicità e le risorse del territorio; l'individuazione e l'apertura di una sede attrezzata per dare informazioni e raccogliere proposte; l'elaborazione da parte del tavolo sociale di un progetto di sviluppo locale in cui vengono definite le azioni, i percorsi attuativi, identificati i soggetti che le realizzeranno e individuati gli enti ai quali richiedere i finanziamenti. Le azioni sono finanziate prevalentemente con fondi ordinari dell'amministrazione comunale e, in misura minore, attraverso le risorse messe a disposizione da altri enti, pubblici e privati.
Accanto a queste situazioni, come si è detto, ve ne sono altre, diverse per storia e articolazione organizzativa, dove il soggetto locale nasce per iniziativa della Città sulla base di un percorso attuativo specifico: ad esempio il Comitato Progetto Porta Palazzo – The Gate come esito del PPU The Gate; o il Comitato Parco Dora come esito del processo di riqualificazione della Spina.

Attraverso un bilancio delle esperienze realizzate è possibile anche rilevare alcune criticità, che sono così sinteticamente riassumibili:
È quindi necessario innovare il modello organizzativo di intervento sui territori superando la logica dei “tavoli sociali” come strumenti di integrazione tra le varie competenze interne ed esterne all’amministrazione:

L’obiettivo dei programmi e delle azioni locali di rigenerazione urbana è la definizione di un modello innovativo di welfare urbano che consenta di affrontare la complessità attraverso un’articolata attività di presidio e servizio rivolta ai quartieri della città, in grado di accompagnarne la riqualificazione e l’infrastrutturazione materiale, di promuovere e sostenere le reti immateriali dello sviluppo locale, di alimentare la democrazia e costruire cittadinanza.
Il laboratorio di quartiere – che può essere promosso dalla Città così come proposto da soggetti già attualmente impegnati sui territori – è al tempo stesso il luogo fisico, il presidio sul territorio, e l’insieme di attività dello sportello locale, in grado di costruire nel tempo un rapporto diretto e costante con gli abitanti dell'area, promuovendo il protagonismo e la responsabilizzazione dei cittadini nel processo di rigenerazione urbana.
Il laboratorio di quartiere dovrà esprimere la massima flessibilità, adattabilità al contesto territoriale in cui opera e dovrà saper sviluppare un genius loci indispensabile a preservare la “biodiversità” delle esperienze territoriali. Al contempo, però, dovrà garantire funzioni minime di azione territoriale all’interno dei seguenti ambiti:

1. Funzioni di sportello territoriale. Lo sportello svolge un’azione di accoglienza, ascolto, informazione e facilitazione nella risoluzione di problemi di vivibilità urbana. Gli operatori raccolgono segnalazioni e accompagnano alla ricerca delle soluzioni più idonee alle problematiche evidenziate. L’attività comprende la realizzazione di azioni specifiche promosse dalla Città e dalla Circoscrizione (campagne pubblicitarie, di sensibilizzazione, etc.) o d’intesa con altri enti e istituzioni. La presenza degli operatori sul territorio è garantita, oltre che dall’apertura dello sportello territoriale, attraverso incontri (formali e informali, collettivi e individuali) con i cittadini, sopralluoghi, azioni specifiche, anche in collaborazione con gli uffici della Città e della Circoscrizione. Le forme e le modalità dell’attività di sportello verranno concordate in base a valutazioni condivise sui bisogni, le emergenze territoriali o le prospettive di sviluppo.

2. Promozione dello sviluppo locale e della qualità urbana. Il laboratorio svolge azioni di sostegno alla rete associativa locale promuovendone l’autonomia, l’auto-organizzazione e l’imprenditività. Elemento qualificante della funzione di presidio sono le attività di ospitalità/sostegno/accompagnamento alla presenza sul territorio delle associazioni di migranti e la promozione di attività tese a favorirne l’integrazione. Tali azioni sono coordinate attraverso l’attività congiunta del Settore Rigenerazione urbana e sviluppo e del Settore Integrazione. Il laboratorio svolge inoltre, d’intesa con la Città, azioni di supporto, ricerca di strumenti di auto-finanziamento e accompagnamento alle azioni di riqualificazione di spazi o aree di uso collettivo, anche come strumento di costruzione e salvaguardia dell’identità e della memoria locale. Le azioni di sostegno all’occupazione e di sostegno alle imprese e alle attività economiche locali (anche attraverso l’eventuale futura definizione di “distretti commerciali/di impresa” come attori di sviluppo locale) attivate dalla Città, dalla Circoscrizione o da altri enti interessati, possono individuare il laboratorio come base operativa, interagendo con associazioni locali di operatori economici.

3. Animazione sociale, iniziative ed eventi culturali. Il laboratorio può inoltre promuovere iniziative ed eventi culturali, aggregativi, di animazione, coerenti con gli obiettivi generali delle azioni di rigenerazione urbana, nonché attività di animazione sociale e sviluppo di comunità, anche rivolte a particolari gruppi sociali.

4. Informazione, comunicazione. Gli strumenti e le azioni informative e comunicative attivabili variano a seconda del contesto: dalla realizzazione di pubblicazioni periodiche e/o in occasione di eventi e fasi significative dei processi di rigenerazione urbana, alla comunicazione nello spazio pubblico, alla realizzazione di eventi per favorire la comunicazione e la socializzazione delle informazioni. Un’attenzione specifica deve essere rivolta agli strumenti comunicativi immateriali, dal web agli sms, anche collaborando all’aggiornamento delle pagine del sito internet della Città di Torino curate dal Settore Rigenerazione urbana e sviluppo.

La Città, attraverso il Settore Rigenerazione urbana e sviluppo e in collaborazione con le Circoscrizioni e le Divisioni di volta in volta competenti, offre ai laboratori di quartiere, oltre al sostegno economico da individuare sulla base della programmazione annuale e alla compatibilità di bilancio, un servizio di coordinamento che comprende:
Per l’attività dei singoli laboratori e per le funzioni di coordinamento a livello cittadino la Città, in collaborazione con le Circoscrizioni interessate, potrà procedere all’individuazione di personale da assegnare all’attuazione delle azioni locali di rigenerazione urbana, anche attraverso modalità di ricerca e selezione interna delle specifiche professionalità necessarie.
La programmazione delle azioni locali di rigenerazione urbana, a partire dalle proposte formulate dai laboratori, dovrà essere inserita in un programma annuale da presentare per l’approvazione al Settore Rigenerazione urbana e sviluppo entro il mese di marzo di ogni anno, compatibilmente con i tempi di approvazione del Bilancio.
L’attività di valutazione (ex ante, in itinere, ex post) e rendicontazione avverrà sulla base dell’insieme di azione proposte, suddivise negli ambiti individuati ed in particolare: 1. funzioni di sportello territoriale; 2. promozione dello sviluppo locale e della qualità urbana; 3. animazione sociale, iniziative ed eventi culturali; 4. informazione e comunicazione.
Con cadenza trimestrale, e con modalità di aggregazione da definire sulla base delle specificità territoriali e delle progettualità in corso, si potranno individuare occasioni di confronto e progettazione comune tra la Città, in particolare il Settore Rigenerazione urbana e sviluppo, e i diversi laboratori in modo da favorire lo scambio di esperienze, la trasversalità dell’approccio e la coerenza con le politiche pubbliche generali.
Tutto ciò premesso,

LA GIUNTA COMUNALE

Visto che ai sensi dell’art. 48 del Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, la Giunta compie tutti gli atti rientranti, ai sensi dell’art. 107, commi 1 e 2 del medesimo Testo Unico, nelle funzioni degli organi di governo che non siano riservati dalla Legge al Consiglio Comunale e che non ricadano nelle competenze, previste dalle leggi o dallo Statuto, del Sindaco o degli organi di decentramento;
Dato atto che i pareri di cui all’art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Con voti unanimi, espressi in forma palese;

D E L I B E R A


per i motivi esposti nella parte narrativa, che qui integralmente si richiamano:

  1. di approvare i contenuti della parte narrativa del presente provvedimento, che individua linee guida in materia di azioni locali di rigenerazione urbana, che qui integralmente si richiamano;
2) di dare atto che per la fase attuativa si potrà procedere con successivi provvedimenti degli organi e uffici competenti della Città, sulla base della linee guida individuate con il presente provvedimento;
3) di dare atto che il presente provvedimento non comporta impegni di spesa;
4) di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.


L’Assessore alle Politiche per l’Integrazione
Ilda CURTI


Si esprime parere favorevole per la regolarità tecnica.

Il Dirigente
Giovanni Ferrero



Si esprime parere favorevole sulla regolarità contabile.

p. Il V.D.G. Risorse Finanziarie
Il Dirigente Delegato
Roberto Rosso


In originale firmato:

IL SINDACO IL SEGRETARIO
Sergio Chiamparino Adolfo Repice

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