Divisione Gioventu' e Cooperazione Internazionale
2006 03840/113
Settore Cooperazione Internazionale e Pace
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CITTÀ DI TORINO

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

16 maggio 2006


OGGETTO: COOPERAZIONE DECENTRATA E TAVOLI CITTÀ. LINEE DI INDIRIZZO E CONTRIBUTI A ISTITUTO COMPRENSIVO A. CAIROLI, ASSOCIAZIONE CICSENE, DITER E ANCI PER EURO 114.011,00.

Proposta dell'Assessore Calgaro.

Premesso che:

  1. per cooperazione decentrata s'intende, secondo la definizione offerta dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero italiano degli Affari Esteri, "L’azione di cooperazione allo sviluppo svolta dalle Autonomie locali italiane, singolarmente o in consorzio fra loro, anche con il concorso delle espressioni della società civile organizzata del territorio di relativa competenza amministrativa, attuata in rapporto di partenariato prioritariamente con omologhe istituzioni dei Paesi in via di sviluppo, favorendo la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei paesi partner nel processo decisionale finalizzato allo sviluppo sostenibile del loro territorio.";
  2. lo Statuto della Città di Torino:
  1. sussidiarietà, intesa come criterio di riparto di ruoli e funzioni a livello sia verticale sia orizzontale (Art. 1, co. 2: “Il Comune di Torino gode di autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonché di autonomia impositiva e finanziaria nell'ambito delle leggi di coordinamento della finanza pubblica. E' titolare di funzioni proprie e di quelle che gli sono conferite con leggi dello Stato e della Regione, secondo il principio di sussidiarietà.”);

  1. partecipazione, sia politica (quella dei cittadini al governo dell’ente locale) sia procedimentale (partecipazione di singoli ai procedimenti amministrativi che li riguardano) di cittadini, gruppi e istituzioni pubbliche (Art. 2: “Il Comune esercita le proprie attribuzioni perseguendo le seguenti finalità: valorizzare le aggregazioni sociali, tutelandone l'autonomia, e stimolare l'iniziativa privata, la cooperazione sociale, il volontariato e l'associazionismo”; Art. 3: “Nella propria azione, il Comune si conforma ai seguenti principi e criteri: ...b) la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e amministrative; ...i) la cooperazione con la Provincia e altri enti pubblici, anche appartenenti ad altri Stati, per l'esercizio di funzioni e servizi, mediante tutti gli strumenti previsti dalla normativa italiana e comunitaria ed in particolare convenzioni, accordi di programma, conferenze di servizi, consorzi; j) la cooperazione con soggetti privati nell'esercizio di servizi e per lo svolgimento di attività economiche e sociali, garantendo al Comune adeguati strumenti di indirizzo e di controllo; k) la collaborazione e l'integrazione, nelle forme previste dalla legislazione vigente, con i Comuni dell'area metropolitana torinese per l'esercizio comune delle competenze di programmazione e di gestione dei servizi a scala metropolitana”. Cfr. inoltre l’intero titolo II dello Statuto dedicato agli Istituti di partecipazione;
la Città di Torino, per favorire l’azione di cooperazione allo sviluppo con le città-partner dei Paesi in via di sviluppo, ha individuato, come metodo preferenziale di lavoro, l’attivazione di Tavoli-Città, quale strumento di valorizzazione progettuale e di rete tra le risorse istituzionali e della società civile torinese che lavorano su progetti di cooperazione internazionale.
Dopo tre anni di sperimentazione del processo, avviato nel 2003 con una prima convocazione simultanea di tutti i Tavoli-Città, si è arrivati a un pieno riconoscimento di questi organismi, intesi come sedi in cui si è sperimentata la concertazione delle politiche pubbliche promosse nei processi di cooperazione decentrata e in cui hanno avuto diritto di parola tutte le singole ONG, associazioni o enti esperti di cooperazione internazionale con le città-partner di Torino. I Tavoli, in tal senso, sono risultati un modello di dialogo strutturato tra soggetti sociali e istituzionali, luogo di incontro degli attori e aggregazione degli interessi del territorio, e sono stati la vera scelta politico-amminstrativa realizzata dalla Città in quest’ultimo mandato. La novità sta non tanto nello strumento in quanto tale, dal momento che il Tavolo di concertazione è già sperimentato diffusamente nelle politiche pubbliche (si pensi ai patti territoriali), ma nell’aver reso sistematica e organizzata un’esperienza di collaborazione negoziata che in passato era soltanto sporadica; nell’aver dato continuità, perseveranza e periodicità alla concertazione, al fine di far convergere realtà e interessi diversi a sostegno di obiettivi di cooperazione allo sviluppo comuni a tutti i soggetti che, da Torino, operano in ben precise città del mondo.
Elementi caratterizzanti l'esperienza Tavoli-Città sono dunque stati:
  1. gli obiettivi:
  1. le attività:
Gli obiettivi e le attività, pur presentando elementi comuni, variano a seconda della tipologia dei diversi Tavoli, identificabile in base a variabili qualitative e quantitative: il numero d’incontri svolti, il numero e la tipologia dei partecipanti, le risorse finanziare e di altro tipo allocate, il numero e la tipologia di progetti avviati o implementati in seguito alle riunioni del Tavolo.
In base a questi elementi è stato possibile desumere le seguenti tipologie:

1) Il Tavolo di concertazione
Questa modalità di dialogo rappresenta la volontà di riunire in una sola sede tutte quelle realtà, istituzionali e non, che a diverso titolo lavorano o sono interessate a impegnarsi in una città-partner. Le attività del Tavolo sono dirette a un'ampia divulgazione delle motivazioni che stanno alla base del gemellaggio/accordo di cooperazione e delle priorità d'intervento che la città-partner esprime. Elementi importanti sono la conoscenza delle differenti esperienze che il territorio ha realizzato in quella città e delle metodologie che gli attori sperimentano, o desiderano mettere in campo.

2) Il Tavolo di coordinamento
Quando la situazione sugli attori disponibili a impegnarsi nella città-partner e sulle risorse è chiara, una volta espresse le aspirazioni e le proposte degli attori del territorio, è possibile iniziare a costruire un percorso concreto e comune per il coordinamento di interventi puntuali già programmati, o per la preparazione di programmi di più ampio respiro. Alle riunioni partecipano dunque quegli attori già attivi interessati a coordinare le proprie azioni con gli altri soggetti del Tavolo.

3) Il Tavolo di progettazione
Si concentra su interventi puntuali avviati attraverso una precedente concertazione (non necessariamente costruita attraverso il Tavolo). Partecipano solo gli attori coinvolti nel progetto, e le attività sono indirizzate al disegno, alla formulazione e alla gestione di iniziative, oltreché alla ricerca delle risorse finanziarie, e non, necessarie per promuovere l'iniziativa prescelta. Periodicamente è importante verificare la quantità di risorse messe a disposizione dai partecipanti e il numero e la tipologia di interventi avviati attraverso i lavori del Tavolo.

4) Contaminazione tra modelli
Nella prassi, ogni Tavolo ha spesso assunto più di una veste tipologica. Tavoli nati come luoghi di concertazione si sono talvolta trasformati in sedi di coordinamento o addirittura di co-progettazione. Vi sono inoltre esperienze in cui, contestualmente al Tavolo di concertazione aperto a tutti, si sono organizzati dei sotto-tavoli (gruppi di lavoro tematici).

5) I Coordinamenti
Diversi dai Tavoli “geografici” sono i coordinamenti tematici, a essi trasversali. Tra questi vi è il Coordinamento cittadino per il sostegno a distanza, sorto nel 2003 come luogo permanente di incontro tra le varie realtà che promuovono azioni di sostegno a distanza nei Paesi in via di sviluppo. Il Coordinamento ha all’attivo iniziative importanti, tra cui spicca la realizzazione di una Guida al sostegno a distanza a Torino creata allo scopo di mettere in contatto offerta e domanda di solidarietà, avvicinando così famiglie, classi di scuola, imprese e singoli cittadini alla cooperazione internazionale. In questa stessa tipologia rientrano le esperienze del Coordinamento sugli interventi di genere e pari opportunità nelle politiche di cooperazione internazionale e il programma Torino, città amica delle bambine e dei bambini del mondo.

I Tavoli-Città sono stati luoghi di discussione e di definizione delle politiche, e non strumenti per selezionare progetti, benché è naturale che spesso la progettazione possa nascere da questi. In tal senso, si ritiene necessario definire con la presente delibera i criteri cui la Città di Torino intende informarsi per sostenere progetti di cooperazione decentrata nelle città-partner, nel modo seguente:

Criteri di valutazione per il finanziamento dei progetti
promossi nell’ambito della cooperazione decentrata Città-Città

  1. esistenza di un gemellaggio, o di un accordo di cooperazione, o di relazioni istituzionali significative tra Torino e la Città in cui si svolge il progetto;
  2. esistenza di un accordo formale tra le due Città di sostegno al progetto, o di un appoggio istituzionale della città-partner al progetto medesimo / progetto promosso dalla Città di Torino o da quella partner e concertato tra le due Città;
  3. progetto concertato in rete e con il concorso della società civile organizzata di una o di entrambe le Città;
  4. progetto promosso da un soggetto partecipante a un Tavolo e concertato con partner e soggetti omologhi della città-partner, con l’appoggio della città-partner e/o di altri livelli istituzionali (governativi, europei, internazionali ecc.);
  5. progetto promosso da un soggetto torinese (ONG, azienda di pubblica utilità, istituto di alta formazione, altro enti pubblico o privato) con sede legale o operativa a Torino;
  6. progetto che rappresenta l’implementazione di un intervento avviato negli anni precedenti;
  7. tematica rientrante tra le funzioni amministrative proprie della Città di Torino o di un’azienda di pubblica utilità comunale (es. interventi in materia di urbanistica, trasporti locali, rifiuti urbani, servizi per i giovani, attività culturali, assistenziali ecc.);
  8. tematica attinente a una priorità politica espressa in atti di indirizzo sui temi della cooperazione internazionale e della pace (es. tematica di pari opportunità, socio-sanitaria, programmi-pilota come 100 città per 100 progetti in Brasile o Torino, città amica delle bambine e dei bambini del mondo);
  9. progetto che vede coinvolti più Settori della Città di Torino e aziende di pubblica utilità;
  10. capacità del progetto di essere utilizzato come modello innovativo e ripetibile in altri contesti;
  11. capacità del progetto di coordinarsi con altri progetti promossi da partner locali europei o internazionali nella città-partner;
  12. progetto che favorisce la partecipazione di nuovi soggetti della società civile torinese o della città-partner, non attivi nel settore della cooperazione internazionale ma esperti nella tematica di intervento;
  13. progetto inerente tematiche o problematiche geopolitiche nuove e di significato importante rispetto all’azione tradizionale della Città di Torino.

Tutto ciò premesso, si intende ora individuare gli interventi che, nel 2006, la Città intende sostenere nelle città-partner, in continuità con il processo di cooperazione e collaborazione promosso negli ultimi anni.

  1. BREZA (BOSNIA ERZEGOVINA)
Nell’evoluzione dello scenario internazionale, caratterizzato da numerose situazioni di crisi, si richiedono sempre più interventi della comunità internazionale volti ad affrontare la complessità di scenari post-bellici a livello regionale, al fine di garantire la sicurezza e lo sviluppo.
Da anni la Città di Torino sostiene iniziative di cooperazione decentrata e di solidarietà con la Città di Breza, attraverso un progetto consortile supportato da un protocollo d’intesa sottoscritto tra le istituzioni bosniache e gli enti locali piemontesi.


Interventi significativi della Città di Torino a Breza sono il sostegno al Centro delle Donne e il progetto di ripristino del Centro giovanile Desnek. A seguito di questi primi interventi di ricostruzione post-bellica Torino ha ritenuto di passare da una fase di prima assistenza a una di promozione dello sviluppo attraverso la redazione, concertata con la società civile torinese e le omologhe istituzioni bosniache, di un programma per lo sviluppo di micro-imprenditorialità femminile e giovanile nel settore turistico-ricreativo, co-finanziato (con erogazione negli scorsi anni) dal Ministero degli Affari Esteri italiano, dalla Città di Torino e dalla Città di Breza. Tale programma, approvato con delibera 2005-10101/113 del 6 dicembre 2005, è quest’anno in piena fase operativa e sarà la principale azione di cooperazione decentrata Torino-Breza.

Parallelamente a questo intervento si intende porre attenzione a un altro filone tematico, collegato alle politiche per l’infanzia.
I servizi educativi e la scuola sono da sempre contesti privilegiati nel creare movimenti di opinione e comportamenti cooperativi. Per questo è naturale pensare che proprio dalla scuola, dai suoi protagonisti e dalla sua finalità intrinseca di luogo del diritto e di pari opportunità, muovano progetti di cooperazione decentrata. La collaborazione, la cooperazione, l’esercizio del diritto e della partecipazione devono tradursi in comportamenti il più possibile condivisi affinché non restino obiettivi di pochi ed esclusivi movimenti di opinione.
Contribuire a sostenere i Paesi in via di sviluppo costituisce una parte integrante, e doverosa, del processo di globalizzazione. Perché questo avvenga occorre conoscere e incontrare anche le realtà più lontane. Sfruttando il profondo senso di giustizia che i bambini possiedono e la loro naturale curiosità e propensione a imparare, purché motivati da adulti e stimolati dai racconti in prima persona dei testimoni, si creano le condizioni perché nascano e si sviluppino progetti ed esperienze significative, come il programma Torino, città amica delle bambine e dei bambini del mondo, che si propone, mediante progetti, eventi e percorsi didattici, come luogo di dialogo e di confronto per una cultura della solidarietà, della cooperazione e della pace. Nell’ambito di questo programma sono previsti anche gemellaggi tra le scuole di Torino e le scuole di città dei Paesi del sud del mondo con cui Torino è gemellata o ha stipulato accordi di cooperazione.
L’Istituto comprensivo Adelaide Cairoli, che dall’anno scolastico 2005–06 ha aderito al programma, propone per l’anno scolastico 2006–07 l’avvio di un gemellaggio con la scuola di base Enver Colakovic di Breza, per la realizzazione delle seguenti attività:
Sulla base di queste considerazioni, si intende sostenere il progetto di gemellaggio tra le due scuole e approvare un contributo di Euro 29.270,00, al lordo delle eventuali ritenute di legge, a favore dell’Istituto comprensivo Adelaide Cairoli, via Torrazza Piemonte 10, 10127 Torino, C.F. 80093550012, a parziale copertura della spesa di Euro 38.033,00 preventivata per la realizzazione del progetto di gemellaggio di durata biennale tra l’Istituto Cairoli di Torino e la scuola di base Enver Colakovic di Breza.
L’appoggio a tale iniziativa è coerente con i criteri di cui sopra, punti 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 11, 12.

  1. CITTA’ DEL BRASILE E PROGRAMMA “100 CITTA’ PER 100 PROGETTI PER IL BRASILE”
Avviato su iniziativa della Città di Torino, 100 città per 100 progetti per il Brasile è un programma di cooperazione internazionale tra l’Italia e il Brasile che intende appoggiare le politiche di decentramento amministrativo e di democrazia partecipata del Governo brasiliano, all’interno di una dinamica di integrazione politico-economica dell’area del Mercosur.
Il programma, promosso da un’ampia rete di partner italiani, vuole moltiplicare le possibilità di cooperazione tra enti locali italiani e brasiliani, attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla cooperazione decentrata, dal Ministero degli Affari Esteri italiano e dalla Commissione Europea: l’ambiziosa finalità è quella di costruire un processo d’inclusione dei cittadini ai diritti di cittadinanza e allo sviluppo umano.
Il programma 100 città ha l’obiettivo di creare una rete di enti e istituzioni locali che intendano farsi direttamente promotori di azioni locali in Italia e in Brasile, in un’ottica di cooperazione integrata e di diplomazia dal basso, le cui linee sono riassumibili nello slogan “Pensare globalmente, agire localmente”. I soggetti coinvolti sono le amministrazioni locali, provinciali, regionali e statali, le ONG, le università e i centri di formazione d’eccellenza, le agenzie internazionali e le diverse associazioni che rappresentano la società civile.
Il coordinamento, lo scambio d’informazione e la concertazione di una metodologia e di una strategia di cooperazione all’interno della rete, formata da tre livelli (nazionale, territoriale e locale), sono fattori determinanti per migliorare l’efficacia degli interventi di cooperazione decentrata ed evitare sovrapposizioni geografiche. La creazione della rete e le attività di networking vogliono costituire perciò la base per concepire e attuare i progetti di cooperazione.
L’impegno del programma 100 città è indirizzato ad alcuni settori prioritari per lo sviluppo del Brasile, concordati con il Governo brasiliano attraverso il Ministero per le Città, e rispetto ai quali le competenze dagli enti e dalle istituzioni italiane possono essere utilizzati come esperienze utili a creare una dinamica di scambio e di reciproco rafforzamento delle istituzioni e degli enti dei due Paesi.
La Città di Torino, su incarico dell’ANCI, ha operato in questi anni in qualità di capofila dei comuni italiani interessati al programma 100 città.
Le azioni e i progetti sostenuti dalla Città di Torino si sono rivolti in tre direzioni:

In specifico, la Città di Torino, attraverso l’Agenzia per la Cooperazione degli Enti Locali, ha sostenuto la realizzazione a Torino nel settembre 2005 del 1° Forum della cooperazione decentrata Italia-Brasile, volto a riunire in un’unica occasione di scambio, dialogo e identificazione di progetti i vari enti italiani e brasiliani che agiscono (o che sono concretamente interessati a intervenire) in Brasile con progetti di cooperazione decentrata allo sviluppo. E’ attualmente in preparazione il 2° Forum che si terrà a Belo Horizonte (Brasile) dal 25 al 28 luglio 2006.
Parallelamente, la nostra Città ha sostenuto la realizzazione di alcuni progetti di cooperazione decentrata che la società civile torinese (ONG, Onlus, ecc.) attua in realtà brasiliane legate a Torino da storici rapporti, gemellaggi di solidarietà o accordi di cooperazione.

Facendo seguito ai progetti avviati la Città di Torino intende:
  1. implementare, rafforzare e proseguire le azioni che si inseriscono o si coordinano al programma 100 città;
  2. rafforzare il processo di cooperazione decentrata in corso con le città-partner di Torino in Brasile.

Nell’ambito della linea d’azione A, si intendono sostenere:
Nell’ambito della linea d’azione B, si intende sostenere:

Tutte le iniziative suddette saranno oggetto di approvazione con apposito atto amministrativo in corso di preparazione.



  1. GAZA (TERRITORI PALESTINESI)
La Città di Torino è da anni impegnata a sostenere il difficile percorso di pace in Medio Oriente attraverso attività di sensibilizzazione, scambi e iniziative di cooperazione internazionale. Tale volontà è stata ribadita dal Consiglio Comunale con la Mozione n. 50, approvata il 22 ottobre 1996, che ha impegnato il Sindaco a procedere agli adempimenti necessari per formalizzare il gemellaggio con la Città palestinese di Gaza e con una città israeliana, successivamente identificata nella Città di Haifa. Così, con deliberazione della Giunta Comunale (mecc. 9701362/01) del 6 marzo 1997 la Città di Torino ha approvato la proposta di gemellaggio con le due Città.
I rapporti che Torino intrattiene con le due Città sono di tipo bilaterale e si caratterizzano per un diverso stato di maturità delle relazioni istituzionali esistenti. Con Gaza il patto di gemellaggio è stato siglato già nel 1997, e si è sviluppato con una serie di ipotesi progettuali sorte nel quadro della rete di città europee denominata Eurogaza. Con Haifa il processo di cooperazione è ripreso in modo concreto soltanto negli ultimi mesi, e segnatamente a settembre 2005 in occasione della manifestazione One World - International Cooperation Cities, con la firma di un Memorandum d’intesa tra le due Città.

Nel corso del 2005, in base all’indirizzo espresso nella deliberazione (mecc. 200503529/113) del 25 maggio 2005 e analogamente a quanto in essere per altre aree del mondo con cui la Città di Torino intrattiene rapporti di cooperazione decentrata, ha iniziato le proprie attività un Tavolo di concertazione tra tutti i soggetti che a Torino cooperano con le predette città israeliane e palestinesi, con l’impulso del Settore Cooperazione Internazionale e Pace e l’accompagnamento dell’Associazione Cicsene ONG di Torino, riconosciuta quale partner progettuale della Città con deliberazione (mecc. 200408790/113) del 9 novembre 2004, e riconfermata dalla già citata deliberazione (mecc. 200503529/113) del 25 maggio 2005, sia per quanto riguarda l’accompagnamento del Tavolo sia per il mantenimento delle relazioni con le città-partner di Torino in Israele e nei Territori Palestinesi in senso ampio. Poiché questo Tavolo di concertazione ha saputo, nei suoi diversi incontri, fornire un quadro di riferimento ai singoli progetti messi a punto su impulso della Città, ed anche offrire alla cittadinanza un servizio di network circa le conoscenze, competenze e prospettive di progettazione in Medio Oriente, risulta opportuno predisporne la prosecuzione delle attività per l’anno in corso, anche al fine di favorire la continuazione di varie iniziative progettuali che in tale ambito hanno trovato la propria sede naturale.
All’interno del suddetto Tavolo è poi proseguito il lavoro del sotto-tavolo che segue il programma EPIC (European, Palestinian and Israeli Cities for health and social partnership), attivo da un paio di anni e composto da esperte/i di politiche di genere che da tempo lavorano con le associazioni femminili della Palestina e di Israele. Al proposito occorre ricordare che EPIC, promosso dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si pone l’obiettivo di affrontare i bisogni sociali e sanitari della popolazione palestinese e israeliana, ma anche di contribuire alla promozione di un dialogo e di una cultura di pace, avviando o rafforzando partnership tra otto città europee, otto palestinesi e otto israeliane. La Città di Torino, in considerazione sia della coerenza del progetto con la suddetta Mozione n. 50, approvata il 22 ottobre 1996 dal Consiglio Comunale, e con le linee di azione della Città di Torino in materia di cooperazione decentrata, e sia della possibilità di mettere a disposizione le competenze tecniche e il know-how delle proprie strutture pubbliche socio-sanitarie, ha ritenuto importante aderire al programma EPIC con deliberazione della Giunta Comunale (mecc. 200305327/50) dell’8 luglio 2003, individuando Gaza (Territori Palestinesi) e Haifa (Israele), città gemellate con Torino, come area d’intervento. Con il 2005 si è giunti alla terza fase di EPIC, incentrata sull’organizzazione di progetti congiunti: è stato così fornito il necessario sostegno a microprogetti promossi dalle associazioni femminili di Gaza e Haifa che partecipano al Tavolo di lavoro sui temi della violenza domestica e salute riproduttiva delle donne, secondo quanto indicato dal documento finale di un Meeting svoltosi a Torino nel settembre 2004.
Con determinazione (mecc. 200600260/113) del 12 gennaio 2006 si è dunque preventivato di fornire nell’anno in corso l’indispensabile continuità alle azioni previste dal programma, effettuando due missioni a Gaza, Haifa e Gerusalemme di un’esperta di politiche di genere e pari opportunità e di un’esperta nel contrasto alla violenza sulle donne (anche in considerazione del fatto che la difficile situazione protrattasi nella Striscia di Gaza per tutto il secondo semestre 2005 ha reso impossibile l’ingresso in tale area di cittadini stranieri e di conseguenza ha impedito l’esecuzione delle missioni già previste) e prevedendo attività di mediazione interculturale nella redazione partecipata (fra Città di Torino, Municipalità di Gaza e di Haifa, associazioni delle donne) di azioni e progetti su violenza e salute riproduttiva, ai quali la Città di Torino potrà manifestare il proprio sostegno. A tal fine la Civica Amministrazione, in considerazione degli indirizzi espressi nella delibera Tavoli-Città (mecc. 200309776/50) del 23 novembre 2003, confermati sia nella delibera Tavoli-Città (mecc. 200408790/113) del 9 novembre 2004 e sia nella delibera Tavoli-Città (mecc. 200503529/113) del 17 maggio 2005, che individuavano l’Associazione Almaterra come partner progettuale, ha inteso affidare la prestazione di questi servizi e di accompagnamento progettuale all’Associazione Almaterra (cfr. tra le altre le determinazioni (mecc. 200508102/113) dell’11 ottobre 2005 e (mecc. 200600260/113) del 12 gennaio 2006).
Sempre all’interno del suddetto Tavolo, si profila sempre più adeguato aprire un nuovo sotto-tavolo di lavoro rivolto alla sensibilizzazione nei confronti delle giovani generazioni, altro aspetto dell’intervento promosso dalla Città di Torino nell’area israelo-palestinese. È stato infatti riscontrato che nelle scuole torinesi, e in particolare negli istituti secondari superiori, la trattazione di quanto accade nella regione difficilmente viene affrontata in maniera adeguata all’interno delle ore dedicate all’insegnamento curriculare, privando i giovani delle nozioni indispensabili per poter interpretare quanto riportato dalle cronache con cadenza pressoché quotidiana. Nel contempo, esiste sul tema una molteplicità di offerte di interventi formativi da parte di alcune ONG e associazioni, che tuttavia spesso mancano degli strumenti didattici necessari a un’efficace esposizione, oppure manifestano approcci parziali e in ogni caso palesano una certa difficoltà a raggiungere la massa degli insegnanti e degli studenti. Nasce dunque l’esigenza di tentare un coordinamento tra le numerose esperienze didattiche presenti in materia convocando le ONG e associazioni piemontesi già attive con l’obiettivo non tanto di uniformare gli interventi esistenti, quanto di fornire un servizio di network circa le conoscenze, competenze e prospettive di progettazione degli interventi nelle scuole e dei relativi sussidi didattici. La pubblicazione di un primo testo sull’argomento, prodotto appositamente in 1.000 copie, e l’organizzazione di un seminario di presentazione delle attività di educazione alla pace e alla non violenza, entrambi diretti a docenti di scuola superiore interessati a un percorso di conoscenza dell’area israelo-palestinese, costituiranno un’eredità utile e imprescindibile dell’iniziativa.

Per quanto concerne invece gli interventi di cooperazione decentrata propriamente detti, in primo luogo va citato l’avvio dell’attività del Centro di quartiere di East El-Nasser a Gaza, anche in quanto esempio significativo del coordinamento nato in seno al Tavolo. Tale progetto va inquadrato nel più ampio piano di riqualificazione urbana dell’omonimo quartiere promosso dalla rete Eurogaza, cui la Città di Torino partecipa (in base alla deliberazione - (mecc. 200309776/50) del 25 novembre 2003) insieme alle Città di Barcellona, Cascais, Dunkerque e Tromso. Nel 2003 la Municipalità di Gaza si è trovata d’accordo con le succitate città europee sulla necessità di concentrare i propri sforzi per lo sviluppo di un’area specifica della città mediante un intervento onnicomprensivo e sostenibile, finalizzato al ripristino delle infrastrutture, alla capacity building del personale, al miglioramento delle condizioni di vita in vari ambiti della comunità locale attraverso interventi economici, culturali, sanitari e sociali. Gli interventi proposti devono essere messi in atto in stretta collaborazione con la comunità locale, la società civile e le ONG che lavorano in questi settori, al fine di assicurare uno sviluppo efficiente e sostenibile e di realizzare progetti-pilota che in futuro potrebbero venire estesi e applicati ad altre aree. In questo contesto, la Municipalità di Gaza, grazie anche all’opera di impulso e di appoggio della Città di Torino e dell’Associazione Almaterra, ha lavorato negli ultimi mesi per la creazione di un Centro polifunzionale all’interno del quartiere, giungendo alla stipulazione di un apposito Memorandum d’intesa con alcune associazioni della società civile (Women’s Empowerment Project - WEP-GCMHP; Women’s Affairs Center - WAC; Union of Health Working Committees - UHWC; Palestinian Deaf Children Society - PDCS) che hanno una pluriennale esperienza e credibilità nel lavorare a livello locale, in particolar modo nell’ambito della salute riproduttiva, delle politiche di genere e della famiglia, della violenza contro donne e bambini, dell’empowerment delle donne, degli strumenti per la riabilitazione dei bambini sordi, del management e del marketing dei prodotti artigianali. Tale Centro di quartiere intende configurarsi come sede delle attività e dei servizi comuni rivolti alla comunità locale, ed è frutto della collaborazione tra i Servizi sociali della Municipalità stessa, i comitati di quartiere e le succitate associazioni. A tal fine, appare dunque opportuno accogliere la domanda di contributo di Euro 29.310,00 giunta a questa Civica Amministrazione dall’Associazione Cicsene (ns. prot. 1731/4-3-6 dell’8 maggio 2006), per la realizzazione del progetto “Rafforzamento delle relazioni di cooperazione decentrata tra le città di Torino e Gaza”, che prevede il supporto tecnico alla Municipalità di Gaza nell’allestimento e attivazione del suddetto Centro polifunzionale, nella formazione in loco dello staff della Municipalità sulle tematiche delle politiche di genere e della famiglia, della violenza contro donne e bambini, dell’empowerment delle donne, e infine nella realizzazione di un’analisi dei bisogni in materia di pari opportunità e nella successiva implementazione di un primo microprogetto orientato dai risultati di tale analisi.
L’appoggio a tale iniziativa è coerente con i criteri di cui sopra, punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 10, 11, 12.
Infine, con riferimento ai progetti di scambio e di dialogo realizzati nell’area, va ricordato che la Città di Torino ha ricevuto, sempre dall’Associazione Cicsene, una richiesta di contributo di Euro 25.431,00 (ns. prot. 505/4-3-6 del 7 febbraio 2006), a parziale copertura della spesa di Euro 105.431,00 preventivata per la realizzazione del progetto “Il ruolo dell’altro. Esperienze teatrali tra dialogo interculturale ed impegno civile”. Tale progetto, di dimensione marcatamente trilaterale, nasce dalla constatazione di come le relazioni fra cittadini palestinesi e israeliani oggi vivano un momento decisivo, in cui i giovani sono chiamati alla sfida di costruire un futuro di pace e di dialogo. Per questo motivo esso si propone di superare l’ostilità alimentata dalle divisioni del passato e dal pregiudizio, portando i giovani stessi (a Torino, Ramallah, Haifa e Gaza, coinvolgendo in quest’ultimo caso l’Internet Center realizzato negli scorsi anni da questa Civica Amministrazione) ad animare percorsi culturali di scambio e a sperimentare strategie di dialogo interculturale per raggiungere una maggiore consapevolezza in materia di diritti umani, così da riconoscere la comune appartenenza e le radici mediterranee in un dialogo anche di educazione del simile verso il simile (c.d. peer education). Lo strumento scelto è il teatro di impegno civile, efficace nell’aiutare i giovani ad esprimere inquietudini e speranze, a incontrare l’altro, a comunicare se stessi, la propria storia e cultura di provenienza. La tecnologia multimediale (in particolare le riprese videodigitali dei vari momenti di lavoro, condivise mediante una piattaforma web di formazione a distanza appositamente realizzata) può permettere l’incontro delle diverse esperienze al di là delle costrizioni costituite dalle frontiere politiche, stimolando la consapevolezza dei diritti di ciascuno e della comune cittadinanza planetaria, nonché agevolando la realizzazione di una pubblicazione e di un cd multilingue quali eredità finali del progetto.
L’appoggio a tale iniziativa è coerente con i criteri di cui sopra, punti 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 11, 12.


  1. LOUGA’ (SENEGAL)
La Città di Torino da anni è impegnata in progetti di cooperazione decentrata con il Senegal, in particolare:
L’area territoriale senegalese su cui si sono maggiormente concentrate le attività promosse dalla nostra città è quella di Louga, anche in considerazione del fatto che tra gli immigrati senegalesi residenti a Torino un numero significativo proviene da quella regione.
I progetti avviati e la presenza in città di immigrati da Louga, organizzati anche in associazioni che già hanno rapporti con la Civica Amministrazione, ha portato il Settore Cooperazione Internazionale e Pace a ritenere necessaria e irrinunciabile la creazione di un luogo tecnico di incontro tra i diversi partner impegnati in progetti di cooperazione e solidarietà nell’area di Louga. Gli enti da tempo coinvolti attraverso i progetti della Città sono, oltre a quelli sopracitati: l’Università di Torino, l’AMIAT, le ONG Cisv, Rete e Mais, l’Associazione Senegalesi a Torino, l’Associazione Ajedi, la Cooperativa I.So.La.
La recente costituzione di un Tavolo di concertazione dovrebbe portare, in un futuro ravvicinato, alla stipula di un accordo di cooperazione tra le Città di Torino e Louga, la quale ha già manifestato il proprio interesse in tal senso.
Il Dipartimento Interateneo Territorio (DITer) del Politecnico e dell’Università di Torino ha avviato una ricerca scientifica di approfondimento sulla cooperazione decentrata tra Piemonte e Sahel, che si inserisce nel più ampio quadro di indagine sui processi di sviluppo locale autosostenibile nei Paesi in via di sviluppo. La ricerca si colloca al crocevia di tre campi tematici: la cooperazione decentrata, lo sviluppo locale e la gestione/valorizzazione delle risorse ambientali. Obiettivo della ricerca, al fine di valutare gli effetti prodotti dalla cooperazione decentrata, è identificare idonee chiavi di lettura per l’analisi dei contesti territoriali oggetto di interventi di cooperazione decentrata, in particolare le regioni di Louga e Saint Louis in Senegal e alcune circoscritte aree in Burkina Faso. La ricerca prenderà in considerazione le esperienze promosse a tre livelli amministrativi: Regione Piemonte, Comune di Torino, Provincia di Biella fornendo un quadro critico e ragionato di tali attività e analizzandone l’impatto, in termini di coinvolgimento e mobilitazione di attori, reti e risorse territoriali e ambientali.

Per quanto riguarda la Città di Torino, la concentrazione di soggetti e risorse della cooperazione piemontese, e torinese in particolare, rende l’area di Louga un caso significativo. Attraverso indagini quali-quantitative presso i soggetti della cooperazione decentrata che fanno parte del Tavolo di concertazione Torino-Louga la ricerca si propone di:
La ricerca si propone inoltre di fornire alla Città di Torino, e agli altri soggetti partecipanti al Tavolo, indicazioni sia in termini di analisi critica delle attività svolte (criteri, modalità di selezione e valutazione dei progetti, analisi d’impatto) sia in termini progettuali, evidenziando potenziali collaborazioni future.
In ragione dell’interesse che il Comune riveste per le attività di cooperazione decentrata, e più in generale di ricerca scientifica, nella regione di Louga l’iniziativa sarà supportata attraverso il finanziamento di stage di ricerca di studenti senegalesi. La selezione, la gestione e il tutoraggio di questi studenti saranno curate dal Dipartimento di Geografia dell’Università di Saint Louis, mentre il DITer del Politecnico e dell’Università di Torino e il medesimo Dipartimento di Geografia dell’Università di Saint Louis cureranno l’impostazione teorica e metodologica, coordineranno le differenti ricerche oggetto di stage, e si occuperanno della diffusione dei risultati attraverso pubblicazioni ed eventi di presentazione e confronto pubblici.
Gli stage di studio rientreranno nell’interesse tematico del suindicato Tavolo Torino-Louga, al fine di definire un più approfondito quadro conoscitivo della percezione e della rappresentazione del territorio e dell’ambiente tra Piemonte e Sahel, svolto attraverso indagini sul terreno in Senegal e in Italia, presso migranti senegalesi e attraverso un confronto sulle metodologie didattiche a livello universitario su tali filoni di ricerca.
Per gli obiettivi, i contenuti e il valore intrinseco di questa proposta, e allo scopo di favorire una comune crescita e consapevolezza di quanto la cooperazione decentrata può realizzare nella regione di Louga, si ritiene che il progetto di ricerca presentato dal Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino, P. IVA 00518460019, possa avere il riconoscimento della Città di Torino attraverso un contributo di Euro 10.000,00 a fronte di un costo complessivo di Euro 57.700,00.

L’appoggio a tale iniziativa è coerente con i criteri di cui sopra, punti 1, 3, 4, 5, 7, 8, 11, 12.

  1. PRAIA (REP. DI CAPO VERDE)
La collaborazione tra Praia e Torino rappresenta uno dei percorsi di coordinamento e cooperazione decentrata di maggior successo a livello cittadino, sia per l’articolazione del rapporto interistituzionale creatosi, sia per il livello degli accordi politici e programmatici sottoscritti, sia per il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati realizzato.
Con la deliberazione (mecc. 200403890/11) del 25 maggio 2004 la Città di Torino ha ratificato gli accordi di cooperazione sottoscritti a Praia nel dicembre 2003, denominati rispettivamente “Protocollo di cooperazione tra il municipio di Praia ed il municipio di Torino” e “Protocollo specifico per il quartiere Tira-Chapeu”, frutto di numerosi precedenti interscambi, dell’invio di tecnici, dello sforzo di programmazione ed elaborazione progettuale delle due città.
Con la deliberazione (mecc. 200406472/113) del 3 agosto 2004 sono inoltre state approvate:
I punti qualificanti individuati negli accordi di cooperazione sottoscritti consistono nell’adesione dei due Comuni ai principi di libertà, democrazia, pace e diritti dell’uomo consacrati e riconosciuti dalla Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite, nell’impegno nella politica di cooperazione internazionale tra i popoli e nella ricerca di opportunità per fornire ai rispettivi cittadini una mutua collaborazione.
In particolare l’art. 4 impegna il Comune di Torino a intervenire nei confronti del quartiere Tira Chapeu, nel rispetto di eventuali azioni di cooperazione più complessive. L’art. 5 concorda nel definire che le parti si impegnano a coinvolgere le collettività, le cooperative, l’associazionismo, le imprese ed altre espressioni organizzative dei rispettivi Comuni. L’art. 6 stabilisce che i singoli interventi vedano l’elaborazione di progetti specifici, ricercando ove necessario sostegni esterni alle risorse dei due Comuni firmatari.
A partire dalla sottoscrizione del suddetto “Protocollo di cooperazione tra il municipio di Praia ed il municipio di Torino”, che fu preceduta dalla realizzazione di missioni tecniche di individuazione dei bisogni tra le quali si indicano la visita a Torino del sindaco di Praia nel febbraio 2003 e quella realizzatasi a Praia nel maggio 2003, Torino ha identificato di concerto con la città-partner un primo intervento nell’area del Tira Chapeu, organizzato su due filoni:

Nell’ottobre/novembre 2003 un’ulteriore missione a Praia di due tecnici aveva portato all’individuazione di una strategia di intervento sul quartiere e all’elaborazione di un percorso di formazione educativa (determinazione 2003-08537/50). In questo contesto, anche al fine di favorire il coinvolgimento di altri attori italiani della cooperazione decentrata, la Città di Torino da un lato ha appoggiato associazioni interessate a operare nel quartiere in ambito educativo (e continua ad appoggiarle, anche attraverso la collaborazione dei suoi Assessorati funzionalmente competenti), dall’altro ha sottoscritto nel dicembre 2003 un protocollo specifico di collaborazione con l’ANCI finalizzato al coinvolgimento operativo di ulteriori autonomie locali in un programma globale di intervento.
Come detto, parallelamente al Protocollo di cui sopra è stato siglato un “Protocollo specifico per il quartiere Tira-Chapeu”, che impegna la Città di Torino a:
e quella di Praia a:
Sulla base degli accordi stipulati tra le due Città, nel settembre 2005 è stato siglato a Torino un ulteriore Protocollo di intesa tra le due Municipalità e l’ANCI, finalizzato in particolare al coinvolgimento dell’ANCI nell’individuazione di ulteriori enti locali italiani intenzionati ad operare a Praia e al sostegno istituzionale e funzionale, da parte dell’ANCI medesima, della progettualità torinese a Praia.
Con deliberazione (mecc. 200508464/113) del 25 ottobre 2005, e con successiva determinazione (mecc. 200509995/113) del 22 novembre 2005, si approvava un trasferimento di fondi all’ANCI di Euro 35.000,00, quale prima tranche di sostegno al progetto di riqualificazione urbana della piazza del quartiere. Con la stessa delibera si approvava il progetto da presentare alla Regione Piemonte per chiedere un co-finanziamento e una collaborazione progettuale sull’intervento. L’esito del bando regionale è stato negativo, in quanto il progetto, benché arrivato nei termini fissati, era cronologicamente successivo ad altri. Non potendo contare sul co-finanziamento regionale occorre onorare il Protocollo di cooperazione stabilito tra Torino e Praia attingendo a fondi della Civica Amministrazione, attraverso lo stanziamento dei rimanenti 20.000,00 Euro e il trasferimento di tali fondi all’ANCI, che nelle modalità concordate nel protocollo tecnico provvederà ad assicurare la mediazione istituzionale e operativa tra le due Città.
Si sottolinea infine che l’approvazione di questo progetto è solo l’avvio di un più vasto programma di cooperazione con Praia, nell’ambito del quale la Città intende coinvolgere in un sistema di rete sia le realtà torinesi che lavorano a Praia o intendono impiegarvi le proprie competenze, sia la Direzione Generale Cooperazione e Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano. Nel caso di co-finanziamento del Ministero a questa iniziativa le risorse stanziate dalla Città lo scorso anno, e quelle che si intendono stanziare adesso, saranno considerate come quota-parte del co-finanziamento della Città di Torino al programma. Per questa ragione si intende approvare con la presente delibera la bozza di progetto presentato al Ministero Affari Esteri per la richiesta del co-finanziamento all’intero programma.
In base alle suddette motivazioni si propone di:
Tutto ciò premesso,

LA GIUNTA COMUNALE

Visto che ai sensi dell’art. 48 del Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, la Giunta compie tutti gli atti rientranti, ai sensi dell’art. 107, commi 1 e 2 del medesimo Testo Unico, nelle funzioni degli organi di governo che non siano riservati dalla Legge al Consiglio Comunale e che non ricadano nelle competenze, previste dalle leggi o dallo Statuto, del Sindaco o degli organi di decentramento;
Dato atto che i pareri di cui all’art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Visti:
Con voti unanimi, espressi in forma palese,

D E L I B E R A

  1. di approvare, per le motivazioni espresse in narrativa, un contributo di Euro 29.270,00, al lordo delle eventuali ritenute di legge, a favore dell’Istituto comprensivo Adelaide Cairoli, via Torrazza Piemonte 10, 10127 Torino, C.F. 80093550012, a parziale copertura della spesa di Euro 38.033,00 preventivata per la realizzazione del progetto (all. 1 - n.           ) di gemellaggio di durata biennale tra l’Istituto Cairoli di Torino e la scuola di base Enver Colakovic di Breza (Bosnia Erzegovina);
  2. di confermare l’indirizzo a favore sia del programma 100 città per 100 progetti per il Brasile e sia dei progetti di cooperazione decentrata Italia–Brasile, in continuità con quanto già approvato in materia negli ultimi tre anni;
  3. di approvare la prosecuzione delle attività del Tavolo di concertazione tra tutti i soggetti che a Torino cooperano con le città israeliane e palestinesi, sia per dare un quadro di riferimento ai singoli progetti messi a punto su impulso della Città sia per offrire alla cittadinanza un servizio di network circa le conoscenze, competenze e prospettive di progettazione in Medio Oriente, ribadendo al riguardo l’indirizzo espresso nella deliberazione (mecc. 200503529/113) del 25 maggio 2005 e confermando anche il riconoscimento, già approvato al punto 5 della deliberazione (mecc. 200408790/113) del 9 novembre 2004, dell’Associazione Cicsene di Torino quale partner progettuale della Città per l’attività di accompagnamento e mediazione interculturale sia in merito al suddetto Tavolo di concertazione a Torino, sia al mantenimento delle relazioni con le città-partner di Torino in Israele e nei Territori Palestinesi;
  4. di confermare le prospettive di lavoro del sotto-tavolo che segue il programma EPIC (European, Palestinian and Israeli Cities for health and social partnership) al fine di fornire l’indispensabile continuità alle azioni previste, riaffermando al proposito, in considerazione degli indirizzi espressi nella delibera Tavoli-Città (mecc. 200309776/50) del 23 novembre 2003, confermati sia nella delibera Tavoli-Città (mecc. 200408790/113) del 9 novembre 2004 e sia nella delibera Tavoli-Città (mecc. 200503529/113) del 17 maggio 2005, il riconoscimento dell’Associazione Almaterra di Torino quale partner progettuale;
  5. di dare mandato al Settore Cooperazione Internazionale e Pace di convocare un sotto-tavolo rivolto alla sensibilizzazione nei confronti delle giovani generazioni, interpellando le ONG e associazioni piemontesi già attive nel settore, con l’obiettivo non tanto di uniformare gli interventi esistenti quanto di fornire un servizio di network circa le conoscenze, competenze e prospettive di progettazione degli interventi nelle scuole e dei relativi sussidi didattici, realizzando anche un testo prodotto appositamente e organizzando un seminario di presentazione delle attività di educazione alla pace e alla non violenza, entrambi diretti a docenti di scuola superiore interessati a un percorso di conoscenza dell’area israelo-palestinese. Sul punto, si riconferma l’indirizzo, già approvato con le delibere (mecc. 200408790/113) del 9 novembre 2004 e (mecc. 200503529/113) del 17 maggio 2005, nei confronti dell’Associazione Cicsene di Torino, riconosciuta quale partner progettuale della Città per l’attività di accompagnamento e mediazione interculturale per quanto riguarda l’attività del Tavolo di concertazione a Torino;
  6. di approvare, per le motivazioni espresse in narrativa (all. 2 - n. ), un contributo di Euro 29.310,00 al lordo delle eventuali ritenute di legge, a favore dell’Associazione Cicsene, via Borgosesia 30, 10145 Torino, P. IVA 06341060017, a parziale copertura della spesa di Euro 41.560,00 preventivata per la realizzazione del progetto “Rafforzamento delle relazioni di cooperazione decentrata tra le città di Torino e Gaza”, come da prospetto riassuntivo che si allega al presente atto per formarne parte integrante e sostanziale (all. 3 - n. ) e previa presentazione di idonea rendicontazione corredata dalle pezze giustificative dell’attività svolta. L’Associazione ha presentato formale dichiarazione con la quale attesta che, per la copertura delle spese relative allo svolgimento del progetto, non si avvarrà di altri contributi;
  7. di approvare, per le motivazioni espresse in narrativa, un contributo di Euro 25.431,00, al lordo delle eventuali ritenute di legge, a favore dell’Associazione Cicsene, via Borgosesia 30, 10145 Torino, P. IVA 06341060017, a parziale copertura della spesa di Euro 105.431,00 preventivata per la realizzazione del progetto “Il ruolo dell’altro. Esperienze teatrali tra dialogo interculturale ed impegno civile”, come da prospetto riassuntivo che si allega al presente atto per formarne parte integrante e sostanziale (all. 4 - n. ) e previa presentazione di idonea rendicontazione corredata dalle pezze giustificative dell’attività svolta. L’Associazione ha presentato formale dichiarazione con la quale attesta che, per la copertura delle spese relative allo svolgimento del progetto, ha ricevuto un finanziamento di Euro 80.000,00 da parte della Comunità europea;
  8. di approvare, per le motivazioni espresse in narrativa, un contributo di Euro 10.000,00, al lordo delle eventuali ritenute di legge, al Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino, P. IVA 00518460019, quale parziale copertura delle spese per la realizzazione del progetto di ricerca e formazione "Gestione, protezione, valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio, sviluppo locale sostenibile e partecipazione nelle attività di cooperazione tra Piemonte e Sahel” preventivate in Euro 57.700 (all. 5 - n. );
  9. di approvare la seconda fase del “Progetto di rifacimento della piazza principale del quartiere Tira Chapeu di Praia” (cfr. progetto all. 6 - n. ), la cui prima fase è stata approvata con deliberazione (mecc. 200508464/113) del 25 ottobre 2005 per un primo stanziamento di Euro 35.000,00 su un preventivo di complessivi Euro 55.000,00 (cfr. preventivo all. 7 - n. );
  10. di approvare il trasferimento di Euro 20.000,00, al lordo delle eventuali ritenute di legge, a favore dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) con sede attuale a Roma, via dei Prefetti 46, C.F. 80118510587, allo scopo di realizzare la seconda fase del “Progetto di rifacimento della piazza principale del quartiere Tira Chapeu di Praia”;
  11. di dare atto che l'ANCI dovrà rendere conto delle spese sostenute, secondo le modalità stabilite nel protocollo tecnico siglato nel settembre 2005;
  12. di approvare la bozza di programma-pilota “Riduzione della povertà e miglioramento delle aspettative di vita della popolazione più vulnerabile di un quartiere marginale della città di Praia ed in particolare dei minori, nel quadro di una collaborazione intermunicipale con il coinvolgimento della società civile organizzata” (all. 8 - n. ) nell’ambito del quale il “Progetto di rifacimento della piazza principale del quartiere Tira Chapeu di Praia” rappresenta una prima azione;
  13. di demandare a successiva determinazione dirigenziale l’impegno di spesa e la devoluzione dei contributi di cui ai punti nn. 1-6-7-8-10.
I suddetti contributi rientrano nei criteri disciplinati dal Regolamento per le modalità di erogazione dei contributi, approvato e facente parte integrante della deliberazione (mecc. 9407324/01), Consiglio Comunale del 19 dicembre 1994, esecutiva dal 23 gennaio 1995;
  1. di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.
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