Divisione Servizi Sociali
2003 08933/019
Settore Minori
/SC
7




CITTÀ DI TORINO

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

4 novembre 2003


OGGETTO: AFFIDAMENTO FAMILIARE DIURNO. PROGETTO SPERIMENTALE: "DARE UNA FAMIGLIA AD UN'ALTRA FAMIGLIA".

Proposta dell'Assessore Lepri.

Con deliberazione del Consiglio Comunale del 14 settembre 1976 (doc. n. 1398) veniva istituito il servizio di affidamento familiare con il duplice obiettivo di favorire la deistituzionalizzazione dei minori ed evitare l'inserimento degli stessi in strutture residenziali.
Negli anni tale intervento si è progressivamente articolato attraverso l'assunzione di ulteriori provvedimenti a specificazione e arricchimento ma sempre in coerenza con le linee e gli indirizzi della deliberazione di cui sopra. Basti citare l'affidamento diurno, quello a parenti, le comunità familiari, il progetto neonati, la prosecuzione degli interventi assistenziali (compresi gli affidamenti) oltre i 18 anni in situazioni particolari.
Per quanto riguarda lo specifico dell'Affidamento diurno, la Città, con deliberazione della Giunta Comunale del 17 giugno 1986, ha istituito tale intervento come sostegno, ad opera di volontari, al minore e alla sua famiglia di origine per sopperire alle carenze della stessa. Pur non escludendo, la deliberazione in oggetto, la "presa in carico" dell’intero nucleo familiare, gli affidamenti diurni si sono caratterizzati negli anni come sostegno e accompagnamento del singolo minore da parte di un volontario. In alcuni casi l’aiuto del singolo volontario ha coinvolto l’intero nucleo.
Si ritiene importante, pur mantenendo le attuali caratteristiche e modalità dell'affidamento diurno, sperimentare un approccio innovativo che preveda l’allargamento di questo intervento a tutta la famiglia che ha bisogno di aiuto e sostegno attraverso il coinvolgimento e l'apporto dell'intero nucleo affidatario.
Tale modalità trova la sua collocazione nel progetto "Dare una famiglia ad un'altra famiglia" che oltre ad offrire una risposta immediata e concreta al nucleo in difficoltà, favorisce nel medesimo tempo lo sviluppo di occasioni di integrazione sociale tramite forme di "contaminazioni valoriali ed operative" proprie degli "attori formali ed informali" che compongono la rete comunitaria, primo fra tutti la famiglia nella sua interezza.
L'incremento delle esperienze di vita, l'aumento delle competenze comunitarie nei molteplici contesti della società civile supera la concezione di delega a personale specialistico per alcuni interventi sociali, arricchisce le reti informali di sostegno e facilita al suo interno un coinvolgimento attivo di "nuclei solidali".
Nello specifico del progetto, infatti, ogni membro del "nucleo solidale" ( che quindi viene coinvolto non rispetto a singoli componenti ma come sistema familiare) potrebbe offrire specifiche competenze. Per esempio, il padre per aiutare in piccoli lavori di manutenzione dell’alloggio; il figlio, invece, per i compiti scolastici; la madre per le incombenze quotidiane relative alle necessità familiari. Non solo, ma ogni membro della famiglia solidale può spendere una diversa credibilità in relazione al genere e all’età.
L'aspetto innovativo del progetto rende necessaria una sperimentazione graduale e limitata nei numeri e nella durata, prevista in un anno, al fine di favorire un attento lavoro di monitoraggio ed analisi dell'esperienza.
Il progetto si svilupperà secondo due modalità:
La prima prevede il reperimento da parte dei Servizi Comunali competenti di famiglie disponibili e ritenute idonee, alle quali verranno affidate famiglie conosciute e seguite dai Servizi Sociali.
La seconda prevede un percorso analogo con famiglie affidatarie ritenute idonee dai Servizi Sociali competenti, segnalate e proposte da Associazioni che operano nell'ambito sociale sia a livello circoscrizionale che cittadino.
Le famiglie che hanno bisogno di aiuto possono essere individuate sia tra quelle "in carico" ai Servizi Sociali, sia tra quelle conosciute e segnalate dalle Associazioni o da entrambi.
Le Associazioni avranno la funzione non solo di segnalazione e proposta di famiglie "solidali" e di quelle "bisognose di aiuto" ma anche di sostegno ed accompagnamento a favore di entrambe.
Le Famiglie Solidali verranno, quindi, reperite attraverso azioni mirate di sensibilizzazione, secondo modalità e procedure previste per tali tipi di iniziative, relativamente al primo modulo, tra:
Relativamente al secondo modulo:
Il monitoraggio del progetto avverrà attraverso la costituzione di un gruppo tecnico che dovrà verificare e valutare i risultati dell'intervento trattandosi, infatti, di un progetto ad alta complessità in quanto l'azione di affidamento non coinvolge direttamente solo il minore in difficoltà ma tutto l'intero nucleo familiare.
Tale metodologia permette di operare per un reale mantenimento dell'unità del sistema famiglia con uno spostamento di ottica che consenta di uscire dalla dicotomia famiglia affidataria buona e capace - famiglia d'origine cattiva e inadeguata. Inoltre, non operando per una separazione, una divisione, anche temporanea, tra il minore e la sua famiglia si agevolano quei processi di solidarietà tra famiglie che, se sostenuti concretamente, possono portare ad una maggior consapevolezza ed emancipazione.
Un altro elemento caratterizzante del progetto è costituito dalla promozione e dall'attivazione di una rete territoriale di famiglie affidatarie organizzate che possono offrire servizi di tregua e di respiro alle famiglie multiproblematiche o in difficoltà nel quartiere, operando verso una cura di "condominio" e di comunità agita in rete con le altre diverse realtà locali formali ed informali del territorio.
Per queste caratteristiche innovative il progetto "Dare una famiglia ad un'altra famiglia" è stato finanziato dalla Fondazione Paideia con un contributo complessivo di Euro 50.000,00, che permetterà di attivare sperimentalmente nell'anno 2004 complessivamente n.8 affidamenti diurni di famiglie ad altre famiglie fatte salve, a seguito di positiva valutazione, la continuità ed il potenziamento dell'iniziativa.
Per la realizzazione del progetto si prevedono le seguenti procedure tecnico amministrative ed i seguenti rimborsi economici:
- Gli affidamenti alle famiglie seguono le procedure già in vigore per gli affidamenti in generale e diurni in specifico. Dato l'impegno di ciascuna famiglia si ritiene di dover riconoscere un rimborso spese mensile forfettario di Euro 392,51 corrispondente alla quota base prevista per l'attuale affidamento diurno maggiorata del 100% in quanto l'iniziativa proposta coinvolge sia il singolo minore e tutti i componenti della famiglia di origine, sia tutti i componenti della famiglia affidataria;
- Relativamente alle attività di formazione, sostegno ed accompagnamento a favore delle famiglie affidatarie e "affidate" è previsto per le Associazioni un contributo massimo annuo di Euro 2.000,00 per ciascuna famiglia seguita, da riconoscere ed erogare, ai sensi dall'articolo 77, dello Statuto e secondo le modalità e procedure previste dal Regolamento n. 206 approvato con deliberazione del Consiglio Comunale in data 19 dicembre 1994, (mecc. 9407324/01), esecutiva dal 23 gennaio 1995.
Si demanda a provvedimento dirigenziale le ulteriori specificazioni gestionali, organizzative e l'individuazione dei criteri per la scelta delle famiglie affidatarie e affidate, nonché dei criteri di priorità per gli abbinamenti tra famiglie e per l'avvio degli stessi.
Sulla base degli esiti di tale sperimentazione, l'iniziativa verrà diffusa e sarà oggetto di sensibilizzazione nell'ambito degli interventi promossi dal Settore Famiglie della Divisione
Servizi Sociali che collabora con il Settore Minori nella gestione e monitoraggio del progetto.
Tutto ciò premesso,

LA GIUNTA COMUNALE

Visto che ai sensi dell’art. 48 del Testo Unico delle leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, la Giunta compie tutti gli atti rientranti, ai sensi dell’art. 107, commi 1 e 2 del medesimo Testo Unico, nelle funzioni degli organi di governo che non siano riservati dalla Legge al Consiglio Comunale e che non ricadano nelle competenze, previste dalle leggi o dallo Statuto, del Sindaco o degli organi di decentramento;
Dato atto che i pareri di cui all’art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Con voti unanimi, espressi in forma palese;

D E L I B E R A

  1. di approvare il Progetto “Dare una famiglia ad un'altra famiglia” di cui in narrativa;
  2. di prendere atto del contributo assegnato dalla Fondazione Paideia pari ad Euro 50.000,00 da destinarsi alla realizzazione del progetto e con il quale viene finanziata la sperimentazione;
  3. di riservare a successivo provvedimento e a seguito di positiva valutazione della sperimentazione di un anno, nei limiti delle disponibilità di bilancio, la continuazione e l'implementazione dell'iniziativa;
  4. di demandare a successivi provvedimenti attuativi le ulteriori specificazioni gestionali, organizzative e l'individuazione dei criteri per la scelta delle famiglie affidatarie e affidate, nonché dei criteri di priorità per gli abbinamenti tra famiglie e per l'avvio degli stessi;
  5. di demandare a successivi provvedimenti l’individuazione della famiglia e delle Associazioni coinvolte nel progetto;
  6. di riservare a successiva determinazione dirigenziale l’accertamento e l’impegno della somma di Euro 50.000,00 da destinare alla realizzazione del Progetto;
7) di dichiarare, attesa l’urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, 4° comma del T.U. approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.
__________________________________________________________________________