L’ U.I.E.P.E (Ufficio interdistrettuale  esecuzione penale esterna) torinese ha competenza nel territorio del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Liguria, ed è responsabile dell’esecuzione delle misure alternative alla detenzione (L. n.354/75 e successive modificazioni). Nell’applicazione delle misure alternative, il condannato o imputato viene preso in carico dal U.E.P.E. che opera in stretto contatto con i servizi del territorio. L’assistente sociale, in collaborazione con l’affidato, struttura un lavoro finalizzato a un graduale reinserimento nel contesto sociale.

La sede del U.I.E.P.E. attualmente è in via Berruti e Ferrero n.1/A

Questi uffici si occupano di “trattamento socio-educativo” delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, svolgendo il compito di favorire il reinserimento sociale delle persone che hanno subito una condanna definitiva. Inoltre svolgono determinate funzioni assegnate loro dalla legge n. 354/1975 (cosiddetto Ordinamento penitenziario), ed in particolare:

  1. a) svolgono su richiesta dell’autorità giudiziaria, le inchieste utili a fornire i dati occorrenti per l’applicazione, la modificazione, la proroga e la revoca delle misure di sicurezza;
  2. b) svolgono le indagini socio-familiari per l’applicazione delle misure alternative alla detenzione ai condannati;
  3. c) propongono all’autorità giudiziaria il programma di trattamento da applicare ai condannati che chiedono di essere ammessi all’affidamento in prova e alla detenzione domiciliare;
  4. d) controllano l’esecuzione dei programmi da parte degli ammessi alle misure alternative, ne riferiscono all’autorità giudiziaria, proponendo eventuali interventi di modificazione o di revoca;
  5. e) su richiesta delle direzioni degli istituti penitenziari, prestano consulenza per favorire il buon esito del trattamento penitenziario;

Le misure alternative, quali l’affidamento in prova al servizio sociale, la detenzione domiciliare e la semilibertà, si contrappongono al sistema di penale detentivo al fine di delineare un perimetro dell’esecuzione della pena in cui l’intervento penitenziario si strutturi fuori dal carcere, mira a ridurre la permanenza delle persone nelle carceri e lavora al reinserimento nella società. Per rappresentare un quadro più preciso si riportano di seguito le diverse situazioni in carico al U.I.E.P.E.:

  • Persone con condanna definitiva ma con pena sospesa ovvero agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza che deciderà sulle misure alternative che hanno richiesto;
  • Persone affidate in prova al servizio sociale;
  • Detenuti semiliberi, che lavorano e vivono all’esterno ma trascorrono la notte in carcere;
  • Detenuti in “art. 21”, che cioè lavorano o svolgono attività all’esterno, ma trascorrono il resto del tempo in carcere;
  • Detenuti domiciliari;
  • Detenuti con condanna definitiva, oppure internati, per cui si chiede all’UEPE una consulenza;
  • Persone per le quali il Magistrato di Sorveglianza deve valutare la pericolosità sociale ai fini dell’applicazione delle misure di sicurezza;
  • Detenuti che chiedono un permesso premio oppure semiliberi o internati in licenza.

Per la realizzazione dei programmi e al fine di facilitare una reintegrazione sociale e contribuire ad evitare la recidiva collabora con differenti interlocutori, Istituzionali e non e appartenenti al terzo settore:

  • Utenti e le loro famiglie;
  • Magistrati di Sorveglianza, che richiedono informazioni e valutazioni all’Ufficio;
  • Istituti penitenziari per il trattamento dei detenuti o internati;
  • Forze dell’Ordine, per il controllo del corretto svolgimento dell’esecuzione penale;
  • Altri servizi del territorio, ASL, Comuni ed altre P.A. con esponenti del privato sociale e con volontari per realizzare progetti di reinserimento sociale e lavorativo dei condannati e tra questi anche il CAM;
  • Altri U.I.E.P.E. per collaborare al trattamento di persone residenti in altri territori;
  • Tribunale Ordinario per le Messe alla prova.

Le pene all’esterno del carcere si fondano sulla fiducia riposta nel condannato, il quale  deve lavorare in un’ottica di responsabilità e gestione guidato dagli interventi del U.I.E.P.E. e della rete.