Div. Patrimonio - Innovazione - Lavoro - Servizi al Cittadino

Direzione Patrimonio

Settore Valorizzazione Patrimonio Immobiliare  

n. ord. 220

2011 08032/131

CITTÀ DI TORINO

 

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 21 DICEMBRE 2011

 

(proposta dalla G.C. 16 dicembre 2011)

 

Sessione Ordinaria

 

Convocato il Consiglio nelle prescritte forme sono intervenuti nell'aula consiliare del Palazzo Civico, oltre al Presidente FERRARIS Giovanni Maria ed al Sindaco FASSINO Piero, i Consiglieri:

 

ALTAMURA Alessandro

ALUNNO Guido Maria

AMBROGIO Paola

APPENDINO Chiara

BERTHIER Ferdinando

BERTOLA Vittorio

CARBONERO Roberto

CARRETTA Domenico

CASSIANI Luca

CENTILLO Maria Lucia

CERVETTI Barbara Ingrid

CURTO Michele

DELL'UTRI Michele

GENISIO Domenica

GRECO LUCCHINA Paolo

GRIMALDI Marco

LEVI Marta

LEVI-MONTALCINI Piera

LIARDO Enzo

LO RUSSO Stefano

MAGLIANO Silvio

MANGONE Domenico

MARRONE Maurizio

MUSY Alberto

MUZZARELLI Marco

NOMIS Fosca

PAOLINO Michele

PORCINO Giovanni

RICCA Fabrizio

SBRIGLIO Giuseppe

SCANDEREBECH Federica

TRICARICO Roberto

TRONZANO Andrea

VENTURA Giovanni

VIALE Silvio

 

In totale, con il Presidente ed il Sindaco, n. 37 presenti, nonché gli Assessori: CURTI Ilda - LUBATTI Claudio - PASSONI Gianguido - TEDESCO Giuliana.

 

Risultano assenti i Consiglieri: - COPPOLA Michele - FURNARI Raffaella - MORETTI Gabriele - RATTAZZI Giulio Cesare.

 

Con la partecipazione del Vicesegretario PICCOLINI dr.ssa Carla.

 

SEDUTA PUBBLICA 

 

OGGETTO: IMMOBILE DI PROPRIETÀ DEL DEMANIO STATALE DENOMINATO "EX CASERMA CAVALLI" PIAZZA BORGO DORA 49. TRASFERIMENTO DELLA PROPRIETÀ IN FAVORE DELLA CITTÀ AI SENSI DEL D.LGS. 85/2011. ACCORDO DI VALORIZZAZIONE. PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI. APPROVAZIONE.

 

Proposta dell'Assessore Passoni.  

 

          Con l'emanazione del Decreto Legislativo 28 maggio 2010 n. 85, recante "Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio in attuazione dell'articolo 19 della legge 5 maggio 2009 n. 42", il legislatore ha previsto la possibilità di attribuire a titolo non oneroso ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni i beni di proprietà dello Stato secondo criteri di territorialità, sussidiarietà, adeguatezza, valorizzazione ambientale, semplificazione, capacità finanziaria, correlazione con competenze e funzioni.

          L'articolo 2 comma 4 del Decreto Legislativo 28 maggio 2010 n. 85 stabilisce, inoltre che, a seguito del trasferimento dell'immobile, l'ente territoriale sia tenuto a favorire la massima valorizzazione funzionale del bene attribuitogli, a vantaggio diretto o indiretto della collettività.

          L'articolo 5 comma 5 del Decreto Legislativo sopra richiamato sancisce, poi, che entro un anno dall'entrata in vigore del Decreto lo Stato provvede "in sede di prima applicazione del presente Decreto Legislativo, nell'ambito di specifici accordi di valorizzazione e dei conseguenti programmi e piani strategici di sviluppo culturale, definiti ai sensi e con i contenuti di cui all'articolo 112 comma 4 del Codice per i beni culturali ed il paesaggio, di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. "? al trasferimento alle regioni e agli altri enti territoriali, ai sensi dell'articolo 54, comma 3 del citato Codice, dei beni e delle cose indicati nei suddetti accordi di valorizzazione". Quest'ultima norma, in particolare, prevede che lo Stato, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali possano stipulare accordi per definire strategie ed obiettivi comuni di valorizzazione, nonché per elaborare i conseguenti piani strategici di sviluppo culturale ed i programmi, relativamente ai beni culturali di pertinenza pubblica. Detti accordi possono essere conclusi su base regionale o subregionale, in rapporto ad ambiti territoriali definiti, e promuovono altresì l'integrazione, nel processo di valorizzazione concordato, delle infrastrutture e dei settori produttivi collegati.

          In questo quadro normativo, dunque, in data 9 febbraio 2011, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibac), il Segretariato Generale e l'Agenzia del Demanio hanno siglato un protocollo di intesa con il quale sono state definite le modalità attuative e le procedure operative per la definizione degli accordi di valorizzazione e dei conseguenti programmi e piani strategici di sviluppo culturale di cui all'articolo 5 comma e) del D.Lgs. 85/2010; successivamente, con circolare 18 del 18 maggio 2011, emanata dal Segretario generale del Mibac, sono state fornite istruzioni di dettaglio per l'attuazione di detto procedimento.

          Il procedimento delineato dall'allegato "A" della circolare 18/2011 prevede che l'iter di acquisizione si avvii con una richiesta del bene da parte degli Enti interessati. Detti enti devono, infatti, presentare al Mibac ed alla Filiale dell'Agenzia del demanio competente per territorio, una istanza con l'individuazione degli immobili oggetto di interesse, illustrando le finalità e le linee strategiche generali che intendono perseguire con l'acquisizione del bene.

          A seguito della presentazione di tale istanza viene attivato a livello regionale un Tavolo Tecnico Operativo (T.T.O.) che ha il compito di valutare la sussistenza delle condizioni per la conclusione di un accordo di valorizzazione e, in un secondo momento, per il successivo trasferimento dei beni individuati.

          A questo punto l'Ente richiedente predispone un programma di valorizzazione che presenta al Tavolo Tecnico Operativo per la relativa approvazione; una volta che il Tavolo Tecnico Operativo ha condiviso detto programma ed ha predisposto il testo dell'accordo di valorizzazione, ai sensi dell'articolo 112 comma 4 del Codice dei beni culturali (D.Lgs. 42/2004), si procede alla sottoscrizione dell'"accordo di valorizzazione" (sulla base dello schema delineato dall'allegato "D" della citata circolare del Segretario Generale del Mibac 18/2011) ed alla successiva attivazione delle procedure di trasferimento a titolo gratuito del bene all'ente territoriale richiedente. Le linee guida contenute nella circolare precisano che i beni oggetto di trasferimento conservano la natura di demanio pubblico - ramo storico, archeologico, artistico - e restano integralmente assoggettati alla disciplina di tutela e salvaguardia del Codice dei beni culturali.

          Alla luce delle norme di cui al precitato Decreto Legislativo 28 maggio 2010 n. 85, la Città si è subito attivata a richiedere il trasferimento di alcuni beni di proprietà statale, tra i quali riveste prioritario interesse il complesso immobiliare denominato "ex Caserma Cavalli", sito in piazza Borgo Dora 49 e dichiarato di interesse particolarmente rilevante ai sensi degli articoli 10 e 12 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, con Decreto della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte del 9 ottobre 2007. Con nota in data 4 aprile 2011, la Civica Amministrazione ha, infatti, rappresentato alle competenti sedi istituzionali il proprio interesse all'acquisizione di detto compendio, riservandosi di indicare successivamente nel dettaglio le linee strategiche del progetto di valorizzazione.

          A seguito del positivo accoglimento della richiesta da parte del T.T.O. riunitosi in data 16 giugno 2011, la Direzione Patrimonio della Città ha predisposto il necessario programma di valorizzazione, che è stato successivamente trasmesso con nota del Sindaco alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte ed all'Agenzia del Demanio in data 14 novembre 2011 (all. 1 - n.         ).

          L'interesse dell'Amministrazione Comunale all'acquisto del complesso risale in effetti alla prima metà degli anni '90, allorquando il medesimo era stato individuato quale possibile sede di attività d'interesse pubblico. La ristrutturazione ed il recupero dello stesso avrebbero, infatti, permesso alla Città di portare a completamento le iniziative volte alla riqualificazione dell'area di Borgo Dora, restituendo alla pubblica fruibilità il manufatto, versante da tempo in stato di completo degrado ed abbandono, permettendo al contempo di ricucire un tessuto urbano ed architettonico unico nel suo genere.

          Il complesso immobiliare in discorso è ubicato al civico 49 di piazza Borgo Dora, all'interno dell'"Ex Arsenale Militare" ed è costituito da due corpi fabbricativi: una manica ad "U" elevata a due piani fuori terra (di mq. 3.520 oltre a 170 mq. di portici e 170 mq. di terrazzo) ed una manica a "Stecca" (denominata anche "manica obici", della superficie complessiva di 1.320 mq. ed ubicata a nord), elevata ad un solo piano fuori terra (oltre a soppalco), dell'estensione complessiva di mq. 4.840 circa. Il prospetto principale si proietta verso la piazza Borgo Dora e si compone di due corpi laterali a tre aperture, uniti da un porticato a sette arcate. Esso è sormontato da una torretta chiusa da terrazzo con balaustra sorretta da profondi archetti.

          L'origine del compendio prende le mosse dall'iniziativa intrapresa nel 1580 dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia di riconvertire alcune delle segherie di legname installatesi nella zona della Dora a "Regia Fabbrica delle Polveri e Raffineria dei Nitri", al fine di rendere autonomo lo Stato Sabaudo dal punto di vista dell'approvvigionamento della polvere da sparo.

          La struttura attuale dell'edificio risale alla ristrutturazione effettuata a seguito della disastrosa esplosione verificatasi il 26 aprile 1852, allorquando la combustione spontanea di una botte nel deposito delle munizioni, propagandosi agli altri reparti di lavorazione, determinò la deflagrazione di circa 25 tonnellate di polvere da sparo, provocando un gran numero di vittime ed ingentissimi danni materiali.

          Nel 1867, sulla base del progetto a firma dell'architetto militare Giovanni Castellazzi (che portò alla realizzazione del nuovo "Arsenale delle Costruzioni di Artiglieria di Torino), vennero localizzate nell'ex caserma Cavalli la maggior parte delle lavorazioni già espletate presso il vecchio Arsenale, quali la produzione e riparazione di affusti e carreggi di artiglieria.

          Da allora l'importanza dello stabilimento produttivo, alimentato dalle acque del canale Martinetto, continuò a crescere incessantemente.

          Nel corso del secondo conflitto mondiale la produzione dell'Arsenale, che giunse ad occupare quasi 1.400 dipendenti, toccò vertici altissimi in particolare per quanto riguarda le forniture di "artiglierie di piccolo e medio calibro, dei carreggi, dei materiali di selleria".

          Terminato il conflitto, l'Arsenale riprese l'attività produttiva a pieno regime con importanti mutamenti dettati dall'avvento della energia elettrica, con il conseguente abbandono e con la graduale chiusura del sistema di fornitura dell'energia idraulica ormai non più necessaria; nel 1978 chiuse la propria attività produttiva e venne dismesso.

          Il complesso immobiliare in argomento ricade in zona destinata dal vigente P.R.G. a Servizi pubblici, lettera "z - aree per altre attrezzature di interesse generale", è ricompreso all'interno della Zona Urbana Storico Ambientale e dal punto di vista idrogeologico ricade nella classe "III", sottoclasse "III b 2" - "Aree parzialmente inondate e attualmente inondabili a moderata pericolosità". Esso insiste su area descritta al C.T. della Città di Torino al Foglio 1215 particelle 127 e 16, ed è rappresentato con perimetro rosso nell'allegato estratto di mappa C.T. (all. 2 - n.          ).

          Il complesso dell'ex-Arsenale è classificato tra gli "Edifici di Particolare Interesse Storico", gruppo 2 "Edifici di rilevante valore storico" (articolo 26 delle N.U.E.A.). Gli interventi ammessi su tali immobili sono indicati nella "Tabella dei tipi di intervento" costituente allegato "A" alle N.U.E.A., e sono essenzialmente limitati al c.d. "risanamento conservativo". In base alla normativa richiamata, però, qualora presso gli immobili in discorso vengano insediate attività pubbliche o di interesse pubblico, fatte salve le opportune valutazioni della competente Soprintendenza, è prevista una maggiore flessibilità di intervento (ai sensi dell'articolo 26, comma 22, delle suddette N.U.E.A., previa deliberazione del Consiglio Comunale, per gli edifici destinati a funzione pubblica, è infatti prevista la possibilità di realizzare "interventi edilizi di adeguamento alle esigenze funzionali in aggiunta a quelli indicati nella Tabella dei Tipi di Intervento").

          Con nota del 14 novembre 2011 la Città ha pertanto presentato agli Enti competenti il suddetto Programma di Valorizzazione (allegato 1), che prevede il recupero e riutilizzo del compendio in questione, precisando che, in caso di acquisizione in proprietà, parte dello stesso verrà destinato ad attività di carattere socio-assistenziale, condividendo, al riguardo, la proposta a suo tempo avanzata in via informale dal Sermig.

          L'obiettivo che il Programma persegue è il recupero edilizio e funzionale del Compendio ex Caserma Cavalli, prevedendo una destinazione d'uso prevalentemente a servizio della persona (istruzione superiore ed attività assistenziali), mediante concessione a terzi. Tale processo verrà avviato mediante l'esecuzione di interventi di restauro e risanamento conservativo dell'immobile volti all'insediamento di un polo didattico e culturale (che ricalcano, in parte, la proposta di utilizzo e recupero del bene pervenuta in data 3 giugno 2011 dalla Scuola Holden) nonché, limitatamente ad una porzione del predetto stabile, di servizi socio assistenziali in modo da favorire, sia pure indirettamente, il già avviato processo di riqualificazione e valorizzazione dell'ambito urbano circostante del Borgo Dora.

          Alla conclusione del programma di risanamento conservativo è previsto l'insediamento di due distinte destinazioni funzionali:

1)      funzioni didattico - culturali nell'edificio principale ad "U", di due piani, della corte interna e della retrostante parte dell'edificio a stecca; il concessionario di tale edificio, che dovrà farsi carico del recupero fisico e funzionale, nonché della successiva gestione delle attività insediate, verrà individuato mediante procedura di evidenza pubblica;

2)      funzioni assistenziali nella restante parte dell'edificio a stecca, per una superficie di pavimento pari a circa 500 mq., il cui concessionario sarà individuato secondo le modalità disciplinate nel Regolamento Comunale (n. 214 rubricato "Regolamento per la concessione di beni immobili comunali ad enti ed associazioni", approvato con deliberazione del Consiglio Comunale in data 6 giugno 1995, mecc. 9503348/08, modificato con deliberazione del Consiglio Comunale in data 16 febbraio 1998, mecc. 9800120/08).

Per quanto concerne le funzioni didattico - culturali, va ulteriormente specificato che:

-        per attività didattico-culturali si intendono corsi, seminari, conferenze, work - shop nell'ambito della comunicazione, della narrazione, della letteratura e dei nuovi linguaggi, della multimedialità e delle nuove tecnologie;

-        dovranno essere insediate attività didattiche (di livello specialistico) che coinvolgano almeno 350 - 400 studenti all'anno con partecipazione a lezioni, seminari o altri momenti didattici che si svolgeranno nei locali dell'ex Caserma Cavalli, oltre ad eventuali momenti di formazione on line; nello specifico, si prevede che una parte della formazione dovrà svolgersi in lingua inglese per garantire il livello internazionale della formazione;

-        si prevede, inoltre, la realizzazione di un teatro e di una sala conferenze, con una capienza di almeno 100 posti e con possibilità di utilizzo da parte della Città, previo accordo con il concessionario, nonché di una biblioteca aperta anche alla cittadinanza e dotata di molteplici postazioni multimediali; la corte interna dovrà, inoltre, essere strutturata come luogo pubblico destinato alla lettura e ad attività coerenti con la destinazione complessiva dell'immobile; anche per tali finalità, il gestore della struttura garantirà la copertura wi-fi gratuita alla corte interna ed alle aree esterne prospicienti l'ingresso. In particolare, la fruizione e l'utilizzo del teatro, della corte interna e della biblioteca verranno disciplinati nell'ambito di una specifica convenzione che dovrà essere formalizzata tra la Città ed il concessionario/i per l'utilizzo dell'immobile. In tal modo verrà garantita la fruizione del bene da parte dell'intera cittadinanza torinese e, nello specifico, dei residenti nel territorio circoscrizionale.

          Per quanto concerne le funzioni socio-assistenziali, va viceversa specificato che:

-        per socio-assistenziali si intendono le attività volte alla valorizzazione della multiculturalità, all'integrazione sociale, al sostegno economico alle famiglie che versano in situazione di disagio sociale ed economico, alla realizzazione di strutture dedicate ad attività ludiche e ricreative a favore dei bambini ed al potenziamento di progetti di educazione civica e sanitaria per stranieri.

          Il progetto di restauro e risanamento conservativo del complesso verrà posto a carico dei concessionari e dovrà tener conto - attraverso rilievo architettonico puntuale - dello stato di degrado del cespite, in modo da valutare le corrette modalità d'intervento. La Caserma si presenta, infatti, in mediocri condizioni di conservazione con evidenti infiltrazioni di acqua piovana dai sistemi di raccolta dei pluviali, delle grondaie e dei terrazzi piani, eventi ai quali è possibile ricondurre anche i crolli parziali verificatisi in alcune porzioni di solaio. La mancata realizzazione di sistematici interventi manutentivi ha inoltre compromesso porzioni di paramenti di facciata, le strutture e finiture interne (intonaci, infissi e rivestimenti in legno), che andranno prioritariamente consolidate e successivamente risanate dal degrado.

          Quanto alla destinazione d'uso socio - assistenziale del complesso, si ipotizza che dette attività possano trovare collocazione all'interno della metà della stecca della manica "obici" (dell'estensione di circa 500 mq.), mentre il corpo principale ad U e la restante porzione della stecca saranno dedicate - come detto - alle restanti attività didattiche, formative e culturali cui si è fatto precedentemente accenno; detti interventi dovrebbero portare alla creazione oltre al teatro ed alla biblioteca multimediale summenzionati, anche di aule e strutture didattiche proporzionate all'auspicato polo culturale didattico, di un ampio foyer, di locali studio, di laboratori con attrezzature tecniche multimediali, di spazi per l'amministrazione e per il corpo docenti oltre a servizi. Viceversa, il progetto di recupero funzionale a fini assistenziali potrà prevedere, tra l'altro, la realizzazione di spazi che favoriscano la socializzazione, la formazione e la crescita dei bambini in età prescolare, con particolare attenzione alla seconda generazione di immigrati, residenti e non.

          Per garantire il regolare e costante svolgimento delle diverse attività indicate si prevede la chiusura fisico-edilizia, rispetto alla restante parte del compendio, della porzione di manica dedicata alle funzioni socio-assistenziali.

          Si prevede che l'attuazione del programma di valorizzazione attraverso l'insediamento di un polo didattico culturale a valenza nazionale e la creazione di spazi dedicati all'assistenza possa generare una doppia ricaduta sul territorio circostante e sul territorio cittadino.

          Come noto, l'ex Caserma Cavalli è situata in un'area già oggetto di significativi interventi di recupero. Ciò nonostante, l'area non vede ancora la presenza di un tessuto di attività (pubblici esercizi, locali commerciali ed artigianali) in grado di attrarre continuativamente flussi di persone dall'esterno dell'area stessa.

          Le attività didattiche insediate nel nuovo polo favoriranno l'attrattività del territorio circostante attraverso la nascita di nuove imprese, rilanciando al contempo quelle già esistenti. Si pensi, a titolo esemplificativo, alla richiesta di servizi generata dalla presenza di numerosi studenti all'interno del polo didattico culturale (con la partecipazione a master, seminari, conferenze, accesso alla biblioteca...), come pure di famiglie e cittadini che usufruiranno dei nuovi spazi riqualificati (corte interna, biblioteca, luoghi per conferenze ed incontri) il cui utilizzo dovrà essere specificamente disciplinato nell'ambito della convenzione.

          Non meno significativo sarà l'impatto sul territorio cittadino, che vedrà il rafforzamento dell'immagine di Torino come polo culturale, sede di centri di formazione di rilevanza nazionale e nello specifico, di una "scuola" nell'ambito della comunicazione, della narrazione e dei nuovi linguaggi, della multimedialità e delle nuove tecnologie. Effetto indotto, anche se più limitato, sarà il rafforzamento delle presenze alberghiere e dei servizi per gli studenti non residenti, docenti e visiting professor.

          Il programma prevede il recupero dell'immobile in fasi successive. Gli interventi di risanamento conservativo, nonché la successiva gestione degli spazi, saranno, come anticipato, senza costo alcuno per la Città, con oneri esclusivamente a carico dei concessionari (tanto per la porzione "didattico-culturale", quanto per la parte "socio-assistenziale"). Ai proponenti sarà richiesta la presentazione di un business plan che dimostri la sostenibilità del progetto di recupero e di successiva gestione, documento che dovrà tener conto di alcuni elementi minimi:

-        recupero e risanamento di almeno il 50 % dell'immobile in concessione entro 2 anni dal rilascio dei relativi titoli abilitativi;

-        recupero e risanamento della restante parte dell'immobile entro il successivo anno, salvo ottenimento dell'ulteriore proroga del titolo abilitativo ai sensi di legge;

-        investimenti di ammontare almeno pari a 1000 Euro/mq. da realizzarsi entro il termine suddetto (in riferimento alla porzione oggetto della prima fase di recupero);

-        durata della concessione: anni 25 o diversa durata in funzione all'ammontare degli investimenti sostenuti e comunque non oltre i 30 anni.

          I concessionari potranno dar vita ad attività che generino un reddito sufficiente alla copertura dei costi sostenuti, compresa la normale remunerazione del capitale investito nel progetto.

          A seguito del trasferimento della proprietà dell'immobile alla Civica Amministrazione verrà avviata, come anticipato, una procedura pubblica per la concessione dell'edificio destinato a polo didattico-culturale per una durata pari a 25/30 anni. La concessione della parte di immobile destinata ad attività socio-assistenziali avverrà con le modalità definite nel Regolamento per la concessione di beni immobili comunali ad enti ed associazioni.

          Detta procedura pubblica di selezione dovrà informarsi ai seguenti criteri generali:

-        il proponente dovrà dimostrare una esperienza almeno quinquennale in attività di didattica e culturali nell'ambito della comunicazione, della narrazione e dei nuovi linguaggi, della multimedialità e delle nuove tecnologie. L'esperienza dovrà essere di rilevanza e notorietà almeno nazionale. Qualora il proponente sia un nuovo soggetto costituito ad hoc per la realizzazione del progetto, il requisito dovrà essere posseduto da almeno un socio e/o partecipante all'ATI eventualmente costituita dal soggetto proponente (sia nella forma di soggetto non profit che nella forma di ente commerciale);

-        il proponente dovrà dimostrare di possedere la necessaria capacità economico finanziaria per far fronte all'investimento ed alla successiva gestione; a tal fine dovrà produrre un piano economico - finanziario relativo al recupero ed alla successiva gestione, che dovrà dimostrare l'effettiva sostenibilità dell'intervento;

-        potrà essere richiesta adeguata garanzia, tramite fideiussione e/o polizza fideiussoria, a garanzia del rispetto delle obbligazioni assunte nella proposta progettuale e gestionale;

-        la valutazione dovrà tener conto:

a)    della qualità del progetto di massima per il recupero e la ristrutturazione dell'immobile;

b) del progetto gestionale e del relativo impatto sul territorio circostante e sul territorio cittadino;

c) degli eventuali ritorni economici a favore della Pubblica Amministrazione, oltre al pagamento del canone di concessione ricognitorio.

          Saranno a carico dei concessionari la responsabilità e tutti i relativi adempimenti per il rilascio di tutte le autorizzazioni, comunque denominate, necessarie alla realizzazione dell'intervento ed alla successiva gestione.

          I termini ipotizzati per le varie fasi nelle quali si articolerà il programma di valorizzazione sono i seguenti:

 

Lotto 1 - Attività didattiche

Fase del procedimento

Tempo

Note

Aggiudicazione gara concessione:

60 giorni

Decorrenti dal trasferimento della proprietà immobile alla Città;

Stipulazione convenzione con l'aggiudicatario:

30 giorni

Decorrenti dall'aggiudicazione;

Presentazione progetto per rilascio titolo autorizzativo edilizio:

120 giorni

Decorrenti dalla stipulazione della convenzione;

Recupero porzione pari ad almeno il 50% della superficie dell'immobile:

2 anni

Decorrenti dalla data del rilascio del titolo abilitativo;

Recupero restante parte del compendio:

3 anni

Decorrenti dalla data del rilascio del titolo abilitativo, salvo proroghe ai sensi di legge.

 

Lotto 2 - Attività Socio Assistenziali

Fasi del procedimento

Tempo

Note

Scelta del contraente:

60 giorni

Decorrenti dal trasferimento della proprietà immobile alla Città;

Stipulazione convenzione con il contraente:

30 giorni

Decorrenti dall'individuazione;

Presentazione progetto per rilascio titolo autorizzativo edilizio:

120 giorni

Decorrenti dalla stipulazione della convenzione;

Recupero porzione pari ad almeno il 50% della superficie dell'immobile:

2 anni

Decorrenti dalla data del rilascio del titolo abilitativo;

Recupero restante parte del compendio:

3 anni

Decorrenti dalla data del rilascio del titolo abilitativo, salvo proroghe ai sensi di legge.

 

          Alla luce di quanto sopra, al fine di proseguire l'iter finalizzato all'acquisizione da parte della Città del complesso immobiliare di titolarità del Demanio dello Stato denominato "ex Caserma Cavalli", ai sensi delle disposizioni di cui al Decreto Legislativo 28 maggio 2010 n. 85, si rende ora necessario approvare l'unito programma di valorizzazione (allegato 1), che riporta quanto indicato nel presente provvedimento ed autorizzare gli Uffici e gli Organi competenti all'adozione degli opportuni provvedimenti.  

Tutto ciò premesso,

 

 LA GIUNTA COMUNALE  

 

Visto il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, nel quale, fra l'altro, all'art. 42 sono indicati gli atti rientranti nella competenza dei Consigli Comunali;

Dato atto che i pareri di cui all'art. 49 del suddetto Testo Unico sono:

favorevole sulla regolarità tecnica;

favorevole sulla regolarità contabile;

Con voti unanimi, espressi in forma palese;  

 

PROPONE AL CONSIGLIO COMUNALE

 

Per le motivazioni meglio espresse in premessa, che integralmente si richiamano e che fanno parte delle decisioni:

1)      di approvare l'acquisizione non onerosa del compendio immobiliare di titolarità del Demanio dello Stato denominato "ex Caserma Cavalli", sito in Torino - piazza Borgo Dora 49, ai sensi delle disposizioni di cui al Decreto Legislativo 28 maggio 2010 n. 85. Detto complesso, dell'estensione di mq. 4.840 circa è situato all'interno dell'"Ex Arsenale Militare" ed è costituito da due corpi fabbricativi: una manica ad "U" elevata a due piani fuori terra (di mq. 3.520 oltre a 170 mq. di portici e 170 mq. di terrazzo) ed una manica a "Stecca" (denominata anche "manica obici", della superficie complessiva di 1.320 mq. ed ubicata a nord) elevata ad un solo piano fuori terra (oltre a soppalco). Il medesimo insiste su area descritta al C.T. della Città di Torino al Foglio 1215 particelle 127 e 16, ed è rappresentato con perimetro rosso nell'allegato estratto di mappa C.T. (allegato 2);

2)      di approvare l'unito Programma di Valorizzazione (allegato 1) del compendio immobiliare in discorso, presupposto per il successivo trasferimento della proprietà del bene de quo alla Città ai sensi del precitato Decreto Legislativo n. 85/2010. Detto programma prevede l'esecuzione di interventi di restauro e risanamento conservativo dell'immobile volti all'insediamento di un polo didattico e culturale nonché, limitatamente ad una porzione del predetto stabile, di servizi socio-assistenziali;

3)      di approvare l'insediamento nel predetto immobile di due distinte destinazioni funzionali (già dettagliatamente disaminate in narrativa):

a)       funzioni didattico-culturali nell'edificio principale ad "U", di due piani, della corte interna e della retrostante parte dell'edificio a stecca;

b)      funzioni assistenziali nella restante parte dell'edificio a stecca, per una superficie di pavimento pari a circa 500 mq.;

4)      di approvare che, successivamente all'acquisizione da parte della Città, vengano indette: una procedura di evidenza pubblica per l'individuazione del concessionario delle porzioni definite come corpo principale ad "U" e parte della stecca, nonché una procedura da svolgersi secondo il vigente "Regolamento per la concessione di beni immobili comunali ad enti ed associazioni", per la restante porzione della stecca;

5)      di approvare che, per quanto attiene alla parte da adibirsi ad attività didattico-culturale, la procedura di evidenza pubblica di individuazione del concessionario venga espletata secondo le seguenti linee guida:

- recupero e risanamento di almeno il 50 % dell'immobile in concessione entro 2 anni dal rilascio dei relativi titoli abilitativi;

- recupero e risanamento della restante parte dell'immobile entro il successivo anno, salvo ottenimento dell'ulteriore proroga del titolo abilitativo ai sensi di legge;

- investimenti di ammontare almeno pari a 1000 Euro/mq. da realizzarsi entro il termine suddetto (in riferimento alla porzione oggetto della prima fase di recupero);

- durata della concessione: anni 25 o diversa durata in funzione all'ammontare degli investimenti sostenuti e comunque non oltre i 30 anni;

6)      di richiamare integralmente quanto disposto in narrativa in merito ai criteri generali a cui dovranno attenersi le procedure di cui al precedente punto;

7)      di demandare alla Giunta Comunale la presa d'atto dell'avvenuta approvazione, da parte del Tavolo Tecnico Operativo, del Programma di Valorizzazione del compendio immobiliare costituente la "ex Caserma Cavalli";

8)      di autorizzare il Sindaco alla sottoscrizione dell'accordo di valorizzazione del compendio immobiliare costituente la "ex Caserma Cavalli", documento che dovrà essere redatto in conformità allo "Schema di accordo di valorizzazione", costituente allegato "D" alla circolare del Segretario Generale del Mibac 18 maggio 2011 n. 18, che si unisce al presente provvedimento quale allegato 3 (all. 3 - n.         );

9)      di demandare ai dirigenti competenti la presa d'atto dei nuovi dati catastali del compendio, nonché l'adozione di tutti i provvedimenti che si dovessero rendere necessari al fine della formalizzazione degli atti;

10)    di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell'articolo 134, comma 4, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.  

 

L'ASSESSORE

AL BILANCIO, AI TRIBUTI

AL PERSONALE E AL PATRIMONIO

F.to Passoni

 

Si esprime parere favorevole sulla regolarità tecnica.

 

IL DIRETTORE DIREZIONE

PATRIMONIO

F.to Villari

 

IL DIRIGENTE

SETTORE VALORIZZAZIONE

PATRIMONIO IMMOBILIARE

F.to Cei

 

Si esprime parere favorevole sulla regolarità contabile.

 

per IL VICE DIRETTORE GENERALE

RISORSE FINANZIARIE

Il Dirigente Delegato

F.to Tornoni

 

   

Il Presidente pone in votazione il provvedimento.

 

IL CONSIGLIO COMUNALE

 

procede alla votazione nei modi di regolamento.

 

Risultano assenti dall'Aula, al momento della votazione:

Centillo Maria Lucia, il Vicepresidente Vicario Magliano Silvio, Musy Alberto

 

Non partecipano alla votazione:

Ambrogio Paola, Appendino Chiara, Berthier Ferdinando, Bertola Vittorio, Carbonero Roberto, Cervetti Barbara Ingrid, Greco Lucchina Paolo, Liardo Enzo, Marrone Maurizio, Ricca Fabrizio, Scanderebech Federica, Tronzano Andrea

 

PRESENTI 22

VOTANTI 22

 

FAVOREVOLI 22:

Altamura Alessandro, Alunno Guido Maria, Carretta Domenico, Cassiani Luca, Curto Michele, Dell'Utri Michele, il Sindaco Fassino Piero, il Presidente Ferraris Giovanni Maria, Genisio Domenica, Grimaldi Marco, Levi Marta, Levi-Montalcini Piera, Lo Russo Stefano, Mangone Domenico, Muzzarelli Marco, Nomis Fosca, Paolino Michele, Porcino Giovanni, Sbriglio Giuseppe, Tricarico Roberto, Ventura Giovanni, Viale Silvio

 

Il Presidente dichiara approvata la proposta della Giunta.

 

Il Presidente pone in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento.

 

IL CONSIGLIO COMUNALE

 

procede alla votazione nei modi di regolamento, ai sensi di legge.

Risultano assenti dall'Aula, al momento della votazione:

Berthier Ferdinando, Centillo Maria Lucia, il Vicepresidente Vicario Magliano Silvio, Musy Alberto

 

Non partecipano alla votazione:

Ambrogio Paola, Appendino Chiara, Bertola Vittorio, Carbonero Roberto, Cervetti Barbara Ingrid, Greco Lucchina Paolo, Liardo Enzo, Marrone Maurizio, Ricca Fabrizio, Scanderebech Federica, Tronzano Andrea

 

PRESENTI 22

VOTANTI 22

 

FAVOREVOLI 22:

Altamura Alessandro, Alunno Guido Maria, Carretta Domenico, Cassiani Luca, Curto Michele, Dell'Utri Michele, il Sindaco Fassino Piero, il Presidente Ferraris Giovanni Maria, Genisio Domenica, Grimaldi Marco, Levi Marta, Levi-Montalcini Piera, Lo Russo Stefano, Mangone Domenico, Muzzarelli Marco, Nomis Fosca, Paolino Michele, Porcino Giovanni, Sbriglio Giuseppe, Tricarico Roberto, Ventura Giovanni, Viale Silvio

 

Il Presidente dichiara approvata l'immediata eseguibilità del provvedimento.

 

 

In originale firmato:

IL SEGRETARIO

Piccolini

IL PRESIDENTE

Ferraris