Consiglio Comunale

 

2011 07987/002

 

 

 C I T T À  D I  T O R I N O

 

MOZIONE  N. 4

 

Approvata dal Consiglio Comunale in data 16 gennaio 2012

 

OGGETTO: CAMBIARE LA PROPOSTA DI PSSR (PIANO SOCIO-SANITARIO REGIONALE).

 

Il Consiglio Comunale di Torino,

 

VISTA

la proposta di PSSR 2011-2015 per il Piemonte, nella versione del 25 ottobre 2011 e preso atto delle comunicazioni di modifica presentate dall'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte alla IV Commissione regionale in data 12 gennaio 2012;

 

CONSIDERANDO

 

l'ampio ed articolato dibattito ed i contributi orali e scritti rappresentati in sede di audizione nella seduta della IV CCP del 1 dicembre 2011 e nella seduta della IV Commissione Consiliare Permanente della Città di Torino del 12 gennaio 2012;

 

CONDIVIDENDO

 

il documento approvato in Conferenza Unificata Sanitaria e Socio-sanitaria dei Presidenti di Circoscrizione con il contributo della IV Commissione Consiliare Permanente, allegato al presente atto (all. 1 - n.              );

 

RITENENDO

 

-      che la proposta di PSSR 2011-2015 nella versione del 25 ottobre 2011 debba essere superata per le preoccupazioni espresse:

-      per l'impostazione del Piano che si basa, al di là dei principi genericamente enunciati, su una logica che non garantisce in alcun modo certezza di risorse o redistribuzione di parte delle risorse risparmiate, per la programmazione dei servizi e per il reale raggiungimento degli obiettivi dichiarati, quali la promozione della salute, la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, la presa in carico, la continuità assistenziale, l'appropriatezza delle prestazioni, l'accessibilità del sistema, la partecipazione dei cittadini e degli operatori alla governance del sistema e che non mette al centro il bisogno specifico, ma la prestazione;

-      per la revisione organizzativa che prevede un riassetto complessivo delle funzioni e delle competenze aziendali attraverso la separazione tra ospedale e territorio, imponendo al sistema dopo il precedente e non ancora completamente compiuto accorpamento tra aziende, un nuovo e prevedibilmente costoso cambiamento con scomposizione e ricomposizione di aziende territoriali ed ospedaliere e con una rischiosa destrutturazione dell'intera rete di servizi e di assetti strutturali, in una logica peraltro abbandonata o non considerata efficiente dalla quasi totalità dei sistemi sanitari regionali e che nulla attiene alla necessaria revisione della rete ospedaliera ed alla programmazione tra i presidi ospedalieri in rete sulla base della complessità assistenziale;

-      per la contraddizione implicita nei previsti accorpamenti della rete ospedaliera sia relativamente alle funzioni di alcuni ospedali con pesanti ricadute sulla popolazione del territorio (esempio Ospedale Martini) sia per le dimensioni e le caratteristiche della principale ASOU regionale che avrebbe dimensioni eccessive e funzioni disarticolate rispetto ai diversi livelli assistenziali ed alle logiche di definizione ipotizzate per la Città della Salute e della Scienza;

-      per la frammentazione del territorio afferente alle diverse aziende ospedaliere, senza rispettare l'unitarietà della città di Torino o dell'area metropolitana;

-      per l'evidente indebolimento delle funzioni attribuite alle ASL relativamente al principio enunciato di separazione tra tutela e produzione;

-      per l'assenza di previsione di uno strumento organizzativo valido per la continuità delle cure, previsto nelle precedenti versioni del Piano, con il Dipartimento della continuità (o della fragilità) e poi scomparso nell'ultima versione in una logica meno integrata e più verticistica;

-      per l'evidente rischio di riduzione del diritto alla salute ed alle cure sanitarie in base al principio di universalità e gratuità a causa della compartecipazione dei cittadini alla spesa (escluse alcune fasce a basso reddito) attraverso tickets e fondi sanitari integrativi, determinando le note distorsioni di accesso al servizio, di asimmetria di qualità, di scarsi effetti sul controllo dell'appropriatezza dei consumi;

-      per l'indebolimento della funzione di gestione dei servizi, con la cessione dei servizi sociali e sanitari a gestione diretta ai privati ed al privato sociale senza prevedere strumenti di governance e di controllo efficaci, agendo nell'articolato mondo economico del welfare in modo deregolante con evidenti rischi di destabilizzazione per gli attori territoriali ed incrementando la già significativa precarizzazione degli operatori e dei servizi;

-      per l'inadeguatezza della proposta relativa al fondo della non autosufficienza, senza la previsione delle risorse necessarie e degli stessi livelli di assistenza, in un contesto attuale peraltro agito con il progressivo incremento delle liste di attesa per la residenzialità e la domiciliarità anche in violazione delle percentuali di posti letto e risorse  previsti;

-      per la logica di scarsa valorizzazione dei professionisti e degli operatori, già in evidente sofferenza organizzativa per le attuali condizioni di lavoro, presi in considerazione pressoché esclusivamente come costo e non come risorsa del sistema e del governo di esso;

-      per la completa assenza di riferimenti a politiche fondamentali nei confronti di target specifici di popolazione come le persone disabili o migranti o di interi ambiti come la medicina penitenziaria, il contrasto alla povertà o la tutela dell'ambiente e della sicurezza nei luoghi di lavoro;

-      per la scarsissima rappresentazione di politiche relative ad aree importanti ad elevata integrazione come l'area della salute mentale o della salute riproduttiva della donna e dell'età evolutiva;

-      per la scarsissima attenzione alla necessità di immediata messa a norma degli ospedali e delle strutture sanitarie;

-      per il mancato rispetto del ruolo di partecipazione democratica e di rappresentanza, in particolare per ciò che attiene al potere di indirizzo e di controllo previsto dalla normativa vigente in capo ai Comuni;

-      per assenza di impegno preciso della Giunta Regionale a garantire il rispetto della normazione nazionale vigente in merito alla compartecipazione degli assistiti alle prestazioni sanitarie (articolo 25 Legge 328/2000 e D.L. 109/1998 e 130/2000) e per la mancanza di garanzie di finanziamento del fondo regionale per le prestazioni socio-assistenziali (articolo 35 Legge Regionale 1/2004);

 

IMPEGNA

 

Il Sindaco e la Giunta a:

-      intervenire presso la Regione Piemonte per modificare le condizioni  dell'attuale proposta di PSSR relativamente a quanto descritto in precedenza al fine di garantire quanto esplicitamente previsto dal programma del Sindaco;

-      implementare e a definire, in coerenza con la legislazione vigente, gli strumenti organizzativi necessari al coordinamento delle politiche e delle azioni sanitarie e socio-sanitarie per la Città di Torino e per il pieno ed efficace espletamento del ruolo di indirizzo e di controllo, valorizzando la progettazione partecipata che ha garantito l'affermazione del Modello Torino;

-      promuovere presso l'ANCI  i percorsi necessari per avviare a livello regionale e nazionale le azioni a supporto del diritto  alla salute, delle cure sanitarie, dell'integrazione socio-sanitaria e per l'individuazione di risorse certe per la sostenibilità del sistema compreso il finanziamento delle prestazioni socio-sanitarie garantite dai LEA.