Consiglio Comunale

2009 02525/002

 

 C I T T À  D I  T O R I N O

 

MOZIONE                

 

Respinta dal Consiglio Comunale in data 29 aprile 2009

 

OGGETTO: "COLLEGATA ALLA DELIBERAZIONE (MECC. 2009 01800/064) AVENTE OGGETTO "FUSIONE PER INCORPORAZIONE DELLA SOCIETÀ "ENÌA S.P.A." NELLA SOCIETÀ "IRIDE S.P.A.". ATTI NECESSARI. APPROVAZIONE" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CASSANO, CASTRONOVO, FERRANTE E SILVESTRINI IN DATA 29 APRILE 2009.

 

          Il Consiglio Comunale di Torino,

 

PREMESSO CHE

 

-        i servizi pubblici locali devono essere prodotti, erogati e distribuiti partendo dalla considerazione che essi non possono essere considerati alla stregua di una qualunque merce disponibile sul mercato;

-        la loro stessa definizione dispone che la possibilità della loro utilizzazione debba essere considerata verso tutte le persone alla stregua di un bene pubblico e, quindi, la più libera e disponibile possibile con particolare riferimento all'acqua;

 

VERIFICATO CHE

 

-        il processo di fusione tra Iride ed Enìa è accompagnato dalla definizione di nuovi statuti e patti parasociali che mutano la natura pubblica della soddisfazione dei bisogni sociali, producendo una uniformazione delle attività svolte da aziende diverse e quindi in un ampliamento dei campi di intervento della nuova società;

-        tale processo prefigura una soppressione delle società partecipate dal Comune attualmente erogatrici di servizi pubblici, verso le quali la nuova società si troverebbe in una oggettiva situazione di concorrenza;

-        la realizzazione di queste attività, il cui lungo elenco è indicato nell'articolo 4 del nuovo Statuto, ci consegnerebbe una realtà in cui i Consigli Comunali non sarebbero più chiamati a decidere sui servizi pubblici erogati, poiché la definizione delle scelte e degli indirizzi nella gestione economica e produttiva verrebbe operata da una società quotata in Borsa il cui scopo prioritario non è quello di garantire la soddisfazione di diritti e bisogni sociali, bensì quello di distribuire utili e dividendi ai propri azionisti;

CONSIDERATO CHE

 

-        non può essere sottovalutata l'implicazione che la realizzazione di questa nuova società  potrà avere direttamente sulla qualità e quantità dei servizi pubblici locali, sulla possibilità di controllo diretto dell'amministrazione pubblica sulla efficacia ed efficienza nella loro disponibilità per i cittadini, sulla difficoltà per questi ultimi di individuare e  scindere responsabilità politiche, amministrative, tecniche e gestionali;

-        non può essere condivisa la retorica di quanti, ancora oggi, nel mezzo di una crisi che riscrive le leggi dell'economia, continuano a lodare in modo sperticato termini quali la concorrenza, la competizione e il mercato, dimenticando in pochi giorni i guasti e i disastri che sul piano economico e sociale sono stati prodotti proprio da un sistema produttivo che ha fatto carta straccia della soddisfazione dei bisogni primari e che ha incassato gli utili lasciando allo Stato la socializzazione delle perdite;

 

DOPO AVER RILEVATO

 

1)      come tutto questo rappresenti:

-        l'inizio della fine per i servizi pubblici locali;

-        un'ulteriore tentativo di ridimensionamento dell'autorità e dell'autonomia delle

assemblee elettive che deriva loro dall'essere espressione della volontà popolare;

-        un aggravarsi dello squilibrio già esistente nella distribuzione del potere tra il Sindaco e il Consiglio Comunale, sempre di più a discapito di quest'ultimo;

2)      come la ricerca di nuovi e sofisticati sistemi di gestione delle imprese, sempre più esterne all'Amministrazione, sempre più grandi e anonime, sempre più lontane geograficamente dai luoghi di residenza dei consumatori, determini per gli eletti nei Consigli Comunali, una condizione di incapacità di controllo e di verifica, una perdita di senso e di responsabilità a causa della loro sempre più marcata impossibilità di intraprendere quelle necessarie azioni di controllo ispettivo che rendono compiuta una democrazia;

3)      come tutto ciò trovi il suo contrappasso nella sempre più indiscussa e indiscutibile definizione dei nuovi assetti di potere nella gestione delle imprese "pubbliche", quanto mai stretta nelle competenze di pochi e potenti Sindaci;

4)      quanto agli aspetti tecnico-finanziari di non facile comprensione, si aggiunga un preoccupante allargamento delle possibilità di investimento per la nuova società, che potrà non solo occuparsi di tutto ciò che oggi è nelle competenze delle (ancora fino a quando?!) partecipate, ma ancor più dell'imbottigliamento e vendita al dettaglio o all'ingrosso di acqua potabile tanto direttamente quanto indirettamente, o della possibilità di entrare nella gestione o progettazione di impianti nucleari, scenario tutt'altro che lontano, viste le scelte dissennate del Governo;

 

RITIENE CHE

 

1)      l'ipotesi di fusione tra Iride ed Enìa predisposta dalla Giunta Comunale non possa essere portata a conclusione e che pertanto non possa essere dato mandato alla prossima assemblea di FSU di procedere in tal senso;

2)      viceversa ed in continuità con quanto approvato dal Consiglio Comunale di Torino nel corso dello scorso mandato amministrativo in relazione alla salvaguardia, alla tutela ed alla valorizzazione dei servizi pubblici locali e contro l'accordo generale sul commercio dei servizi (AGCS) dichiarando tra l'altro "Torino libera dall'AGCS", occorra rivedere il percorso sulla base delle seguenti considerazioni:

i.        la maggioranza della proprietà della nuova società deve essere in maniera rilevante nelle disponibilità dei soci pubblici;

ii.       la predisposizione delle linee di indirizzo generali relativamente alla erogazione, in termini di qualità e di quantità, dei servizi e dei beni, alle politiche tariffarie ed alla tutela dei ceti sociali deboli, deve essere sottoposta all'approvazione delle assemblee elettive;

iii.      la raccolta e la distribuzione dell'acqua deve avvenire sulla base della affermazione del principio che essa non è un bene economico ma pubblico e sociale;

iv.      i piani industriali devono tendere alla salvaguardia dei livelli occupazionali in termini di quantità e qualità;

v.       deve essere reso praticabile per gli eletti nelle assemblee il potere di controllo ispettivo sulla base del controllo analogo esercitabile nei confronti degli uffici dell'Amministrazione.

 

Sono intervenuti, oltre al Presidente Castronovo, al Sindaco Chiamparino ed al Vicesindaco Dealessandri, i Consiglieri Comunali Coppola, Cantore, Ravello, Carossa, Cerutti, Petrarulo, Giorgis, Gallo Domenico, Ferraris, Olmeo, Tedesco, Silvestrini e Grimaldi.  

 

IL CONSIGLIO COMUNALE

 

procede alla votazione nei modi di regolamento.

 

Non partecipano al voto i Consiglieri Angeleri Antonello, Cantore Daniele, Carossa Mario, Coppola Michele, Gallo Domenico, Ravello Roberto Sergio e Tronzano Andrea.

 

Risultano assenti dall'aula, al momento della votazione, i Consiglieri Bonino Gian Luigi, Bussola Cristiano, Goffi Alberto, Lonero Giuseppe e Troiano Dario.

 

Esprimono voto favorevole, oltre al Presidente Castronovo Giuseppe, i Consiglieri Cassano Luca, Cerutti Monica, Cugusi Vincenzo, Ferrante Antonio, Grimaldi Marco, Salinas Francesco e Silvestrini Maria Teresa.

Esprimono voto contrario, oltre al Sindaco Chiamparino Sergio, i Consiglieri Cassiani Luca, Centillo Maria Lucia, Cutuli Salvatore, Ferraris Giovanni Maria, Galasso Ennio Lucio, Gallo Stefano, Gandolfo Salvatore, Genisio Domenica, Gentile Lorenzo, Giorgis Andrea, Lavolta Enzo, Levi-Montalcini Piera, Lo Russo Stefano, Moretti Gabriele, Olmeo Gavino, Petrarulo Raffaele, Rattazzi Giulio Cesare, Sbriglio Giuseppe e Tedesco Giuliana.

 

Il Presidente dichiara respinta la mozione con il seguente risultato:

 

                                                PRESENTI E VOTANTI                  28

                                                VOTI FAVOREVOLI                        8

                                                VOTI CONTRARI                           20