Consiglio Comunale
2008 03896/002
OGGETTO: RICHIESTA DI ELIMINAZIONE DELLE ACCISE CHE GRAVANO SUL PREZZO DEI CARBURANTI.
"Il Consiglio Comunale di Torino,
- il Paese è in ginocchio e il popolo
italiano si ritrova all'affanno economico, a causa dei continui
rincari dei beni di consumo e di prima necessità, del continuo
aumento dei prezzi dei servizi essenziali una volta pubblici,
dell'impossibilità di accedere ad un mutuo per l'acquisto
della prima casa ed infine del caro benzina;
- la situazione geopolitica internazionale impone
un rialzo del prezzo del greggio venduto al barile, dovuto non
solo alla continua richiesta della materia prima da parte delle
nuove potenze economiche orientali e dal potere di contrattazione
di paesi membri dell'OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori
di Petrolio), ma anche dalle operazioni puramente speculative
della finanza internazionale che ad oggi impongono il prezzo della
benzina sui mercati internazionali;
- oltre a questa assurda situazione che vede
il nostro paese come vittima del ricatto energetico e della speculazione
finanziaria internazionale, assistiamo al ricatto dei nostri governanti
nazionali che in questi ultimi 50 anni non hanno saputo altro
che aumentare le accise sui carburanti e ad oggi infatti il 60
% del costo del carburante viene intascato dallo Stato per tasse
assurde;
- le accise infatti sono state utilizzate
per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie. Purtroppo,
una volta decise non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto
lo scopo e corrispondono a:
- 1,90 lire per la guerra
di Abissinia del 1935;
- 14 lire per la crisi di
Suez del 1956;
- 10 lire per il disastro
del Vajont del 1963;
- 10 lire per l'alluvione
di Firenze del 1966;
- 10 lire per il terremoto
del Belice del 1968;
- 99 lire per il terremoto
del Friuli del 1976;
- 75 lire per il terremoto
dell'Irpinia del 1980 (anche se dopo tutti questi anni sono ancora
molte le famiglie dell'Irpinia senza una casa);
- 205 lire per la missione
in Libano del 1983;
- 22 lire per la missione
in Bosnia del 1996;
- 39 lire (0,020 Euro) per
il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
Totale 485,9 lire/litro (0,25 Euro/litro);
- al termine dei conti si può verificare
come la tassazione costituisce più del 60% del prezzo finale
di un litro di benzina, infatti abbiamo:
- accisa (sopra indicate);
- Iva sul prezzo;
- Iva sull'accisa (una tassa
sulla tassa!);
- (Nota: in Italia non è
possibile tassare una tassa, perché le tasse per essere
ritenute valide devono produrre benefici diretti al consumatore
che paga quel tributo);
- tassazione dei profitti
delle compagnie;
- se andiamo a confrontare i dati italiani con quelli
europei comprendiamo quanto i consumatori nel nostro paese siano
svantaggiati, infatti le accise italiane sono del 57,1% superiori
al minimo UE. Le imposte sui carburanti costano agli italiani,
in proporzione al reddito, più che agli altri cittadini
europei. Le imposte su un pieno di benzina al mese su un'auto
di media cilindrata equivalgono al 2,65% del nostro Pil pro capite,
contro il 2,25% dei francesi, 2,33% dei tedeschi, 1,79% degli
svedesi. Per dare un idea più concreta di quello che accade
alle tasche degli italiani ogni volta che fanno benzina consideriamo
i costi per un'automobile di piccola cilindrata a benzina: pieno
medio Euro 44,00 di cui Euro 27,00 sono imposte;
- considerando invece gli introiti globali della
vendita dei carburanti si arriva a cifre da capogiro: 56,2 miliardi
di Euro nel 2007, di cui 43,6 sulla rete distributiva stradale
e autostradale. Sono suddivisi in 21,2 miliardi di Euro per la
benzina (pari al 37,8% del totale) e 34,9 miliardi di Euro per
il gasolio (pari al 62,2%). Di quei 56,2 miliardi di Euro, solo
19,3 miliardi sono il vero carburante che finisce nei motori,
cioè il 34,3% della spesa. Invece, circa 5,2 miliardi di
Euro costituiscono il costo del servizio di logistica e capillare
distribuzione all'utente finale o la remunerazione della fase
di commercializzazione: una componente che vale il 9,3% della
spesa. Però la batosta vera sono i circa 31,7 miliardi
di Euro di imposte pagate all'erario (accise e imposta sul valore
aggiunto). Insomma, su 100 Euro di pieno 56,4 Euro vanno allo
Stato;
- di fatto una tassazione così estrema
dei carburanti, non fa altro che rallentare lo sviluppo economico
del nostro paese facendo aumentare vertiginosamente l'inflazione
e il costo della vita delle famiglie italiane, i cui redditi sono
congelati ormai dal tempo dell'entrata in vigore dell'Euro;
- questa situazione è ormai diventata
insostenibile, visto anche il continuo rincaro della materia prima,
per cui il nostro paese dovrà decidere a cambiare rotta;
Il Sindaco e la Giunta ad attivarsi con il Parlamento e le Forze Politiche tutte, ad adoperarsi, affinché con i provvedimenti economici che sono in corso di dibattito avanti il Parlamento, siano completamente eliminate le accise che oggi gravano sul prezzo dei carburanti."