Vice Direzione Generale Gabinetto del Sindaco e Servizi Culturali
Settore Musei

n. ord. 1
2006 10133/026

CITTÀ DI TORINO

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 15 GENNAIO 2007

(proposta dalla G.C. 12 dicembre 2006)

OGGETTO: CENTRO DI RICERCHE ARCHEOLOGICHE E SCAVI DI TORINO PER IL MEDIO ORIENTE E L'ASIA. APPROVAZIONE NUOVO STATUTO E ADESIONE DELLA CITTA' IN QUALITA' DI SOCIO.

Proposta dell'Assessore Alfieri.

Il 26 settembre 1963, aderendo alla proposta di Giorgio Gullini, docente di Archeologia dell'Ateneo Torinese, la Città di Torino, con la Provincia e l'Università degli Studi di Torino - in qualità di Fondatori - davano vita al "Centro di ricerche archeologiche e di scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia" come sviluppo autonomo del Centro Scavi e Ricerche in Asia dell'Is.M.E.O. e di Torino.
Il Centro si proponeva "nel nome e nel prestigio di Torino, di intraprendere e svolgere, preminentemente nel Medio Oriente, ricerche e scavi per il promuovimento degli studi relativi a quelle antiche civiltà e grazie ai reperti ad esso eventualmente assegnati, per la formazione ed il graduale arricchimento di specifiche raccolte d'arte e di storia". Oltre a questi scopi al Centro veniva assegnato lo scopo di "attendere e curare pubblicazioni sui ritrovamenti e sulle scoperte avvenute, e promuovere ogni iniziativa che serva alla loro divulgazione".
Riconosciuto con D.P.R. n. 702 del 28 marzo 1972, ad esso hanno successivamente aderito la Regione Piemonte e la Fondazione CRT, per sostenere le ricerche archeologiche, soprattutto estere, dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e, dal momento della sua costituzione nel 1982, del Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico-Territoriali.
Anima e propulsore del Centro è stato Giorgio Gullini, in un primo tempo come Direttore Scientifico e successivamente come Presidente, sino al 2004, anno della sua scomparsa.
Laureatosi presso l'Università di Roma nel 1944, Giorgio Gullini, Ispettore prima e Direttore poi dell'Amministrazione delle Antichità e Belle Arti fino al 1952, nel 1956 vinse la cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana presso l'Università di Torino ricoperta fino al 1998. Presso l'Università di Torino è stato Direttore dell'Istituto di Archeologia dal 1958 fino al 1981 e, fino al 1989, del Dipartimento, da lui fondato, di Scienze Antropologiche Archeologiche e Storico-Territoriali, nonché Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dal 1962 al 1972. È stato inoltre Presidente del Comitato di Settore per i Beni Archeologici del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali dal 1976 al 1986 e Membro del Consiglio Universitario Nazionale dal 1979 al 1986. Tra i primi collaboratori di Giuseppe Tucci nelle missioni archeologiche in Pakistan, in Afghanistan e in Iran, dal 1955 al 1961 partecipò all'esplorazione della città di Udegram, l'antica Ora fondata da Alessandro Magno, nello Swat, del palazzo di Ghazni in Afghanistan e del complesso di Kuh-i-Khwaja nel Seistan (Iran).
Nel 1969 ha fondato a Baghdad l'Istituto Italo-Iracheno di Scienze Archeologiche e il Centro Italo-Iracheno per il Restauro dei Monumenti, strumenti innovativi di una continua collaborazione paritetica con le autorità locali attraverso l'applicazione delle più avanzate tecnologie per la gestione del patrimonio culturale.
Con lo stesso intento aveva dato vita, attraverso accordi internazionali, all'Istituto Italo-Giordano di Scienze Archeologiche ad Amman e all'Istituto Italo-Tunisino di Scienze e Tecnologie del Patrimonio Culturale a Tunisi con vocazione aperta all'intero Maghreb.
Da ormai quarant'anni il Centro Scavi ha così legato il proprio nome e quello di Torino alla ricerca storico-archeologica, soprattutto in Paesi dell'area del Mediterraneo, compresa l'Italia, e del Vicino e Medio Oriente. All'estero ha assolto e assolve, per delega del Ministero degli Affari Esteri, i compiti della parte italiana in accordi di cooperazione in progetti culturali con alcuni Paesi e gestisce, a questo titolo, l'Istituto Italo - Iracheno di Scienze Archeologiche e il Centro per il Restauro dei Monumenti in Iraq, è impegnato in campagne di ricerca, oltre che in Iraq, in Turkmenistan, in Libano, in Tunisia e in Italia. In circa quarant'anni di attività ha legato il nome di Torino alla ricerca storico-archeologica nell'area del Mediterraneo e del Vicino e Medio Oriente.
Il CRAST ha il compito di assolvere, per delega del Ministero degli Esteri, i compiti della parte italiana in molti accordi di cooperazione con altri Paesi dell'area: gestisce, infatti, l'Istituto Italo - Iracheno di Scienze Archeologiche e il Centro per il Restauro dei Monumenti in Iraq, l'Istituto Italo-Giordano di Scienze Archeologiche in Giordania e l'Istituto Italo-Tunisino di Scienze e Tecnologie del Patrimonio Culturale in Tunisia. È impegnato in Turkmenistan, in Libano, in Tunisia e in Italia. Nei Paesi esteri ha sempre stabilito rapporti di collaborazione con le Autorità preposte alla gestione del patrimonio culturale.
Grazie ad una fortunata collaborazione scientifica con il Politecnico e la Facoltà di Scienze dell'Università di Torino, e all'introduzione, nell'ambito della ricerca archeologica, degli apporti delle scienze matematiche, fisiche e naturali, l'attività del Centro Scavi si è sviluppata, con felice intuizione fin dal principio, attraverso un percorso interdisciplinare che ha condotto gli archeologi a lavorare con ricercatori di differente formazione: antropologi, biologi, chimici, fisici, geologi, topografi, esperti in fotogrammetria e telerilevamento ed informatici, dando vita, all'inizio degli anni Novanta al Laboratorio per Analisi Territoriali (LATER) che si propone come struttura innovativa per lo studio sistematico del territorio e delle risorse culturali e ambientali in esso contenute.
Di particolare rilievo è stato l'impegno profuso in Iraq dove nel 1969, attraverso un protocollo tra i due Paesi, si è giunti alla formazione dell'Istituto Italo-Iracheno di Scienze Archeologiche e del Centro Italo-Iracheno per il Restauro dei Monumenti. Compito fondamentale dei due Istituti paritetici è stato quello di concorrere alla sempre più ampia caratterizzazione della tutela del patrimonio come prodotto di un'integrazione disciplinare che vede gli specialisti dei diversi settori disciplinari impegnarsi a rispondere alle esigenze più ampie della domanda storica nella conoscenza e divulgazione del patrimonio culturale.
I due Istituti congiunti costituiscono così un esempio di collaborazione scientifica internazionale paritetica che ha visto un concreto impegno nel settore archeologico e in quello della conservazione e del restauro. L'attività sul campo degli archeologi italiani ha interessato i siti di Seleucia e Choche, Tell Yelkhi, Tell Hassan, Nimrud, Hatra, Kifrin, Babilonia. Campagne di studio e rilievo architettonico e fotogrammetrico, così come di progettazione, restauro e conservazione sono state condotte a Seleucia, 'Aqarquf, Ctesifonte, Hatra, Ukhaidir, 'Anah, Mossul, in alcune delle più importanti moschee dell'Iraq e in Giordania.
Attualmente l'Istituto è in fase di ristrutturazione in conseguenza della difficile situazione sopravvenuta al termine degli scontri bellici nella primavera del 2003. Il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino sta compiendo numerosi sforzi, con il sostegno dei Soci Fondatori, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero degli Affari Esteri italiani, per ripristinare la funzionalità della sede e delle strutture e mantenere, così, un adeguato supporto tecnico-logistico per gli interventi che verranno attuati per la salvaguardia del patrimonio culturale iracheno.
Il Centro ha promosso in Torino numerose mostre di notevole importanza per l'impatto che esse hanno avuto sulla cultura torinese da "Attività Archeologica italiana. Mostra dei risultati delle missioni archeologiche in Pakistan e in Afghanistan, 1956-1959" (Torino, Galleria d'Arte Moderna, Aprile 1960) a "Afghanistan dalla preistoria all'Islam. Mostra dei capolavori del museo di Kabul" (Galleria Civica d'Arte Moderna, Torino, Luglio-Agosto 1961) a "Sculture buddiste dello Swat" (Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna, Aprile - Maggio 1963) a "Sei millenni di arte mesopotamica. Capolavori del museo di Baghdad" (Galleria Civica d'Arte Moderna Torino, Maggio 1965).
A metà degli Anni Sessanta del Novecento il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino, a quattro anni dalla sua costituzione nella veste attuale, curò l'allestimento della Sezione d'Arte e Civiltà Orientale del Museo Civico di Torino. Nella sezione confluirono alcuni materiali già in possesso del museo oltre a quelli che rappresentavano i risultati di tre campagne di ricognizioni e scavi del Centro Scavi di Torino in Iraq, Pakistan e Afghanistan (secondo la prassi allora in vigore per la quale i materiali di scavo in parte restavano al governo competente, in parte agli scavatori). L'esposizione delle sculture del Gandhara (dagli scavi di Mingora e Udegram) e di alcuni oggetti provenienti dai primi scavi in Iraq (Seleucia e Choche) hanno quindi configurato, fin dagli anni Sessanta, il museo torinese quale ponte ideale fra Torino e l'Iraq nell'approfondimento delle conoscenze delle civiltà orientali.
Dopo una lunga pausa l'attività espositiva del Centro è ripresa con la mostra "La terra tra i due fiumi. Vent'anni di archeologia in Medio Oriente. La Mesopotamia dei Tesori" tenutasi a Torino, Firenze e Roma, tra il 1985 e il 1987, cui ha fatto seguito nel 2001 la mostra fotografica di Baghdad dedicata a "Le attività di restauro degli Istituti Italo-Iracheni", "Momenti e luoghi del Mediterraneo. Archeologia in Iraq, Jerash, Beirut, Cartagine, Selinunte" (Torino, Palazzo Lascaris Roma, Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano Maggio 2003), "Dall'avventura alla scienza. Storia e pratica di un percorso archeologico" (Torino, Museo di Antichità 17 aprile - 30 giugno 2004), "Sponde 2004" un evento promosso dal Ministero degli Affari Esteri Osservatorio del Mediterraneo (Roma, Farnesina, 2-4 dicembre 2004) e, in ultimo "Selucia al Tigri - Una città greca in Babilonia" che si terrà a Palazzo Madama tra febbraio e aprile 2007.
Rimasto invariato per oltre quarant'anni lo statuto del Centro si dimostrava sempre più inadeguato alla sua attuale dimensione ed è stato pertanto avviato un lungo processo di revisione su proposta del Presidente Pro tempore, Prof. Ezio Pellizzetti, Rettore dell'Università degli Studi di Torino, con l'attivo coinvolgimento del Direttore scientifico, il Prof. Antonio Invernizzi e dei rappresentanti degli Enti fondatori. La bozza di nuovo statuto è stata definitivamente approvata in via preliminare dal Consiglio di Amministrazione in data 7 marzo 2006.
Analogamente a quanto previsto dallo Statuto originario, ma in una forma adeguata nel linguaggio alla situazione odierna, il Centro si propone "nel nome e nel prestigio di Torino e del Piemonte, di intraprendere e svolgere ricerche e scavi al fine di promuovere la conoscenza del mondo antico e la conservazione delle relative testimonianze, con particolare riferimento ai documenti archeologici delle civiltà fiorite nel Vicino e Medio Oriente, nel bacino del Mediterraneo e nell'Asia interna. Le testimonianze considerate saranno oggetto di studi storico-archeologici e tecnici e di iniziative di restauro, valorizzazione e conservazione".
Spetterà inoltre al Centro la diffusione delle attività attraverso pubblicazioni, mostre e incontri.
Soci del Centro sono la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, la Città di Torino, l'Università degli Studi di Torino e la Fondazione CRT, con la possibilità di ammettere come soci persone fisiche e giuridiche che ne facciano richiesta e si impegnino a sostenere l'attività del Centro versando le quote associative stabilite.
Organi del Centro sono il Presidente, l'Assemblea dei Soci, il Consiglio di Amministrazione, il Direttore e il Revisore dei Conti, e di ciascuno di essi lo Statuto stabilisce funzioni, competenze e modalità di funzionamento. È inoltre prevista la presenza di un Comitato tecnico-scientifico incaricato della predisposizione dei programmi di ricerca e di elaborazione dei loro risultati.
Come in passato i materiali archeologici eventualmente acquisiti dalle missioni sono destinati ai Musei Civici, con l'impegno da parte della Città a conservarle ed esporle, curando la pubblicazione dei loro cataloghi. Questa previsione, a differenza che in passato, trova motivato ostacolo negli accordi internazionali tesi a conservare in loco i reperti frutto di scavi archeologici, ma si è ritenuto comunque opportuno mantenerla in vista di possibili eccezioni a tale regola.
Lo Statuto individua infine le modalità di approvazione del bilancio, i compiti del Revisore dei Conti e dedica un articolo ai poteri di accesso agli atti del Centro da parte dei Soci.
Nella seduta del Senato Accademico dell'Università di Torino del giorno 5 giugno 2006 la proposta di nuovo Statuto è stata approvata all'unanimità ed esso è attualmente in via di approvazione da parte degli organi competenti degli altri Soci.
Al fine di consentire un esame comparato del nuovo e vecchio statuto essi vengono entrambi allegati alla presente per farne parte integrante (all.ti 1 e 2 - nn. ).
Tutto ciò premesso,

LA GIUNTA COMUNALE

Visto il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, nel quale, fra l'altro, all'articolo 42 sono indicati gli atti rientranti nella competenza dei Consigli Comunali;
Dato atto che i pareri di cui all'articolo 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Con voti unanimi, espressi in forma palese;

PROPONE AL CONSIGLIO COMUNALE

1) di prendere atto dell'esigenza di modificare lo Statuto del "Centro di Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino" - con sede legale in via Maria Vittoria, 12 - 10123 Torino, Ente senza scopo di lucro, costituito ai sensi del Libro I del Codice Civile, e riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica n. 702 del 28 marzo 1972, come descritto in premessa che qui si richiama integralmente;
2) di approvare il nuovo testo dello Statuto proposto dal C.R.A.S.T. allegato al presente provvedimento (all. 1 ) che ne costituisce parte integrante e sostanziale;
3) di approvare, alla luce del nuovo testo dello Statuto, la partecipazione della Città al "Centro di Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia", in qualità di Socio;
4) di autorizzare l'ufficiale rogante ad apportare quelle modifiche di carattere tecnico e formale dirette ad una migliore redazione dell'atto;
5) di dare atto che, in applicazione degli articoli 28, comma 3, e 42, comma 10, dello Statuto della Città di Torino, è garantita la trasmissione dei progetti del bilancio preventivo e del bilancio consuntivo nonché della versione finale di tali documenti così come approvata dal Consiglio di Amministrazione; vengono altresì trasmessi dal Presidente gli ulteriori documenti richiesti di volta in volta relativamente a qualsiasi iniziativa e/o procedura del Centro (vedasi art. 17 dello Statuto del Centro);
6) di adottare successive determinazioni dirigenziali attuative;
7) di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell'articolo 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.