Vice Direzione Generale Gabinetto del Sindaco e Servizi Culturali
Settore Musei
n. ord. 1
2006 10133/026
OGGETTO: CENTRO DI RICERCHE ARCHEOLOGICHE E SCAVI DI TORINO PER IL MEDIO ORIENTE E L'ASIA. APPROVAZIONE NUOVO STATUTO E ADESIONE DELLA CITTA' IN QUALITA' DI SOCIO.
Proposta dell'Assessore Alfieri.
Il 26 settembre 1963, aderendo alla proposta di Giorgio Gullini,
docente di Archeologia dell'Ateneo Torinese, la Città di
Torino, con la Provincia e l'Università degli Studi di
Torino - in qualità di Fondatori - davano vita al "Centro
di ricerche archeologiche e di scavi di Torino per il Medio Oriente
e l'Asia" come sviluppo autonomo del Centro Scavi e Ricerche
in Asia dell'Is.M.E.O. e di Torino.
Il Centro si proponeva "nel nome e nel prestigio di Torino,
di intraprendere e svolgere, preminentemente nel Medio Oriente,
ricerche e scavi per il promuovimento degli studi relativi a quelle
antiche civiltà e grazie ai reperti ad esso eventualmente
assegnati, per la formazione ed il graduale arricchimento di specifiche
raccolte d'arte e di storia". Oltre a questi scopi al Centro
veniva assegnato lo scopo di "attendere e curare pubblicazioni
sui ritrovamenti e sulle scoperte avvenute, e promuovere ogni
iniziativa che serva alla loro divulgazione".
Riconosciuto con D.P.R. n. 702 del 28 marzo 1972, ad esso hanno
successivamente aderito la Regione Piemonte e la Fondazione CRT,
per sostenere le ricerche archeologiche, soprattutto estere, dell'Istituto
di Archeologia dell'Università di Torino e, dal momento
della sua costituzione nel 1982, del Dipartimento di Scienze Antropologiche,
Archeologiche e Storico-Territoriali.
Anima e propulsore del Centro è stato Giorgio Gullini,
in un primo tempo come Direttore Scientifico e successivamente
come Presidente, sino al 2004, anno della sua scomparsa.
Laureatosi presso l'Università di Roma nel 1944, Giorgio
Gullini, Ispettore prima e Direttore poi dell'Amministrazione
delle Antichità e Belle Arti fino al 1952, nel 1956 vinse
la cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte Greca e Romana presso
l'Università di Torino ricoperta fino al 1998. Presso l'Università
di Torino è stato Direttore dell'Istituto di Archeologia
dal 1958 fino al 1981 e, fino al 1989, del Dipartimento, da lui
fondato, di Scienze Antropologiche Archeologiche e Storico-Territoriali,
nonché Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia
dal 1962 al 1972. È stato inoltre Presidente del Comitato
di Settore per i Beni Archeologici del Consiglio Nazionale per
i Beni Culturali dal 1976 al 1986 e Membro del Consiglio Universitario
Nazionale dal 1979 al 1986. Tra i primi collaboratori di Giuseppe
Tucci nelle missioni archeologiche in Pakistan, in Afghanistan
e in Iran, dal 1955 al 1961 partecipò all'esplorazione
della città di Udegram, l'antica Ora fondata da Alessandro
Magno, nello Swat, del palazzo di Ghazni in Afghanistan e del
complesso di Kuh-i-Khwaja nel Seistan (Iran).
Nel 1969 ha fondato a Baghdad l'Istituto Italo-Iracheno di Scienze
Archeologiche e il Centro Italo-Iracheno per il Restauro dei Monumenti,
strumenti innovativi di una continua collaborazione paritetica
con le autorità locali attraverso l'applicazione delle
più avanzate tecnologie per la gestione del patrimonio
culturale.
Con lo stesso intento aveva dato vita, attraverso accordi internazionali,
all'Istituto Italo-Giordano di Scienze Archeologiche ad Amman
e all'Istituto Italo-Tunisino di Scienze e Tecnologie del Patrimonio
Culturale a Tunisi con vocazione aperta all'intero Maghreb.
Da ormai quarant'anni il Centro Scavi ha così legato il
proprio nome e quello di Torino alla ricerca storico-archeologica,
soprattutto in Paesi dell'area del Mediterraneo, compresa l'Italia,
e del Vicino e Medio Oriente. All'estero ha assolto e assolve,
per delega del Ministero degli Affari Esteri, i compiti della
parte italiana in accordi di cooperazione in progetti culturali
con alcuni Paesi e gestisce, a questo titolo, l'Istituto Italo
- Iracheno di Scienze Archeologiche e il Centro per il Restauro
dei Monumenti in Iraq, è impegnato in campagne di ricerca,
oltre che in Iraq, in Turkmenistan, in Libano, in Tunisia e in
Italia. In circa quarant'anni di attività ha legato il
nome di Torino alla ricerca storico-archeologica nell'area del
Mediterraneo e del Vicino e Medio Oriente.
Il CRAST ha il compito di assolvere, per delega del Ministero
degli Esteri, i compiti della parte italiana in molti accordi
di cooperazione con altri Paesi dell'area: gestisce, infatti,
l'Istituto Italo - Iracheno di Scienze Archeologiche e il Centro
per il Restauro dei Monumenti in Iraq, l'Istituto Italo-Giordano
di Scienze Archeologiche in Giordania e l'Istituto Italo-Tunisino
di Scienze e Tecnologie del Patrimonio Culturale in Tunisia. È
impegnato in Turkmenistan, in Libano, in Tunisia e in Italia.
Nei Paesi esteri ha sempre stabilito rapporti di collaborazione
con le Autorità preposte alla gestione del patrimonio culturale.
Grazie ad una fortunata collaborazione scientifica con il Politecnico
e la Facoltà di Scienze dell'Università di Torino,
e all'introduzione, nell'ambito della ricerca archeologica, degli
apporti delle scienze matematiche, fisiche e naturali, l'attività
del Centro Scavi si è sviluppata, con felice intuizione
fin dal principio, attraverso un percorso interdisciplinare che
ha condotto gli archeologi a lavorare con ricercatori di differente
formazione: antropologi, biologi, chimici, fisici, geologi, topografi,
esperti in fotogrammetria e telerilevamento ed informatici, dando
vita, all'inizio degli anni Novanta al Laboratorio per Analisi
Territoriali (LATER) che si propone come struttura innovativa
per lo studio sistematico del territorio e delle risorse culturali
e ambientali in esso contenute.
Di particolare rilievo è stato l'impegno profuso in Iraq
dove nel 1969, attraverso un protocollo tra i due Paesi, si è
giunti alla formazione dell'Istituto Italo-Iracheno di Scienze
Archeologiche e del Centro Italo-Iracheno per il Restauro dei
Monumenti. Compito fondamentale dei due Istituti paritetici è
stato quello di concorrere alla sempre più ampia caratterizzazione
della tutela del patrimonio come prodotto di un'integrazione disciplinare
che vede gli specialisti dei diversi settori disciplinari impegnarsi
a rispondere alle esigenze più ampie della domanda storica
nella conoscenza e divulgazione del patrimonio culturale.
I due Istituti congiunti costituiscono così un esempio
di collaborazione scientifica internazionale paritetica che ha
visto un concreto impegno nel settore archeologico e in quello
della conservazione e del restauro. L'attività sul campo
degli archeologi italiani ha interessato i siti di Seleucia e
Choche, Tell Yelkhi, Tell Hassan, Nimrud, Hatra, Kifrin, Babilonia.
Campagne di studio e rilievo architettonico e fotogrammetrico,
così come di progettazione, restauro e conservazione sono
state condotte a Seleucia, 'Aqarquf, Ctesifonte, Hatra, Ukhaidir,
'Anah, Mossul, in alcune delle più importanti moschee dell'Iraq
e in Giordania.
Attualmente l'Istituto è in fase di ristrutturazione in
conseguenza della difficile situazione sopravvenuta al termine
degli scontri bellici nella primavera del 2003. Il Centro Ricerche
Archeologiche e Scavi di Torino sta compiendo numerosi sforzi,
con il sostegno dei Soci Fondatori, del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali e del Ministero degli Affari Esteri
italiani, per ripristinare la funzionalità della sede e
delle strutture e mantenere, così, un adeguato supporto
tecnico-logistico per gli interventi che verranno attuati per
la salvaguardia del patrimonio culturale iracheno.
Il Centro ha promosso in Torino numerose mostre di notevole importanza
per l'impatto che esse hanno avuto sulla cultura torinese da "Attività
Archeologica italiana. Mostra dei risultati delle missioni archeologiche
in Pakistan e in Afghanistan, 1956-1959" (Torino, Galleria
d'Arte Moderna, Aprile 1960) a "Afghanistan dalla preistoria
all'Islam. Mostra dei capolavori del museo di Kabul" (Galleria
Civica d'Arte Moderna, Torino, Luglio-Agosto 1961) a "Sculture
buddiste dello Swat" (Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna,
Aprile - Maggio 1963) a "Sei millenni di arte mesopotamica.
Capolavori del museo di Baghdad" (Galleria Civica d'Arte
Moderna Torino, Maggio 1965).
A metà degli Anni Sessanta del Novecento il Centro Ricerche
Archeologiche e Scavi di Torino, a quattro anni dalla sua costituzione
nella veste attuale, curò l'allestimento della Sezione
d'Arte e Civiltà Orientale del Museo Civico di Torino.
Nella sezione confluirono alcuni materiali già in possesso
del museo oltre a quelli che rappresentavano i risultati di tre
campagne di ricognizioni e scavi del Centro Scavi di Torino in
Iraq, Pakistan e Afghanistan (secondo la prassi allora in vigore
per la quale i materiali di scavo in parte restavano al governo
competente, in parte agli scavatori). L'esposizione delle sculture
del Gandhara (dagli scavi di Mingora e Udegram) e di alcuni oggetti
provenienti dai primi scavi in Iraq (Seleucia e Choche) hanno
quindi configurato, fin dagli anni Sessanta, il museo torinese
quale ponte ideale fra Torino e l'Iraq nell'approfondimento delle
conoscenze delle civiltà orientali.
Dopo una lunga pausa l'attività espositiva del Centro
è ripresa con la mostra "La terra tra i due fiumi.
Vent'anni di archeologia in Medio Oriente. La Mesopotamia dei
Tesori" tenutasi a Torino, Firenze e Roma, tra il 1985 e
il 1987, cui ha fatto seguito nel 2001 la mostra fotografica di
Baghdad dedicata a "Le attività di restauro degli
Istituti Italo-Iracheni", "Momenti e luoghi del Mediterraneo.
Archeologia in Iraq, Jerash, Beirut, Cartagine, Selinunte"
(Torino, Palazzo Lascaris Roma, Museo Nazionale Romano - Terme
di Diocleziano Maggio 2003), "Dall'avventura alla scienza.
Storia e pratica di un percorso archeologico" (Torino, Museo
di Antichità 17 aprile - 30 giugno 2004), "Sponde
2004" un evento promosso dal Ministero degli Affari Esteri
Osservatorio del Mediterraneo (Roma, Farnesina, 2-4 dicembre 2004)
e, in ultimo "Selucia al Tigri - Una città greca in
Babilonia" che si terrà a Palazzo Madama tra febbraio
e aprile 2007.
Rimasto invariato per oltre quarant'anni lo statuto del Centro
si dimostrava sempre più inadeguato alla sua attuale dimensione
ed è stato pertanto avviato un lungo processo di revisione
su proposta del Presidente Pro tempore, Prof. Ezio Pellizzetti,
Rettore dell'Università degli Studi di Torino, con l'attivo
coinvolgimento del Direttore scientifico, il Prof. Antonio Invernizzi
e dei rappresentanti degli Enti fondatori. La bozza di nuovo statuto
è stata definitivamente approvata in via preliminare dal
Consiglio di Amministrazione in data 7 marzo 2006.
Analogamente a quanto previsto dallo Statuto originario, ma in
una forma adeguata nel linguaggio alla situazione odierna, il
Centro si propone "nel nome e nel prestigio di Torino e del
Piemonte, di intraprendere e svolgere ricerche e scavi al fine
di promuovere la conoscenza del mondo antico e la conservazione
delle relative testimonianze, con particolare riferimento ai documenti
archeologici delle civiltà fiorite nel Vicino e Medio Oriente,
nel bacino del Mediterraneo e nell'Asia interna. Le testimonianze
considerate saranno oggetto di studi storico-archeologici e tecnici
e di iniziative di restauro, valorizzazione e conservazione".
Spetterà inoltre al Centro la diffusione delle attività
attraverso pubblicazioni, mostre e incontri.
Soci del Centro sono la Regione Piemonte, la Provincia di Torino,
la Città di Torino, l'Università degli Studi di
Torino e la Fondazione CRT, con la possibilità di ammettere
come soci persone fisiche e giuridiche che ne facciano richiesta
e si impegnino a sostenere l'attività del Centro versando
le quote associative stabilite.
Organi del Centro sono il Presidente, l'Assemblea dei Soci, il
Consiglio di Amministrazione, il Direttore e il Revisore dei Conti,
e di ciascuno di essi lo Statuto stabilisce funzioni, competenze
e modalità di funzionamento. È inoltre prevista
la presenza di un Comitato tecnico-scientifico incaricato della
predisposizione dei programmi di ricerca e di elaborazione dei
loro risultati.
Come in passato i materiali archeologici eventualmente acquisiti
dalle missioni sono destinati ai Musei Civici, con l'impegno da
parte della Città a conservarle ed esporle, curando la
pubblicazione dei loro cataloghi. Questa previsione, a differenza
che in passato, trova motivato ostacolo negli accordi internazionali
tesi a conservare in loco i reperti frutto di scavi archeologici,
ma si è ritenuto comunque opportuno mantenerla in vista
di possibili eccezioni a tale regola.
Lo Statuto individua infine le modalità di approvazione
del bilancio, i compiti del Revisore dei Conti e dedica un articolo
ai poteri di accesso agli atti del Centro da parte dei Soci.
Nella seduta del Senato Accademico dell'Università di
Torino del giorno 5 giugno 2006 la proposta di nuovo Statuto è
stata approvata all'unanimità ed esso è attualmente
in via di approvazione da parte degli organi competenti degli
altri Soci.
Al fine di consentire un esame comparato del nuovo e vecchio
statuto essi vengono entrambi allegati alla presente per farne
parte integrante (all.ti 1 e 2 - nn. ).
Tutto ciò premesso,
Visto il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti
Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, nel quale,
fra l'altro, all'articolo 42 sono indicati gli atti rientranti
nella competenza dei Consigli Comunali;
Dato atto che i pareri di cui all'articolo 49 del suddetto Testo
Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Con voti unanimi, espressi in forma palese;
1) di prendere atto dell'esigenza di modificare lo Statuto
del "Centro di Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino"
- con sede legale in via Maria Vittoria, 12 - 10123 Torino, Ente
senza scopo di lucro, costituito ai sensi del Libro I del Codice
Civile, e riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica
n. 702 del 28 marzo 1972, come descritto in premessa che qui si
richiama integralmente;
2) di approvare il nuovo testo dello Statuto proposto dal C.R.A.S.T.
allegato al presente provvedimento (all. 1 ) che ne costituisce
parte integrante e sostanziale;
3) di approvare, alla luce del nuovo testo dello Statuto, la partecipazione
della Città al "Centro di Ricerche Archeologiche e
Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia", in qualità
di Socio;
4) di autorizzare l'ufficiale rogante ad apportare quelle modifiche
di carattere tecnico e formale dirette ad una migliore redazione
dell'atto;
5) di dare atto che, in applicazione degli articoli 28, comma
3, e 42, comma 10, dello Statuto della Città di Torino,
è garantita la trasmissione dei progetti del bilancio preventivo
e del bilancio consuntivo nonché della versione finale
di tali documenti così come approvata dal Consiglio di
Amministrazione; vengono altresì trasmessi dal Presidente
gli ulteriori documenti richiesti di volta in volta relativamente
a qualsiasi iniziativa e/o procedura del Centro (vedasi art. 17
dello Statuto del Centro);
6) di adottare successive determinazioni dirigenziali attuative;
7) di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto
voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente
eseguibile ai sensi dell'articolo 134, 4° comma, del Testo
Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.