Consiglio Comunale

2005 01111/002

C I T T À  D I  T O R I N O

ORDINE DEL GIORNO

Approvato dal Consiglio Comunale in data 14 novembre 2005

OGGETTO: ESCLUSIONE DEI PRODOTTI COCA COLA & COMPANY DAI DISTRIBUTORI PRESENTI NEI LOCALI DELL'AMMINISTRAZIONE.

   "Il Consiglio Comunale di Torino,

PREMESSO CHE

-   dal 21 al 26 giugno 2004 si è svolta la Carovana internazionale per la Vita dei lavoratori e delle lavoratrici colombiane. L'iniziativa, alla quale è stato dato avallo istituzionale, è stata promossa ed organizzata da decine di organizzazioni sindacali del paese Sudamericano;
-   alla Carovana hanno partecipato circa 57 delegati internazionali di 10 paesi appartenenti a Comitati di Solidarietà, Organizzazioni Sindacali (europee e statunitensi), Associazioni e Ong, rappresentanti istituzionali. Per l'Italia erano presenti la Confederazione Cobas, la FIM-CISL, NEXUS-CGIL, Comitato Carlos Fonseca, Csoa ex-Snia Viscosa, Rete Boicottaggio Coca Cola, Radio Città Aperta;
-   i delegati internazionali in una settimana di lavoro svoltosi a Bogotà e in altre città come Medellin, Calì, Barrancabermeja, Arauca, Barraquilla hanno potuto constatare la grave crisi umanitaria che investe il Movimento Sindacale e più in generale tutti i movimenti sociali;
-   alle gravi conseguenze provocate dal conflitto armato, che dura ormai da circa 40 anni, vanno aggiunte violenze sistematiche commesse contro leaders sociali, sindacali, di organizzazioni contadine e indigene, di associazioni che si battono per la difesa dei diritti umani. Violenze commesse prevalentemente dai gruppi paramilitari (le Autodefensas Unidas de Colombia) che operano in tutto il territorio colombiano con la copertura o la partecipazione diretta delle forze di sicurezza dello Stato;
-   le testimonianze e le denunce raccolte, insieme ai rapporti forniti da organizzazioni indipendenti come Amnesty International o come la Corte Interamericana per i Diritti Umani, parlano di una responsabilità diretta dello Stato Colombiano nell'esercizio di queste violenze;
-   in particolare vengono denunciati i collegamenti tra gli apparati dello Stato e delle Multinazionali che operano sul territorio colombiano che utilizzano i Gruppi Paramilitari per tutelare o rafforzare la difesa dei propri interessi;
-   a queste violenze, sempre secondo le denunce, si affiancano provvedimenti legislativi atti alla cancellazione di qualsiasi opposizione democratica come la nuova legge antiterrorismo che utilizzando reti di informatori provvedono a denunciare senza prove tutti i leaders sociali;
-   la quantità di sindacalisti uccisi si aggira intorno ai 4000. Quasi la totalità dei casi si trova tuttora impunita e senza progressi significativi nelle indagini per scoprire mandanti ed esecutori;
-   la maggior parte dei delitti commessi contro le organizzazioni sindacali avviene nel corso di vertenze lavorative con le imprese statali o private;
-   in questo panorama si situano le vicende delle imprese imbottigliatrici della Coca Cola Colombiana e del Sinaltrainal-Sind.Naz.Lav.Imprese Settore Agroalimentare che organizza i lavori delle imprese imbottigliatrici della Coca Cola Colombiana, ma anche della Nestlè;

TENUTO CONTO CHE

la Coca Cola Company è accusata di "crimini di lesa umanità" quale mandante delle politiche repressive nei confronti del sindacato e dei lavoratori dipendenti delle imprese imbottigliatrici che fanno capo alla Panamco Indega Colombia, filiale della Panamerican Beverages-Panamco di Miami (Florida), di cui la Coca Cola Company possiede il 24% del capitale azionario e conta su due rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione;

CONSIDERATO CHE

-   due anni fa il Sindacato Sinaltrainal ha depositato presso il Tribunale di Miami USA la richiesta per l'incriminazione di Coca Cola per violazione dei diritti umani in base ad una legge del Congresso americano del 1789 denominata "Alien Torts Claim Act" emanata al fine di "garantire la reputazione internazionale della nuova nazione e permettere a cittadini stranieri di ricorrere alle Corti Federali USA per giudicare statunitensi ritenuti responsabili di violazioni di leggi internazionali";
-   in data 31 marzo 2003 il giudice della Corte Federale di Miami, Josè E. Martinez, ha deciso che il procedimento penale per violazione dei diritti umani - commessi da forze paramilitari a nome delle imprese imbottigliatrici della Coca Cola Colombiana, Panamerican Beverages Inc. - può andare avanti ritenendo la documentazione presentata dal Sindacato sufficiente per procedere penalmente;
-   analogamente la Corte ha deciso di mandare avanti il procedimento penale presentato sulla base di un'altra legge statunitense che tutela le vittime della tortura (T.V.P.A.);
-   anche in altri paesi - Guatemala, Filippine, Pakistan, India, Israele, Venezuela - la Coca Cola è accusata di utilizzare, direttamente o attraverso le sue filiali, l'assassinio, la violenza, la corruzione, la violazione delle leggi sul lavoro, per raggiungere i suoi fini economici;
-   in Colombia l'obiettivo di queste politiche intimidatorie è quello di ridurre a zero la capacità contrattuale del sindacato e sostituire totalmente i lavoratori ai quali viene applicato il CCNL con lavoratori precari;
-   nelle imprese imbottigliatrici infatti esiste una differenza abissale tra i lavoratori sindacalizzati (ai quali è appunto applicato il CCNL) che guadagnano 300 dollari circa di salario minimo per 8 ore di lavoro, e i "precari" o "contrattisti" che guadagnano fino a 4 dollari al giorno per 12-15 ore di lavoro;
-   il sindacato Sinaltrainal, a fronte delle politiche condotte dalla Multinazionale Coca Cola, ha lanciato a partire dal luglio 2003 una campagna di boicottaggio internazionale dei prodotti Coca Cola;
-   la Carovana internazionale recatasi in Colombia a giugno, a fronte della persistente intimidatoria nei confronti del Sinaltrainal, verificato che tutto il movimento sindacale vive una situazione di crisi umanitaria e violazione sistematica dei diritti umani ha riconfermato il boicottaggio come strumento di pressione;

AUSPICA

a fronte di quanto affermato sopra e ritenendo il Comune di Torino da sempre sensibile alle tematiche sociali, anche di carattere internazionale, prendendo ad esempio il percorso intrapreso dal Comune di Roma circa gli "Sponsor Etici", che la Città di Torino dia un contributo consistente alla campagna di boicottaggio escludendo dai locali/uffici dell'Amministrazione comunale, la distribuzione dei prodotti della multinazionale esprimendo così una denuncia nei confronti della multinazionale, promuovendo anche iniziative di confronto diretto con i rappresentanti italiani della stessa."