Divisione Gestione e Manutenzione Del
Patrimonio
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n. ord.166
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Settore Vendite, Acquisti
Immobili, Gestione Risorse Interne, Informatica
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CITTÀ DI
TORINO
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 9 dicembre
2002
(proposta dalla G.C. 29 ottobre
2002)
OGGETTO: ALIENAZIONE DI PARTE DEL PATRIMONIO
ABITATIVO E COMMERCIALE DI PROPRIETA' DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI TORINO.
DEFINIZIONE INDIRIZZI, CRITERI E MODALITA'. APPROVAZIONE PROGRAMMA INTERVENTI:
PRIMO ELENCO.
Proposta
dell'Assessore Peveraro.
La Città è
attualmente titolare di un rilevante patrimonio immobiliare accumulato sulla
base delle esigenze e delle necessità che si sono manifestate nel corso
degli anni, senza una precisa strategia.
La gestione del patrimonio,
pertanto, risente di più fattori che ne condizionano in parte
l’utilizzo attuale:
- Degrado di taluni immobili anche a causa degli alti costi di manutenzione
(ordinaria e straordinaria) che non possono essere sostenuti se non a scapito di
altri interventi;
- Estrema frammentazione del patrimonio, con conseguente difficoltà
nella gestione e nel controllo, nonché nella programmazione degli
interventi di manutenzione.
Rientra quindi negli obiettivi
prioritari della Civica Amministrazione la predisposizione di un programma
organico di razionalizzazione del proprio patrimonio immobiliare, volto a
ottimizzarne la gestione sotto il profilo tecnico conservativo e a valorizzarne
la composizione dal punto di vista economico-finanziario, favorendo le
dismissioni, dando sostegno alla realizzazione di progetti di riqualificazione e
sviluppando processi qualificati di investimento nel settore delle opere
pubbliche e delle infrastrutture.
Rispetto alle accennate esigenze, il
patrimonio pubblico immobiliare – sia che si tratti di veri e propri
cespiti che di diritti reali – può costituire, infatti, una grande
risorsa per lo sviluppo economico e civile della Città consentendo anche
di reperire nuove risorse finanziarie da destinare ad investimenti e di
migliorare l’ambiente urbano senza necessariamente ricorrere ad
imposizioni fiscali aggiuntive o a nuovi indebitamenti, nel rispetto del patto
di stabilità imposto per legge.
Inoltre, attraverso la dismissione di
una parte del patrimonio immobiliare della Città, si favorisce
l’accesso alla proprietà dell’abitazione, in applicazione
dell’art. 47 comma 2 della Costituzione.
Pertanto, con lo scopo di
raggiungere questi obiettivi, l’Amministrazione Comunale ha effettuato una
completa ricognizione del proprio patrimonio immobiliare (con esclusione di
quello destinato all’edilizia residenziale pubblica) in modo da consentire
elaborazioni sulla consistenza e condizione giuridica del medesimo sulla base
delle scritture d’inventario, riportanti le distinzioni per categorie e
gruppi dei beni immobili demaniali, indisponibili, disponibili e indicando i
dati e gli elementi utili all’analisi della situazione patrimoniale
esistente.
A seguito di tale analisi è stato possibile distinguere,
sostanzialmente, tre grandi categorie di cespiti:
- immobili utilizzati direttamente dal Comune per la localizzazione dei propri
uffici;
- immobili destinati ad uso pubblico o concessi in uso ad altre pubbliche
Amministrazioni;
- altri immobili per i quali è ipotizzabile la
dismissione.
Nella prima categoria sono considerati solo gli
immobili utilizzati per la logistica degli uffici comunali. A seguito del
trasferimento degli uffici giudiziari nel nuovo Palagiustizia, si è reso
possibile, infatti, l’ampliamento e la riorganizzazione di taluni uffici
comunali nelle vecchie sedi giudiziarie, ubicate prevalentemente nel centro
storico cittadino.
Tale operazione produrrà i seguenti effetti:
concentrazione degli uffici tecnici ed amministrativi in modo da aumentare
l’efficienza della macchina comunale e la conseguente efficacia delle
risposte alle esigenze della cittadinanza; alleggerimento di Palazzo Civico per
permetterne un uso più consono alla sua funzione istituzionale; riduzione
significativa dei fitti passivi e contestuale nuova disponibilità di
immobili non più utilizzati a fini istituzionali.
Per quanto concerne
la seconda categoria (immobili con impiego istituzionale), è da escludere
ogni ipotesi di alienazione o gestione reddituale, tenuto conto della
destinazione degli stessi. Per questi immobili sarà necessario,
altresì, un significativo intervento di manutenzione straordinaria
attribuendo a ciascun settore le risorse (finanziarie, di ingegneria,
amministrative) necessarie a realizzarne la completa riqualificazione.
La
composizione della terza categoria di immobili evidenzia una casistica piuttosto
interessante e variegata ai fini della razionalizzazione del patrimonio
immobiliare ricomprendendo perlopiù immobili locati a scopo di reddito o
non utilizzati a causa delle inadeguate condizioni manutentive e che comunque
attualmente non forniscono all’Amministrazione introiti proporzionali alla
loro potenziale redditività. Per questa categoria è perciò
possibile operare una selezione ragionata che, tenendo conto della situazione di
mercato e di tutti i vincoli, reali e potenziali, valuti puntualmente
l’effettiva consistenza delle proprietà che possono essere via via
dismesse.
E’ opportuno precisare che, nell’individuare i beni
immobili rientranti in quest’ultima categoria, è stato effettuato
un primo stralcio sia di tutti gli alloggi utilizzati per soddisfare
necessità socio-assistenziali e legate all’emergenza abitativa sia
di tutti gli edifici i cui vincoli, posti dal Piano Regolatore o dalla tutela
della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici, impediscano del tutto
o, almeno, rendano particolarmente complessa la loro alienazione. In particolare
per quanto riguarda la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici il
vincolo posto dal D.Lgs. 490/99 (rubricato: “Testo unico delle
disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma
dell’articolo 1 della Legge 8 ottobre 1997, n. 352”) impone la
preventiva autorizzazione della Soprintendenza stessa all’alienazione
degli immobili di pregio appartenenti ad enti pubblici, da ottenersi prima della
stipula dell’atto di compravendita.
Nel procedere ad un piano di
dismissioni, ulteriore rilievo va posto ad un insieme di beni immobili, gli
edifici ex I.P.A.B. (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza) ed ex
E.C.A. (Enti Comunali Assistenziali), che si pongono trasversalmente rispetto
alle tre categorie sopra descritte. La provenienza di tali edifici qualificano i
beni come indisponibili: su tali immobili grava infatti un vincolo di
destinazione d’uso socio-assistenziale. Tuttavia ai sensi della Legge
Regionale 62/95 e s.m.i., i beni immobili citati possono essere alienati
utilizzando i relativi proventi prioritariamente per la realizzazione,
ristrutturazione e manutenzione di strutture socio-assistenziali. Viceversa,
qualora l’Amministrazione utilizzi diversamente tali proventi, è
tenuta a trasferire il vincolo di destinazione del bene oggetto di alienazione
su un altro bene di sua proprietà avente il medesimo valore.
A tale
proposito occorre evidenziare che con lettera prot. n. 4710/30.4 del 24 aprile
2002 il Settore Promozione Attività Altri Soggetti Pubblici e del Privato
Sociale della Regione Piemonte, in risposta alla lettera di richiesta
chiarimenti, prot. n. 2218 del 26 marzo 2002, inviata dal Settore Rapporti
Istituzionali e Inventario del Comune di Torino, ha ribadito l’obbligo
della sola comunicazione alla Regione degli atti deliberativi e negoziali
riguardanti l’acquisto, l’alienazione, la trasformazione di
destinazione d’uso di beni immobili e di titoli di proprietà delle
IPAB e lo svincolo di destinazione d’uso di beni immobili e di titoli di
proprietà dei Comuni per effetto di estinzione di IPAB e di
ECA.
Relativamente al programma di dismissioni va in primo luogo posta in
evidenza la necessità di salvaguardare i diritti dei conduttori delle
unità immobiliari occupate, sia ad uso abitativo sia ad uso commerciale,
ai quali, secondo le procedure di legge, si ritiene opportuno ove non ne ricorra
addirittura l’obbligo, garantire il diritto di prelazione sulle
unità rispettivamente condotte.
Al fine di agevolare
l’attuazione del predetto programma di alienazione, la Città
sensibilizzerà gli Istituti di Credito ad offrire condizioni e termini
vantaggiosi per facilitare l’assunzione e la concessione di mutui
fondiari.
Inoltre, poiché è intenzione della Città
impedire possibili processi speculativi, l’Amministrazione Comunale
intende adottare idonee cautele per evitare che possano intervenire
sull’offerta solo investitori medio-grandi.
Le dismissioni, salva
l’alienazione di cespiti a riscontro di peculiari esigenze della
Città (da effettuare con procedure dedicate e oggetto di specifici atti
amministrativi), avverranno tramite pubblico incanto. Le alienazioni saranno
effettuate mediante asta pubblica ad offerte segrete, ai sensi del R.D. 17
giugno 1909 n. 454, con aggiudicazione a favore del concorrente la cui offerta
sia la maggiore e raggiunga almeno il prezzo posto a base di gara. Tali
aggiudicazioni avranno luogo anche in presenza di una sola offerta, non
inferiore comunque al prezzo base d’asta.
In caso di offerte uguali,
si procederà a norma dell’art. 37 del R.D. 17 giugno 1909 n.
454.
Il deposito cauzionale, nonché il deposito per spese
contrattuali, sarà rimborsato ai non aggiudicatari senza alcun diritto ad
interessi. Della seduta sarà redatto apposito verbale di aggiudicazione
che sarà approvato con successivo provvedimento.
Successivamente la
Città provvederà ad assumere il provvedimento di trasferimento
definitivo della proprietà e l’aggiudicatario sarà
successivamente invitato dalla Civica Amministrazione a stipulare il relativo
contratto definitivo di compravendita che sarà rogato da notaio officiato
dalla parte acquirente, sulla quale graveranno le spese d’atto, fiscali e
conseguenti.
In caso di inadempienza, la cauzione sarà immediatamente
incamerata e la Città sarà libera di risolvere il contratto, fermo
restando ogni diritto di risarcimento del danno subito. L’Amministrazione
Comunale rimarrà vincolata nei confronti dell’aggiudicatario solo
dopo che sia divenuto esecutivo il provvedimento di trasferimento definitivo.
Per i locali ad uso abitativo e/o commerciali occupati, in caso di
aggiudicazione o di gara deserta resta salvo il diritto di prelazione a favore
dei conduttori al prezzo di aggiudicazione o di base d’asta.
In
allegato al presente atto è pertanto riportato un primo elenco di
immobili da dismettere anche in relazione a quanto indicato nel Bilancio
Preventivo del Comune di Torino in cui è stata prevista un’entrata
relativa alle dismissioni immobiliari. Oltre all’ubicazione, in tale
elenco, di ogni immobile sono indicati il valore da porre a base d’asta e
i dati catastali idonei alla loro esatta individuazione salve le necessarie
modifiche ed integrazioni. Le valutazioni sono state effettuate dagli Uffici
Tecnici, in collaborazione e sulla scorta delle competenze scientifiche del
Politecnico.
Tutto ciò premesso,
Visto il Testo Unico delle Leggi
sull'Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267,
nel quale, fra l'altro, all'art. 42 sono indicati gli atti rientranti nella
competenza dei Consigli Comunali;
Dato atto che i
pareri di cui all' art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla
regolarità tecnica,
favorevole sulla regolarità
contabile;
Con voti unanimi, espressi in forma palese;
PROPONE AL CONSIGLIO COMUNALE
Per i motivi espressi in narrativa e che qui
integralmente si richiamano:
- di approvare le linee guida di cui in narrativa a fondamento delle
operazioni di alienazione del patrimonio immobiliare della Città;
- di approvare le dismissioni immobiliari, di cui all’elenco dei beni da
alienare, tramite pubblico incanto, allegato alla presente (all. 1 - n.
);
- di demandare agli organi competenti la predisposizione dei futuri atti
gestionali, nell’ambito delle linee generali di indirizzo indicate in
narrativa, inerenti le procedure di vendita.
Il presente
provvedimento non comporta oneri di spesa;
4) di dichiarare, attesa
l’urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il
presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134,
4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n.
267.
E' intervenuto, oltre
all'Assessore Peveraro il Consigliere Provera, i cui interventi sono inseriti
nel processo verbale della seduta del Consiglio Comunale.
Presidente -
pongo in votazione l'emendamento 1 al provvedimento presentato dall'Assessore
Peveraro:
Pagina 3, al termine del quinto capoverso, inserire il seguente
testo:
"
Pertanto, in occasione di provvedimenti relativi alla vendita di
più unità immobiliari, si provvederà all’alienazione
con il vincolo di aggiudicare a ciascun partecipante alla gara esclusivamente
una sola unità. Le persone giuridiche non potranno
aggiudicarsi più di una unità immobiliare neanche attraverso
società controllate ai sensi dell’art. 2359 cod. civ..
Resta salva la possibilità di aggiudicare ad un singolo
concorrente due unità esclusivamente nel caso in cui uno degli stessi
abbia ad oggetto un box/posto auto da abbinarsi ad altra unità
immobiliare, abitativa o commerciale.".
IL CONSIGLIO COMUNALE
rilevato che in ordine a tale emendamento sono stati acquisiti il
parere favorevole di regolarità tecnica e di regolarità
contabile;
procede alla votazione nei modi di
regolamento.
Risultano assenti dall'aula, al momento della votazione,
oltre al Sindaco Chiamparino, i Consiglieri: Altea, Borsano, Costa, Dell'Utri,
Furnari, Gabri, Gallo Francesco, Rosso, Salti e Troiano.
Il Presidente
dichiara approvato l’emendamento con il seguente
risultato:
PRESENTI 40
Si astengono i Consiglieri Airola,
Chiavarino, Coppola, Fucini, Ghiglia, Lospinuso, Mina, Tealdi e
Ventriglia.
ASTENUTI 9
VOTANTI 31
VOTI FAVOREVOLI 31
VOTI
CONTRARI /
Presidente - pongo in votazione l'emendamento 2 allegato 1
- Elenco beni da alienare - al provvedimento presentato dall'Assessore
Peveraro:
Pagina 1, il testo:
"UNITÀ n.
6
Unità abitativa sita al piano primo di corso Casale n.
38
Superficie mq. 50 c.a.
Dati catastali: Fg. 148 n. 975
Sub. 4
Prezzo base d’asta €.
72.500,00.
UNITÀ n. 7
Unità abitativa sita
al piano terzo di corso Casale n. 38
Superficie mq. 50
c.a.
Dati catastali: Fg. 148 n. 975 Sub. 10
Prezzo base
d’asta €. 72.500,00"
è soppresso.
Di conseguenza
le unità da n. 8 a n. 35 sono rinumerate come unità da n. 6 a n.
33.
IL CONSIGLIO COMUNALE
rilevato che in ordine a tale emendamento sono stati acquisiti il
parere favorevole di regolarità tecnica e di regolarità
contabile;
procede alla votazione nei modi di
regolamento.
Risultano assenti dall'aula, al momento della votazione,
oltre al Sindaco Chiamparino, i Consiglieri: Altea, Borsano, Costa, Dell'Utri,
Furnari, Gabri, Gallo Francesco, Rosso, Salti e Troiano.
Il Presidente
dichiara approvato l’emendamento con il seguente
risultato:
PRESENTI 40
Si astengono i Consiglieri Airola,
Chiavarino, Coppola, Fucini, Ghiglia, Lospinuso, Mina, Tealdi e
Ventriglia.
ASTENUTI 9
VOTANTI 31
VOTI FAVOREVOLI 31
VOTI
CONTRARI /
Presidente - pongo in votazione il provvedimento
comprensivo degli emendamenti testé approvati:
IL CONSIGLIO COMUNALE
procede alla votazione per appello nominale.
Dichiarano di non
partecipare al voto i Consiglieri Chiavarino Coppola, Fucini, Ghiglia,
Lospinuso, Mina , Tealdi e Ventriglia.
Risultano assenti dall'aula, al
momento della votazione, oltre al Sindaco Chiamparino, i Consiglieri: Altea,
Borsano, Costa, Dell'Utri, Furnari, Gabri, Gallo Francesco, Rosso, Salti e
Troiano.
Il Presidente dichiara approvata la proposta della Giunta con il
seguente risultato:
PRESENTI 32
ASTENUTI 1 e
precisamente il Consigliere Airola.
VOTANTI 31
VOTI
FAVOREVOLI 30 e precisamente, oltre al Presidente Marino i Consiglieri
Altamura, Borgione, Borgogno, Buronzo, Centillo, Cerutti, Crosetto, Cugusi,
Cuntrò, Favaro, Ferragatta, Gallo Domenico, Giorgis, Greco, Larizza,
Levi-Montalcini, Mangone, Monaci, Montagnana, Nigro, Olmeo, Orlandi, Panero,
Passoni, Rossomando, Sbriglio, Steffenino, Tumolo e Vinciguerra.
VOTI
CONTRARI 1 e precisamente il Consigliere Provera.
Presidente - pongo
ora in votazione l'immediata eseguibilità del
provvedimento:
IL CONSIGLIO COMUNALE
procede alla votazione nei modi di legge.
Dichiarano di non
partecipare al voto i Gruppi Forza Italia, Misto e Alleanza
Nazionale.
Risultano assenti dall'aula, al momento della votazione, oltre
al Sindaco Chiamparino, i Consiglieri: Altea, Borsano, Costa, Dell'Utri,
Furnari, Gabri, Gallo Francesco, Rosso, Salti e Troiano.
Dichiara voto
contrario il Gruppo Rifondazione Comunista.
Al termine della votazione il
Presidente proclama il seguente risultato:
PRESENTI 32
Si
astiene il Consigliera Airola.
ASTENUTI
1
VOTANTI 31
VOTI FAVOREVOLI 30
VOTI CONTRARI 1