Divisione Lavoro Orientamento Formazione
Settore Formazione, Orientamento, Fondi Europei

n. ord. 75
2002 04340/023

CITTÀ DI TORINO

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 18 GIUGNO 2002
(proposta dalla G.C. 11 giugno 2002)

Testo coordinato ai sensi dell'art. 41 comma 3 del Regolamento del Consiglio Comunale

OGGETTO: VALORIZZAZIONE OCCUPABILITÁ: INIZIATIVE PROGETTUALI PRESENTATE SULL'I.C. EQUAL FINANZIATE CON FONDI REGIONALI. COSTITUZIONE DELL'ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI SCOPO (A.T.S.) PREVISTA PER IL PROGETTO "VALORE LAVORO".

Proposta dell'Assessore Dealessandri e del Vicesindaco Calgaro,
di concerto con gli Assessori Pozzi e Lepri.

Con deliberazione del 13 febbraio 2001 (mecc. 2001 00744/23), esecutiva dal 5 marzo 2001, la Giunta Comunale ha approvato la partecipazione della Città all’Iniziativa Comunitaria Equal finalizzata a rimuovere le discriminazioni e le disuguaglianze che ostacolano l’accesso al mercato del lavoro.

In data 27 agosto 2001 sono stati presentati tre progetti particolarmente innovativi che hanno richiesto un’ampia fase di consultazione e collaborazione degli attori sociali operanti sul territorio torinese: "Abilita", "Da donna a donna" e "Valore Lavoro".

La Regione Piemonte con determinazione dirigenziale n. 875 dell’8 ottobre 2001 ha approvato la graduatoria dei progetti ammissibili e finanziati: sull’asse Adattabilità è stato finanziato il progetto "Abilita" e sull’asse Pari Opportunità il progetto "Da Donna a Donna". Il progetto "Valore Lavoro", presentato sull’asse Occupabilità, è stato ammesso ma non finanziato per esaurimento dei fondi a valere sull’iniziativa Comunitaria.

Per l’attuazione dei due progetti sono state costituite tra la Città e i partner proponenti apposite Associazioni Temporanee di Scopo, così come previsto dall’Avviso del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 02/01 del 7 maggio 2001, approvate con deliberazione del Consiglio Comunale del 28 febbraio 2002 (mecc. 0200868/23), esecutiva dal 15 marzo 2002.

In data 29 ottobre 2001, la Regione Piemonte, con D.G.R. 59-4293, ha considerato opportuno sostenere economicamente otto progetti presentati dalle Partnership geografiche sull’asse Occupabilità, considerati ammessi e non finanziabili per esaurimento dei fondi in base alla determinazione della Direzione Formazione Professionale Lavoro n. 875 sopra citata, in ragione del fatto che da tali idee progettuali potrebbero scaturire esiti positivi per il territorio in termini di nuova occupazione per soggetti appartenenti a categorie svantaggiate del mercato del lavoro.

La citata deliberazione ha stabilito, per coerenza con la gestione dell’Iniziativa Comunitaria Equal che prevedeva quale soglia minima di budget Euro 774.685,35 per progetto, di riconoscere alle otto iniziative progettuali un finanziamento della stessa entità per ciascun progetto.

In analogia all’Iniziativa Comunitaria Equal i soggetti preposti all’attuazione dei progetti, come previsto dall’Avviso 02/01 del 7 maggio 2001 sopra citato, devono essere partnership di sviluppo appositamente costituite in adeguate forme associative senza scopo di lucro da una pluralità di organismi con competenze ed esperienze diversificate ma con obiettivi comuni nella realizzazione delle azioni.

La Città ha avviato e sviluppato un’ampia fase di consultazione degli attori sociali per la costruzione delle proposte progettuali. Con deliberazione della Giunta Comunale del 17 luglio 2001 (mecc. 2001 06115/23), esecutiva dal 5 agosto 2001, sono stati approvati i criteri e le modalità di partecipazione della Città all’Iniziativa Comunitaria Equal nonché i criteri e le modalità di adesione a progetti presentati da altri soggetti. Con deliberazioni del 27 novembre 2001 (mecc. 2001 10188/23), esecutiva dal 16 dicembre 2001 e del 4 giugno 2002 (mecc. n. 2002 03900/23), immediatamente eseguibile, la Giunta Comunale ha approvato l’avvio delle attività relative al progetto "Valore Lavoro" nonché il cofinanziamento di Euro 77.468,53 previsto a carico della Città.

A seguito della fase di cooperazione attiva portata avanti in sede progettuale con gli organismi aderenti alla partnership di sviluppo, con particolare attenzione alla definizione congiunta di obiettivi comuni, responsabilità e modalità organizzative, si propone il documento di indirizzo del progetto "Valore Lavoro" allegato e parte integrante della presente deliberazione rinviando al Direttore della Divisione Lavoro, Orientamento Formazione la redazione del progetto esecutivo secondo la forma e le modalità operative richieste dalla Regione Piemonte per la presentazione del formulario di candidatura.

Entro il 2 luglio 2002, data per la presentazione del progetto definitivo, le partnership di sviluppo dovranno strutturarsi attraverso la costituzione di forme associative senza scopo di lucro disciplinando nel proprio Statuto le responsabilità di indirizzo e di gestione del partenariato, la suddivisione delle responsabilità per l’esecuzione del programma di lavoro, l’organizzazione delle modalità di gestione dei rapporti con le Amministrazioni referenti, la modalità di gestione dei contributi finanziari.

Analogamente a quanto approvato per i progetti "Abilita" e "Da donna a donna" con deliberazione del Consiglio Comunale del 28 febbraio 2002 (mecc. 2002 00868/23), esecutiva dal 15 marzo 2002 si ritiene necessario realizzare tale partnership di sviluppo attraverso la costituzione di una Associazione Temporanea di Scopo secondo lo schema di Statuto allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale.

Tale schema di Statuto prevede il rispetto delle condizioni indicate agli artt. 28, comma 3, e 42, comma 10, dello Statuto della Città. Lo schema di statuto dell’A.T.S. prevede all'art. 7 la figura del Responsabile del Progetto denominato Project Manager. Il Project Manager riferirà del proprio operato alla Città ed in specifico, a norma dell'art. 38, comma 6, dello Statuto della Città, alla Conferenza dei Capigruppo.

I partner che costituiranno con la Città le predette A.T.S. sono i soggetti che nella programmazione degli interventi erano stati individuati quali attuatori delle specifiche azioni che compongono i progetti stessi e sono espressamente indicati nell’elenco allegato quale parte integrante della presente deliberazione.

Tutto ciò premesso,

LA GIUNTA COMUNALE

Visto il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, nel quale, fra l'altro, all'art. 42 sono indicati gli atti rientranti nella competenza dei Consigli Comunali;

Dato atto che i pareri di cui all'art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;

Con voti unanimi, espressi in forma palese;

PROPONE AL CONSIGLIO COMUNALE

1) di approvare la costituzione secondo quanto espresso in narrativa dell’Associazione Temporanea di Scopo denominata "Valore Lavoro" in conformità al documento di indirizzo del progetto "Valore Lavoro" (all. 1 - n. ), secondo lo schema di Statuto (all. 2 - n. ) ed in rapporto con i partner di cui all’elenco allegato (all. 3 - n. ), uniti al presente provvedimento;

2) di dare mandato al Sindaco ovvero al Dirigente incaricato di firmare i relativi atti costitutivi, con facoltà di apportare quelle variazioni che in tale sede si renderanno necessarie al fine preposto;

3) di conferire mandato al Direttore della Divisione Lavoro Orientamento Formazione di redigere il progetto esecutivo sulla scorta del documento di indirizzo allegato alla presente deliberazione, secondo la forma e le modalità operative richieste dalla Regione Piemonte e di approvarlo con proprio provvedimento;

4) di assumere a carico della Città in capo al Settore competente le spese di rogito;

5) di rinviare a successivi provvedimenti della Giunta e dei Dirigenti l’adozione degli atti conseguenti e necessari;

6) di dichiarare, attesa l’urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.


PROGETTO VALORE LAVORO

Valorizzazione Locale delle Reti per il lavoro

DOCUMENTO DI INDIRIZZO PER L’ATTUAZIONE DELL’INTERVENTO

  1. DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROBLEMA DI DISCRIMINAZIONE INDIVIDUATO

I giovani di età compresa tra i 15 ed i 28 anni con bassa scolarità e problemi spesso derivanti dalle condizioni socio economiche delle famiglie di origine appaiono tra i soggetti più difficilmente collocabili sul mercato del lavoro.

La crescita degli occupati di circa 55.000 unità registrata negli ultimi due anni nella città di Torino e la diminuzione da oltre il 12% all’8% del tasso di disoccupazione che è legata prevalentemente al terziario e in parte alle costruzioni, costituisce uno scenario di opportunità che tuttavia non sembra garantire di per sé una riduzione dei meccanismi di esclusione e discriminazione. I problemi strutturali del mercato del lavoro torinese, legati alla composizione della popolazione attiva e degli occupati per età, scolarità e qualificazione non si risolveranno semplicemente con la positiva pressione legata alla congiuntura favorevole. Il processo che sta interessando Torino sta generando alcuni ostacoli alla piena uguaglianza di opportunità tra gruppi di cittadini all’ingresso e alla permanenza nel mondo del lavoro.

Per quanto riguarda specificamente il problema dell’occupabilità, i principali fattori che le ricerche hanno posto in evidenza nella definizione di tali discriminazioni sono in questo momento a Torino:

 

Il livello di istruzione e la possibilità di adeguare tempestivamente le proprie competenze professionali: è noto che in questi anni il mercato del lavoro a Torino, come in molti luoghi d’Italia, è divenuto sempre più competitivo, privilegiando i lavoratori in grado di offrire professionalità specializzate e capaci di seguire con flessibilità i veloci cambiamenti degli scenari tecnologici e di mercato. Gli occupati in Torino e provincia sono nel 1999:
senza titolo o con lic. Elementare 10%
lic. Media 36,9%
qualifica 8,9%
diploma 32,3%
laurea 11,7%

La disoccupazione torinese è caratterizzata da una rilevante presenza di soggetti con il solo obbligo scolastico (56% del totale nel 1999), in un contesto piemontese non migliore (il Piemonte è una delle regioni del nord dove la quota di disoccupati dalla scolarità bassa è più elevata, raggiungendo il 57%, rispetto al 47% del Veneto, al 50% dell’Emilia-Romagna e al 51% della Lombardia).

La capacità di costruire un progetto di vita nel quale il lavoro abbia una presenza centrale: una delle caratteristiche della popolazione target del presente progetto è l’incapacità/disinteresse a costruire nel tempo un progetto di vita nel quale il lavoro sia un perno significativo. Si tratta di giovani tra i 15 e i 28 anni che riescono a garantirsi un reddito senza sentire il bisogno di entrare in un circuito lavorativo ufficiale e spesso non arrivano ad elaborare una volontà di inserimento nel mercato del lavoro, in quanto provenienti da percorsi di educazione e di vita che li hanno spesso portati fuori da ogni possibilità di essere competitivi e appetibili su tale mercato.

La presenza di uno stato di svantaggio economico-sociale: accanto a vere e proprie aree di eccellenza, rimangono forti aree sociali popolate da fasce deboli del mercato del lavoro. Sono in aumento i destinatari di politiche attive del lavoro e fasce di popolazione che vivono a cavallo della soglia di povertà. Una quota rilevante di questo segmento di popolazione è costituito da famiglie monoreddito e da famiglie monoparentali, dal livello di reddito di poco superiore al limite sotto il quale si attiva il sostegno dell’assistenza pubblica. Nella popolazione target del presente progetto il basso accesso al mercato del lavoro e il basso reddito sono variabili che si rincorrono a vicenda in una sinergia negativa, per cui si assiste, accanto allo "zoccolo duro" della povertà tradizionalmente intesa e statisticamente definita, a situazioni di semi-povertà che coinvolgono famiglie a cavallo della soglia, che entrano ed escono da situazioni lavorative spesso precarie e che sono fortemente esposte al rischio che eventi traumatici nella storia famigliare spostino velocemente la situazione nell’area di inoccupazione e povertà. In molti casi lo svantaggio economico si combina con uno svantaggio sociale che aumenta la difficoltà di inserirsi sul mercato per un problema di valutazione ed autovalutazione.

Il genere: la presenza femminile è in crescita (35.000 donne sui 55.000 citati occupati aggiuntivi torinesi negli ultimi due anni), ma nonostante ciò le discriminazioni continuano a sussistere. Nel contesto dell’occupabilità (e non delle pari opportunità, anche se i due discorsi sono impossibili da distinguere nettamente) la Città rileva che l’inoccupazione delle donne continua ad essere più che doppia di quella degli uomini (e per di più con una forte incidenza della componente volontaria): il tasso di disoccupazione Eurostat è pari al 5,4% per i maschi e al 13,8% per le femmine; il tasso di disoccupazione allargato è pari al 6,9% per i maschi e al 18,5% per le femmine. Nel presente progetto, che si pone l’obiettivo di sperimentare percorsi di inserimento che siano fortemente collegati alle caratteristiche dei destinatari, si dovrà tener conto anche delle diversità determinate dalla differenza di genere.

La localizzazione territoriale: l’identificazione della discriminazione e della popolazione target è infine fortemente legata alla sua collocazione territoriale nella città e alle politiche urbanistiche ed edilizie dei decenni scorsi, che sono state una delle "chiavi di volta" con le quali il Progetto Speciale Periferie della Città ha lavorato sul tessuto sociale e lavorativo. Il Progetto ha permesso di evidenziare con chiarezza che in alcune aree territoriali della città si concentrano situazioni di disagio che, insieme alle altre, contribuiscono fortemente a determinare la situazione di difficoltà di ingresso o reingresso nel mercato del lavoro. L’analisi dei dati degli iscritti agli Uffici di collocamento e ora dei Centri per l’impiego svolta dall’Osservatorio cittadino sul mercato del lavoro evidenzia nel 1999 zone con percentuali superiori al 19% nelle periferie nord e sud. I punti di maggiore concentrazione sono i quartieri delle Vallette (22%), di Mirafiori Sud (21%) e della Falchera (20%).

La tendenza più recente ha portato ad un avvicinamento tra periferie nord e sud, ma non ha diminuito significativamente il fenomeno.

La popolazione target, dal punto di vista della collocazione geografica, fa dunque riferimento a tutto il territorio di Torino, ma con una attenzione alle particolari situazioni relative alle circoscrizioni 5, 6 e 10, nelle quali la Città ha avviato e intende valorizzare i processi integrati di recupero urbano e di sviluppo sociale-economico (esperienze di Corso Taranto, delle Vallette, della Falchera, di Lucento, di Mirafiori, di San Salvario, di Via Luserna, di Basso S. Donato).

Il target.

In un tale contesto i fattori sopra descritti si sinergizzano negativamente permettendoci di definire con precisione la discriminazione in una serie di soggetti che costituiscono la popolazione target del presente progetto e che la Città ha potuto identificare e monitorare negli anni grazie a diverse iniziative (Osservatorio cittadino sul Mercato del lavoro, Progetto Speciale Periferie, azioni di politiche attive del lavoro). Si può parlare di una popolazione in cui si combinano l’inoccupazione, la povertà, il posizionamento borderline tra economia sommersa e piccola criminalità, talvolta la segregazione professionale. L’esito è l’esclusione permanente dal mercato del lavoro.

Possiamo identificare due fasce di possibili destinatari:

Segmentare il target è necessario per attuare interventi mirati in modo diverso. Tale ragione è alla base anche della necessità di personalizzare gli interventi rispetto al fatto che i destinatari siano italiani, stranieri, nomadi. Lo stesso vale per la differenza tra uomini e donne.

Per questa popolazione il presente progetto si colloca all’interno delle linee strategiche della Città di Torino, che mirano definire un quadro di opportunità che impediscano che l’assenza dal mercato o la precarietà e la bassa qualità del lavoro diventino un destino ineluttabile.

  1. OBIETTIVI

Obiettivo generale

Obiettivo generale dell’intervento è quello di cogliere le opportunità costituite dall’evoluzione socioeconomica della Città di Torino, per attuare sperimentazioni che mettano a punto metodologie volte a combattere le discriminazioni, creando inclusione sociale e inserimento nei processi lavorativi per la fascia dei giovani a rischio attraverso una forte integrazione tra politiche del lavoro e politiche sociali ed educative. L’effettiva integrazione avviene anche attraverso il coinvolgimento diretto nella sperimentazione di tutti gli attori, sia pubblici che privati, che sono interessati ad iniziative di questo tipo.

Il processo intende agire sulla base di due baricentri di coerenza:

Porre al centro del processo tali coerenze significa cogliere le occasioni di nuova occupazione che si genereranno nell’area torinese nei prossimi anni cercando contemporaneamente di creare una rete di rapporti permanenti tra Enti, imprese (di vario genere) e forze sociali che prosegua nel tempo un’azione di sostegno alle politiche per l’occupazione delle fasce più deboli; in altri termini sfruttare anche "l’opportunità Olimpiadi" per dotare il territorio di una "struttura permanente" (équipe territoriale) in grado di sostenere processi di politiche attive del lavoro nella logica del mainstreaming e della partecipazione attiva. La creazione delle équipe territoriali ed intorno a queste di una rete di relazioni stabili con gli altri attori che operano per il recupero di giovani a rischio ( volontariato, associazionismo ecc. ) consente di unificare gli sforzi e le iniziative (e quindi le risorse economiche) che, almeno in parte, già oggi vengono destinate a tale scopo ottenendo il risultato di integrarle e sviluppando un’azione sinergica che non potrà che potenziarne l’efficacia.

Inoltre il processo consente di comprendere anche le aspettative relative al tipo di occupazione "desiderato" da parte della popolazione target. Le particolari caratteristiche dei soggetti interessati dall’intervento imporranno un approccio particolare nel percorso e nel tipo di inserimento lavorativo; come altre esperienze hanno dimostrato (iniziative di politiche attive del lavoro nell’ambito dei PRU, progetto INTEGRA ITACA, URBAN II, progetti LPU manutenzione verde pubblico), i risultati migliori si ottengono quando le occasioni d’impiego consentono al soggetto di rimanere a contatto con la propria realtà. In qualche misura possiamo parlare di "occasioni di prossimità" che offrono una prima chance di ingresso (o rientro) nel mercato del lavoro.

Obiettivi specifici

  1. Ottenere informazioni relative a caratteristiche del disagio che genera il fenomeno di esclusione dei giovani dal mercato del lavoro, sulle buone prassi messe in atto a livello nazionale ed europeo (in larga misura da ricerche già svolte e da banche dati a disposizione), sulle caratteristiche delle aziende disponibili ad accogliere i giovani per periodi di stage, tirocinio ed anche per collocazioni stabili ed individuare i profili professionali richiesti dalle aziende stesse. Ricomporre queste informazioni in un rapporto utile alla definizione di un modello di intervento.

    I dati da raccogliere in questa azione sono relativi a:

    caratteristiche psico-sociali dei giovani a rischio, distribuzione del fenomeno sulla città, numero e tipologia delle aziende individuate come disponibili per la sperimentazione, quantità dei possibili inserimenti e tipologia dei profili professionali richiesti dalle aziende stesse.

     

  2. Realizzare sui territori oggetto della sperimentazione un’équipe composta dai servizi pubblici e dai soggetti privati componenti la partnership di sviluppo che ha il compito di avviare le attività sperimentali a sostegno dei giovani nel percorso di costruzione del proprio progetto di vita. Definire una nuova figura di riferimento per i giovani, il coalitore, che sia contemporaneamente il riferimento per i soggetti che compongono la rete. Intorno all’equipe territoriale vanno coinvolte organizzazioni e associazioni che sul territorio operano sul tema della lotta al disagio giovanile allo scopo di ottenere una rete permanente di supporto alle azioni che si intendono svolgere.

    Alfine di monitorare le attività saranno considerate il numero e la tipologia dei servizi e delle organizzazioni coinvolte, relazioni delle attività svolte, la formalizzazione di alcune procedure di attività tra i diversi componenti dell’équipe e della rete.

     

  3. Realizzare percorsi sperimentali di presa in carico dei giovani a rischio di esclusione, attività individuali e di gruppo di costruzione del progetto di vita, fornire competenze di base trasversali relative al comportamento in azienda e avviare percorsi di avvicinamento al lavoro per tendere a realizzare inserimenti definitivi. Ridurre il ricorso a forme di assistenza, promuovendo le capacità di autonomia dei destinatari dell’intervento in un’ottica stabilmente integrata tra azioni formative, di politiche del lavoro e socio-assistenziali.

    Alfine di monitorare le attività saranno considerati i seguenti indicatori:

    numero di giovani inseriti al lavoro temporaneamente/ numero di giovani presi in carico, numero di giovani inseriti al lavoro stabilmente/ numero di giovani presi in carico, giovani avviati a percorsi formativi.

     

  4. Promuovere il progetto sul territorio attraverso un percorso di sensibilizzazione che coinvolga in particolare le imprese con la finalità di raccogliere disponibilità alla partecipazione al progetto e gli attori presenti sul territorio di sperimentazione per creare le condizioni per la creazione della rete di sostegno agli interventi di recupero dei giovani a rischio. Diffusione dei risultati in ottica di riproducibilità delle azioni realizzate e in funzione di un coordinamento con altri progetti in corso sul territorio di Torino che possono avere punti di contatto con Valore Lavoro.

     

  5. Monitorare e valutare il progetto per avere un controllo in itinere dello stesso. Valutare gli inserimenti lavorativi temporanei e stabili realizzati in confronto con i risultati ottenuti da altri progetti già realizzati, effettuando una comparazione costi/benefici (confronto risultati inserimenti rispetto a numero di ore di orientamento, numero di ore formazione, durata periodi di tirocinio, spese di sostegno al reddito, ecc).

Beneficiari e loro richieste

Per le conoscenze che abbiamo dei beneficiari del progetto possiamo affermare che essi non esprimono con precisione quali siano i loro bisogni e desideri. Spesso non individuano neppure nel possibile inserimento in un’attività lavorativa una occasione per ottenere un riconoscimento sociale che consenta di dare una prima risposta ad alcuni dei problemi che si trovano a vivere. Le richieste, più o meno esplicite, si collocano soprattutto nell'ambito del possesso di beni materiali, da mostrare al gruppo di appartenenza ai fini dell'acquisizione di prestigio, dalla disponibilità di tempo svincolato da ogni impegno od obbligo, e al limite dalla possibilità di svolgere attività, lette come interessanti ed appetibili per il gruppo di appartenenza, ma non impegnative; attività che suscitino entusiasmi da sostituire non appena se ne evidenzino elementi di continuità e ripetitività.

Da questo punto di vista un’azione da svolgere deve essere orientata al recupero di senso e di riconoscimento. Senso e riconoscimento che devono essere percepiti come il risultato di un lavoro svolto su di sé, di una attività continua di crescita, portando progressivamente ad identificare nel concetto di lavoro uno degli elementi su cui fondare l’azione di coinvolgimento e recupero..

Inoltre poiché i beneficiari spesso dichiarano di non ricevere accoglienza, comprensione ed aiuto per uscire da situazioni che essi stessi identificano come non positive, (fatto salvo poi non riuscire ad impegnarsi in prima persona in azioni volte a modificare la situazione) appare indispensabile creare intorno al soggetto una vera e propria rete di sostegno che sappia affrontare in modo unitario i diversi aspetti del problema evitando la frammentazione dei singoli interventi (in campo sociale, educativo, assistenziale e di politiche del lavoro) che spesso non raggiungono il risultato desiderato.

 

Obiettivi di struttura

Creazione sui territori oggetto della sperimentazione di un’équipe territoriale composta dai diversi servizi pubblici, che per loro competenza si occupano dei giovani a rischio di esclusione, e dalle organizzazioni private della Partnership di sviluppo, allo scopo di operare di concerto per raggiungere l’obiettivo di consentire ai giovani di definire un loro progetto finalizzato all’avvicinamento al lavoro e alla successiva stabilizzazione di impiego. La presenza sul territorio di una nuova struttura quale l’équipe territoriale consente di realizzare una rete permanente di relazioni con altri attori presenti che operano sui temi della lotta all’esclusione sociale.

Tra i servizi pubblici (socio assistenziali, educativi, servizio periferie del Comune di Torino e servizi lavoro del Comune e della provincia di Torino) raggiungere un livello più elevato di integrazione nelle azioni di avvicinamento e recupero dei soggetti target allo scopo di consentire di avere una visione unitaria dei problemi dei giovani presi in carico ottimizzando i risultati degli interventi; tale integrazione deve progressivamente coinvolgere anche le organizzazioni del privato sociale, le imprese e le organizzazioni loro rappresentanti.

L’équipe territoriale potrà diventare una struttura permanente nei territori dove avverrà la sperimentazione; per questo motivo saranno valutati i costi relativi al mantenimento di tale struttura ed i risultati conseguiti grazie alla stessa allo scopo di poter svolgere studi di fattibilità in relazione all’estensione dell’esperienza in altre realtà.

Creazione della figura del "coalitore", di concerto tra servizi socio assistenziali, servizi per il lavoro, mondo delle imprese e organizzazioni attive nel sociale. I coalitori sono individuati tra gli operatori del sociale e del lavoro (enti, agenzie formative, associazioni, volontariato, imprese, ecc.) che operano a stretto contatto con il contesto territoriale. Essi saranno i riferimenti permanenti per i giovani che partecipano all’iniziativa. Non sono né i tutor/monitori dei corsi di formazione, né i supervisori di azioni di inserimento professionale (non vi è quindi quella asimmetria di ruolo che i termini "supervisione" e "accompagnamento" evocano). Sono piuttosto gli alleati, i facilitatori e motivatori di un processo che deve culminare con l’integrazione/reintegrazione nel mondo del lavoro. Tra coalitori e coalizzati vi è l’adesione comune dei rischi, delle incertezze, delle fatiche e delle soddisfazioni che ne possono derivare. Il coalitore è figura chiave per approcci capaci di superare gli ostacoli finora riscontrati nei precedenti progetti di inserimento lavorativo. Il coalitore è quindi centrale per la messa a punto degli approcci e della metodologia proposti e appare come il punto di riferimento permanente sul territorio all'interno della rete di relazioni che collega i diversi attori del processo a sostegno dei beneficiari ultimi.

3. AZIONI

AZIONE N° 1.

L’azione 1 ha come obiettivo quello di definire un modello operativo per realizzare nelle azioni successive una rete permanente tra le diverse organizzazioni pubbliche e private che a diverso titolo possono contribuire alla lotta all’esclusione sociale dei giovani a rischio, oltre che favorirne l’inserimento o il reinserimento nel Mercato del lavoro sulla base dei risultati di rapporti elaborati a partire dai dati e dalla documentazione raccolta. Le aree di analisi sono le seguenti:

L’insieme delle informazioni raccolte consente di predisporre una metodologia operativa e di avere un quadro delle aree territoriali e delle tipologie di soggetti target del progetto su cui intervenire con le attività da sviluppare nelle azioni 2, 3 e 4.

AZIONE N° 2

Sperimentare un modello organizzativo e metodologico di integrazione tra azioni per il lavoro e azioni per il sociale svolte sulla popolazione target da parte di Enti, Organizzazioni e Associazioni operanti in campo sociale in grado di svolgere una funzione di contrasto ai fenomeni di esclusione sociale dei giovani a rischio e di progressivo reinserimento degli stessi in attività lavorative.

Creazione di équipe territoriali concepite come tavoli di concertazione tra attori pubblici e privati del sociale e del sistema produttivo.

Il coinvolgimento delle imprese non potrà in quest’ottica semplicemente avvenire nel momento di ricerca delle occasioni di lavoro, ma le stesse dovranno partecipare alla definizione complessiva delle strategie di azione. All'interno di ogni rete, le imprese disponibili presenti nel quartiere saranno chiamate a fornire occasioni di lavoro concepite come momento trampolino, e quindi di apprendimento, verso altre possibilità di lavoro maggiormente stabili

Definizione della figura del coalitore come figura ponte tra i diversi soggetti dell’équipe e i giovani in carico.

Riconoscere e valorizzare la qualità dell’intervento svolto sulla popolazione target da parte di Enti, Organizzazioni e Associazioni operanti in campo sociale e progressivamente coinvolti nelle reti locali.

AZIONE N° 3

L’azione si concretizza nella sperimentazione di percorsi per la ricostruzione di progetti di vita intorno al lavoro.

La popolazione target non si configura come un insieme omogeneo di soggetti con uguali necessità, aspettative e bisogni; nelle fascia di età coinvolta nel progetto le differenze di approccio al lavoro, il bisogno di autonomia rispetto alla famiglia di origine possono essere molto diversi in relazione alle caratteristiche ed esperienze individuali e rendono necessaria una attenta valutazione delle metodologie di approccio e di intervento. In modo schematico (anche se l’età anagrafica non può essere assunta con rigidità) si prevedono due tipi di percorso per fasce d’età diverse:

 

Dopo un primo momento di presa in carico dei soggetti e di riavvicinamento degli stessi al lavoro si opererà per avviare inserimenti stabili

AZIONE N° 4.

Le diverse attività di cui si compone l’azione sono orientate sostanzialmente a consentire una sensibilizzazione sui territori delle imprese da coinvolgere nel progetto e delle associazioni che operano nel territorio allo scopo di implementare la rete locale di sostegno alle iniziative rivolte ai giovani a rischio di esclusione.

Da un altro punto di vista le occasioni di diffusione dei risultati che progressivamente si otterranno consentiranno di coordinare le attività di Valore Lavoro con quelle di altri progetti che si realizzano contemporaneamente sul territorio della città e che interessano altre fasce di soggetti deboli.

AZIONE N° 5.

Monitoraggio e valutazione delle attività svolte nel progetto allo scopo di mantenere sotto controllo l’andamento ed i risultati conseguiti in un’ottica di possibile trasferibilità degli interventi.

Confronto quali-quantitativo dei risultati ottenuti in rapporto con altri progetti che hanno come destinatari giovani a rischio di esclusione.