Servizio Centrale Affari Istituzionali
Settore Periferie

n. ord. 165
2001 08932/70

CITTA' DI TORINO

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 3 DICEMBRE 2001
(proposta dalla G.C. 30 ottobre 2001)

Testo coordinato ai sensi dell'art. 41 comma 3 del Regolamento del Consiglio Comunale

OGGETTO: PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA URBAN II (2000-2006). COSTITUZIONE DEL COMITATO DI GESTIONE. APPROVAZIONE DELLO STATUTO.

Proposta del Vicesindaco Calgaro.

Urban II è una misura comunitaria destinata a rafforzare le politiche urbane dell'Unione Europea, con la quale viene premiata la progettualità delle città, la loro visione strategica dello sviluppo, la loro capacità di costruire un partenariato locale in grado di sostenere e accompagnare sia il processo di progettazione, sia la concreta realizzazione di programmi di rigenerazione urbana.

La Città di Torino con deliberazione della Giunta Comunale del 18 settembre 2000 (mecc. 200008122/01), esecutiva dall'8 ottobre 2000 avente per oggetto: "Programma di Iniziativa Comunitaria "Urban II (2000-2006) – progetto di candidatura sull'area di Mirafiori Nord oltre la città fabbrica", ha approvato la proposta di candidatura al Ministero delle Infrastrutture a cui competeva la scelta delle 10 città italiane da ammettere al finanziamento. Inoltre, con deliberazione del Consiglio Comunale del 5 marzo 2001 (mecc. 200101183/70), esecutiva dal 19 marzo 2001 avente per oggetto: "Programma di Iniziativa Comunitaria Urban II 2000-2006: presa d'atto del progetto presentato sull'area "Mirafiori Nord - oltre la città fabbrica" e della graduatoria nazionale che lo inserisce nei progetti finanziabili dalla U.E." prendeva atto dell'avvenuta selezione e dell'ammissione della città al finanziamento europeo.

L'area prescelta, nella quale risiedono circa 25.000 abitanti, è caratterizzata dalla presenza di situazioni di disagio ed emarginazione che richiedono interventi di stimolo tesi sia a migliorare le condizioni di vita generali della popolazione, sia a consolidare la rete dei servizi nelle zone dove la concentrazione di problemi di natura sociale e di degrado fisico è maggiore.

A Mirafiori Nord, infatti, coesistono insieme a zone residenziali tradizionali, aree in cui si è concentrata una quota importante del patrimonio abitativo pubblico della Città. Il Comune, l'Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) e lo Stato possiedono ad oggi 1.904 unità abitative, che rappresentano il 20% circa delle abitazioni di Mirafiori Nord, contro una media cittadina del 6%. All'interno di questi edifici di edilizia pubblica, la percentuale dei nuclei familiari in carico ai Servizi socio-assistenziali corrisponde al 31%, mentre la percentuale dei minori seguiti è del 46%.

Gli obiettivi e gli assi prioritari del Progetto Mirafiori Nord.

In coerenza con le finalità espresse dal D.M. 7 luglio 2000 "Programmi di iniziativa comunitaria concernenti la rivitalizzazione economica e sociale delle città e delle zone adiacenti in crisi, per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile – URBAN II", il programma intende promuovere l'elaborazione e l'attuazione di strategie particolarmente innovative ai fini della rivitalizzazione economica e sociale sostenibile dell'ambito urbano di intervento e favorire lo sviluppo e lo scambio di conoscenze ed esperienze sulla rigenerazione e lo sviluppo urbano nell'Unione Europea.

Il progetto mira a superare l'impasse in cui si trova il quartiere: un quartiere immobile, che non si auto-rappresenta in modo organizzato, non diviene consapevole o "grida" il proprio malessere e disagio, non vede le opportunità che esistono, né cerca quelle legate a settori in crescita dell'economia, della cultura, dello sviluppo di comunità e non promuove e gestisce in modo attivo il proprio cambiamento.

L'obiettivo del lavoro svolto finora dal Comune, dalla Circoscrizione e da tutte le parti sociali, economiche e culturali coinvolte, e che s'intende proseguire con questo progetto, è realizzare concretamente un modello ancora in parte sperimentale di riqualificazione urbana di una parte di città, emblematica nel suo carattere di periferia legata alla fabbrica fordista, in lento, ma inesorabile degrado sociale e fisico, per la quale occorre riscrivere un patto di cittadinanza.

In coerenza con il regolamento generale (CE) n. 1260/1999 sui Fondi Strutturali e con le linee guida espresse dalla Commissione Europea in relazione ai Programmi di Iniziativa Comunitaria URBAN II, sono stati individuati tre assi prioritari in cui articolare gli interventi:

Asse 1 – Recupero fisico e sostenibilità ambientale

L'asse 1 parte dalla considerazione delle caratteristiche fisiche, negative e positive, del quartiere: forte degrado ambientale, scarsa omogeneità/insularità urbanistica, edilizia pubblica in degrado, ampia dotazione di verde e impianti sportivi da riqualificare, vocazione ambientale locale emersa più volte nel corso della predisposizione del progetto, anche in relazione ad un nuovo progetto d'identità del quartiere. Le principali azioni guida riguardano il rifacimento di Piazza Livio Bianco, degli assi di corso Tazzoli e via Dina/Gaidano, il raggiungimento della quota del 50% della raccolta differenziata, la costruzione di un elettrodotto interrato in sostituzione di una linea aerea.

Asse 2 – Infrastrutture e conoscenze per lo sviluppo economico

L'asse 2 risponde all'esigenza di potenziare e promuovere le attività economiche e il livello occupazionale nel quartiere tramite:

Si intende inoltre aggredire il problema della disoccupazione di lunga durata e il ridotto livello di imprenditorialità degli operatori, favorendo l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per quello che riguarda la disoccupazione di breve durata e in particolare le fasce deboli nel mondo del lavoro (donne, immigrati, giovani poco qualificati o lavoratori anziani con necessità di riqualificarsi). Insieme ad interventi tradizionali di stimolo alla formazione ed alla ricerca del lavoro di disoccupati è prevista la costituzione di incubatori di nuove imprese nel settore dell'Information and Communication Tecnology, dell'E-commerce e della produzione artistica associata al recupero di oggetti usati.

Asse 3 – Integrazione sociale e lotta all'esclusione

L'asse 3 comprende una pluralità di azioni mirate alla promozione della cittadinanza per tutti, a combattere le emergenze sociali del quartiere, a migliorare la gestione dei servizi esistenti in relazione ai problemi socio-sanitari connessi allo squilibrio demografico (popolazione anziana), microcriminalità, disabilità fisiche e psichiche, tossicodipendenza, disoccupazione di lunga durata, inserimento sociale degli immigrati, ecc. .

Le azioni previste saranno tese a rafforzare i servizi esistenti, migliorarne significativamente l'impatto, dare visibilità ai problemi e agli interventi attraverso la partecipazione e il coinvolgimento di tutti gli abitanti.

Il programma comporta un costo totale ammissibile di 28.424.900 Euro, di cui 26.818.820 Euro di costo pubblico totale e 1.606.080 Euro di finanziamenti privati. I finanziamenti pubblici sono costituti da: 10.730.000 Euro di FESR, 9.390.000 Euro di Fondo di Rotazione nazionale e 6.698.820 Euro di finanziamenti locali, corrispondenti rispettivamente alle quote di 40%, 35% e 25% come da indicazione di Bando per area non obiettivo 1. La quota locale è a sua volta composta da finanziamenti comunali (1.810.370 Euro, 27,5%), regionali (1.810.367 Euro, 27,5%) e altri finanziamenti pubblici locali (3.078.083 Euro, 45%). Tra i finanziamenti locali già disponibili per azioni in area Urban non ancora avviate si segnalano: 1.936.713 Euro da parte del Consorzio per il Sistema Informativo per il progetto LISEM (misura 2.1), 516.417 Euro per la raccolta differenziata dell'AMIAT (misura 1.2) e 474.624 Euro per l'interramento dell'elettrodotto da parte dell'AEM (misura 1.3). Al Programma presentato alla UE ne è stato affiancato uno complementare della Città, come richiesto dal bando di concorso Ministeriale, comportante interventi per un valore complessivo di oltre 13 milioni di Euro finanziati tramite fondi comunali, regionali e privati.

La dimensione partecipativa nella fase di realizzazione del Progetto

La dimensione partecipativa e comunicativa rappresenta un elemento di fondamentale importanza all'interno del percorso di candidatura e costruzione del programma, in quanto la partecipazione della comunità locale costituisce garanzia di un effettivo radicamento e, conseguentemente, di una maggiore efficacia delle azioni proposte. La Città sta già sperimentando forme di coinvolgimento del territorio nella gestione di programmi complessi di rigenerazione urbana. Un esempio significativo è rappresentato dall'Agenzia per lo Sviluppo di Via Arquata, titolare della conduzione e realizzazione del programma di integrazione delle azioni sociali relativo al Contratto di Quartiere. La costruzione di tale modello trova i suoi riferimenti normativi negli articoli 3 e 10 dello Statuto della Città di Torino e nella deliberazione del Consiglio Comunale (mecc. 200005914/70) del 24 luglio 2000, esecutiva dal 7 agosto 2000 avente per oggetto "Accordo di Programma, ai sensi della L. 8/6/90 n. 142 per l'attuazione del Programma di Recupero Urbano "Contratto di Quartiere ambito di via Arquata". Approvazione", tramite la quale viene riconosciuto un ruolo determinante alle realtà locali ed alle Circoscrizioni sul cui territorio tali interventi sono situati.

In riferimento alla conduzione di azioni conseguenti all'attuazione di misure Europee occorre anche considerare i positivi risultati ottenuti tramite il modello gestionale applicato alla conduzione del PPU "The Gate" sull'area di porta Palazzo, approvato con deliberazione n. 324 del Consiglio Comunale del 1° dicembre 1997 (mecc. 199707819/15), esecutiva dal 15 dicembre 1997 avente per oggetto: "Progetto Pilota Urbano "Porta Palazzo – vivere, non solo transitare" ai sensi dell'art. 10 FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Costituzione del Comitato "Progetto Porta Palazzo".

La dimensione partecipativa è quindi considerata un fattore strategico per il successo dei programmi complessi di rigenerazione urbana e si ritiene vada sostenuta anche nella fase gestionale del PIC Urban II.

Considerate le esperienze avviate, il modello di conduzione del programma più adatto a tale esigenza è stato individuato nella forma del Comitato di Scopo (ex art. 39 cc.), in quanto soggetto gestore aperto alla partecipazione ad alla corresponsabilità delle parti pubbliche e private cointeressate. Si propone, quindi, la costituzione di un Comitato denominato COMITATO URBAN II, così come strutturato e regolamentato dallo Statuto allegato al presente provvedimento, a cui la Città di Torino, quale Autorità di Gestione deleghi la concreta realizzazione delle azioni contenute nell'articolazione per assi e misure approvata dall'Unione Europea.

La Città di Torino, titolare dell'intervento nei confronti dell'Unione Europea in quanto autorità di gestione, intende allargare la partecipazione al Comitato di Gestione del PIC Urban II ai seguenti soggetti:

Gli articoli 8 e 10 dello Statuto del Comitato Urban II, allegato, disciplinano la formazione del Consiglio Direttivo sulla base di quanto precedentemente espresso, garantendo quindi un intrinseco collegamento con il territorio, a livello locale e cittadino. Lo Statuto stabilisce anche, all'art. 12, modalità integrate di conduzione del Programma, prevedendo la costituzione di appositi gruppi di lavoro tematici a cui potranno partecipare, insieme agli enti a cui sarà affidata la realizzazione delle azioni, anche le realtà che intenderanno seguirne e accompagnarne lo sviluppo a puro titolo di partecipazione. E' inoltre previsto, all'art. 13, una modalità di rapporto continuativa tra il Comitato e il Forum per lo sviluppo locale, organismo a cui potranno partecipare, secondo modalità disciplinate dal Consiglio Circoscrizionale, le associazioni ed i gruppi spontanei che intenderanno seguire da vicino lo svolgimento del PIC Urban II. Con questo modello si intende dare alla misura europea un valore aggiunto, non solo con riferimento al periodo di programmazione 2000-2006, ma in un'ottica più ampia di costruzione di un capitale sociale capace di proseguire nell'azione di sviluppo anche al termine dell'iniziativa comunitaria.

Al Comitato verranno trasferite dal Comune le risorse finanziarie necessarie al raggiungimento degli obiettivi indicati nell'art.4 dello Statuto allegato. Il conferimento di personale, attrezzature, locali o quanto altro sarà necessario al suo funzionamento sarà regolato da apposite convenzioni tra l'Amministrazione e il Comitato stesso.

Rimarranno in capo e sotto la responsabilità delle competenti Divisioni e Servizi Centrali comunali la realizzazione delle opere previste dal Programma Comunitario e da quello complementare e le eventuali acquisizioni patrimoniali. In ogni caso per tutte le azioni che interesseranno le varie articolazioni della struttura comunale, ancorché da queste proposte e condotte e inserite nel programma comunitario, occorrerà garantire, tramite opportuni provvedimenti della Giunta Comunale e del Direttore Generale, un efficace coordinamento, tramite l'inserimento degli obiettivi corrispondenti nel PEG annuale di ciascuna Divisione o Servizio Centrale.

Al Comitato potranno configurarsi con appositi provvedimenti attribuzioni più estese di quelle inizialmente previste dal Progetto, conformemente a quanto previsto dall'art. 4 dello Statuto allegato al presente provvedimento.

Tutto ciò premesso,

LA GIUNTA COMUNALE

Visto il Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 nel quale, fra l'altro, all'art. 42 sono indicati gli atti rientranti nella competenza dei Consigli Comunali;

Dato atto che i pareri di cui all'art. 49 del suddetto Testo Unico sono:

- favorevole sulla regolarità tecnica;

- favorevole sulla regolarità contabile;

Con voti unanimi, espressi in forma palese;

PROPONE AL CONSIGLIO COMUNALE

1) di approvare la costituzione, secondo quanto espresso in narrativa, del Comitato URBAN II, secondo lo schema di Statuto unito al presente provvedimento (all. 1 - n.        );

2) di dare mandato al Sindaco o suo delegato di firmare l'atto costitutivo relativo, con facoltà di apportare allo Statuto quelle variazioni di ordine formale che in tale sede si renderanno necessarie;

3) di rinviare a successivi provvedimenti di competenza dirigenziale l'accertamento dei contributi comunitari, ministeriali e regionali e gli impegni di spesa relativi ai trasferimenti al Comitato dei fondi necessari per la realizzazione degli interventi previsti dal programma;

4) di rinviare, altresì, a successivi provvedimenti l'approvazione di convenzioni tra l'Amministrazione ed il Comitato in ordine all'impiego di personale e strumenti dell'Amministrazione comunale necessari al funzionamento del Comitato stesso;

5) di assumere a carico della città, in capo al settore competente, le spese di rogito;

6) di dichiarare, attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.


STATUTO DEL COMITATO "Urban II"

Art. 1 – DENOMINAZIONE

Dal Comune di Torino, con sede in Piazza Palazzo di Città n.1;
Dall'Associazione "Torino Internazionale", con sede in Piazza Palazzo di Città n.1;
Dall'"Agenzia territoriale per la casa", con sede in Corso Dante 14;
viene costituito un comitato denominato "Comitato Urban II".

Art. 2 – SEDE

Il Comitato ha sede in Torino, Piazza Palazzo di Città n.1.
Il Consiglio Direttivo delibera circa l’apertura in Torino di uffici amministrativi e di rappresentanza.

Art. 3 – DURATA

La durata del Comitato è fissata fino al 31.12.2008 e può essere prorogata dal Consiglio Direttivo al solo fine di espletare eventuali adempimenti formali connessi con la conclusione del PIC.

Art. 4 – FINALITÀ

4.1 Il Comitato ha, senza fini di lucro, lo scopo di contribuire alla riqualificazione socio-ambientale ed alla rivitalizzazione socio-economica dell’area di Torino - Mirafiori Nord, attraverso lo sviluppo di un approccio integrato e di una strategia di intervento articolata in tre assi prioritari:

Asse 1 – Recupero fisico e sostenibilità ambientale – Affronta il tema della riqualificazione, del degrado e delle azioni a favore dello sviluppo sostenibile in coerenza con gli strumenti di programmazione regionale e locale ponendo attenzione alle problematiche del riutilizzo plurifunzionale ed ecocompatibile degli spazi, della mobilità, dei rifiuti e di un utilizzo razionale delle risorse;

Asse 2 – Infrastrutture e conoscenza per lo sviluppo economico – Prevede le misure finalizzate all’integrazione lavorativa dei disoccupati e allo sviluppo di nuova imprenditorialità, con particolare attenzione alla promozione delle pari opportunità e ai giovani;

Asse 3 – Integrazione sociale e lotta all’esclusione – Riprende i contenuti del documento della Commissione Europea relativo alle "Iniziative locali di sviluppo e occupazione" per ciò che riguarda le nuove possibilità di occupazione e sviluppo locale in relazione alle esigenze della società negli ambiti dei servizi legati al miglioramento della vita quotidiana, della qualità della vita, del tempo libero, dell’ambiente e delle risorse culturali.

4.2 Il Comitato, in particolare, cura il coordinamento e la realizzazione, nei tempi e nei modi richiesti dall’Unione Europea, delle azioni e degli interventi sull’area di Torino – Mirafiori Nord previsti dal Progetto di Iniziativa Comunitaria "Urban II", denominato negli atti ufficiali "Mirafiori Nord, Oltre la città fabbrica".

4.3 Il Comitato cura altresì il coordinamento e la realizzazione di ogni altra iniziativa purché coerente con le finalità previste dal progetto, relativamente all’area di Torino – Mirafiori Nord approvate dal Consiglio Direttivo su segnalazione dell’Amministrazione Comunale o di altri membri del Comitato.
Per il raggiungimento dei propri scopi il Comitato si avvale di una struttura tecnica coordinata dal Direttore, della collaborazione di tutte le Divisioni ed i Servizi centrali Comunali di volta in volta interessati, degli uffici della Circoscrizione; il Comitato promuove altresì la collaborazione alla realizzazione del progetto degli attori economici e delle parti sociali interessate.
L’attribuzione al Comitato di personale della Città di Torino e di altri enti partecipanti è oggetto di apposita convenzione tra il Comitato e gli Enti stessi.

Art.5 BENI E RISORSE

Art. 5.1 – PATRIMONIO

Il patrimonio del Comitato è costituito:

Art. 5.2 FONTI DI FINANZIAMENTO

Sono fonti di finanziamento del Comitato:
- i trasferimenti da parte del Comune di Torino sulla base dei finanziamenti previsti dal Programma di Intervento Comunitario Urban II;
- i finanziamenti già erogati o ancora da erogare da parte della Regione Piemonte,
- altri finanziamenti erogati o che potranno venire erogati da parte dell'Unione Europea o da altri enti pubblici o privati.

Art. 5.3 BENI ED ATTREZZATURE

Il Comitato si avvarrà altresì per il suo funzionamento di beni ed attrezzature che saranno resi disponibili attraverso apposite convenzioni dal Comune di Torino, dagli enti pubblici indicati nell'art. 5.2 o dagli Enti promotori.

Art. 6 – ORGANI

Sono organi del Comitato:
a) il Consiglio Direttivo;
b) il Presidente;
c) il Direttore;
d) il Forum per lo Sviluppo;
e) il Collegio dei Revisori dei Conti.

Art. 7 –ESERCIZIO

L’esercizio finanziario decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno a cominciare dal 1° gennaio 2002.

Art. 8 – CONSIGLIO DIRETTIVO

Il Consiglio Direttivo è composto da un massimo di 15 membri che durano in carica , salvo revoca o dimissioni, per l’intera durata del Comitato.
Il Comune di Torino nomina 4 membri (tra gli assessori competenti per materia o loro delegati); la Circoscrizione nomina 2 membri (Presidente e un consigliere di circoscrizione); l’Agenzia Territoriale per la casa nomina un membro; l’Associazione Torino Internazionale nomina 3 membri; il Forum per lo sviluppo locale può nominare un suo rappresentante.
Ogni Consigliere può essere revocato e sostituito in qualsiasi momento dall’ente che lo ha nominato.
Le cariche sono gratuite, fatto salvo il rimborso delle spese.

Art. 9 – POTERI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

Il Consiglio Direttivo è investito di tutti i poteri per l’ordinaria e la straordinaria amministrazione del Comitato ed in particolare:

Art. 10 – FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

1- Il Consiglio Direttivo è convocato e presieduto dal Presidente ogniqualvolta questi lo ritenga necessario o ne sia stata fatta richiesta motivata da almeno la metà dei suoi membri e, comunque, almeno due volte l’anno.

2- Per la validità delle deliberazioni del Consiglio occorre la presenza della maggioranza dei membri nominati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

3- In caso di parità di voti prevale il voto del Presidente.

4- Il Consiglio Direttivo delibera a maggioranza dei due terzi dei presenti l’eventuale assunzione, su richiesta dell’Amministrazione Comunale o di altro membro del Comitato, di compiti e finalità ulteriori rispetto a quelli previsti dal progetto "Mirafiori Nord, Oltre la città fabbrica".

5- Il Consiglio delibera con la presenza dei 2/3 dei nominati ed il voto favorevole dei 2/3 dei presenti la proroga o lo scioglimento del Comitato e l'aumento o la riduzione del numero dei consiglieri.

6- Le deliberazioni sono fatte constare dal verbale delle riunioni del Consiglio Direttivo redatto dal Direttore, quale Segretario del Consiglio, che lo sottoscrive unitamente al Presidente.

Art. 11 – PRESIDENTE E VICEPRESIDENTE

Il Presidente ed il vicepresidente sono nominati dal Sindaco della Città di Torino tra i rappresentanti della Città o della Circoscrizione 2. Essi potranno essere revocati dal Sindaco in qualsiasi momento.
Il Presidente rappresenta il Comitato sia nei confronti dei terzi che in giudizio.
Il Presidente è responsabile della messa in atto dei piani di attività deliberati dal Consiglio Direttivo per il raggiungimento delle finalità del Comitato.
Il Presidente, con firma congiunta a quella del Direttore, ha il potere di eseguire tutte le operazioni bancarie del Comitato e sottoscrivere le rendicontazioni periodiche richieste dall’Unione Europea per l’erogazione di finanziamenti e da trasmettere alla Città di Torino per gli adempimenti necessari.
Il Presidente, inoltre, può adottare ogni tipo di provvedimento che giudica urgente, con l’obbligo di riferirne al Consiglio Direttivo nella prima riunione successiva da convocarsi entro 30 giorni dalla data di adozione del provvedimento.
In caso di impedimento, assenza, revoca o dimissioni del Presidente ne fa le veci il Vicepresidente.

Art. 12 – DIRETTORE

Il Direttore viene nominato dal Presidente ed è il responsabile della direzione e della corretta esecuzione delle attività del Comitato.

Il Direttore:

Art. 13 – FORUM PER LO SVILUPPO

Il forum per lo sviluppo è composto da rappresentanti di associazioni, enti, società ed altri organismi del mondo economico, culturale, sociale e del volontariato che siano l’espressione di interessi relativi all’area di Torino – Mirafiori Nord e che richiedano formalmente di essere coinvolti nelle attività del Comitato, secondo i criteri di partecipazione che verranno stabiliti dal Consiglio di Circoscrizione.
Il forum per lo sviluppo viene periodicamente informato sull'attività del Comitato ed esprime proposte e suggerimenti per lo svolgimento delle attività in apposite riunioni, per le quali il Comitato renderà disponibili i locali ed i servizi di segreteria.

Art. 14 – COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre membri effettivi nominati dalla Città di Torino fra gli iscritti nel ruolo dei Revisori dei Conti; i suoi membri durano in carica tre anni e sono rieleggibili.
Il Collegio dei Revisori dei Conti ha il compito di controllare la gestione amministrativa del Comitato, esprimendo, con relazione scritta, i propri pareri sul bilancio consuntivo.
I Revisori dei Conti possono assistere alle riunioni del Consiglio Direttivo.

Art. 15 - POTERI DI INDIRIZZO E CONTROLLO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

In applicazione dell’art. 28 comma 3 dello Statuto della Città di Torino è garantito all’Amministrazione comunale l’accesso ai verbali delle riunioni e agli atti deliberativi del Consiglio Direttivo. All’amministrazione comunale è altresì riconosciuta la facoltà di richiedere periodiche relazioni sullo stato di avanzamento del PIC.
In applicazione dell’art. 42 comma 10 dello Statuto della Città di Torino sarà trasmessa ai capigruppo consiliari copia del rapporto annuale di esecuzione che il Comune di Torino, quale autorità di gestione, è tenuto ad inviare alla Commissione Europea secondo quanto disposto dall’art. 34 del Regolamento CE 1260/99.

Art. 16 - COMITATO DI SORVEGLIANZA

Con il presente articolo si dà atto che in osservanza dell'art.35 del regolamento 1260/99/CE sarà istituito, con delibera della Giunta Comunale di Torino, il Comitato di Sorveglianza, il quale, pur non essendo organo del Comitato, svolgerà importanti funzioni di controllo di quest’ultimo.

Il Comitato di Sorveglianza è composto da:

Nell’ambito delle proprie attività il Comitato di Sorveglianza, attraverso l’analisi e la valutazione delle informazioni relative allo stato di attuazione, verifica l’opportunità di adottare le necessarie azioni (ivi comprese le proposte di revoca del Presidente del Vicepresidente e dei membri del Consiglio Direttivo) definite con l’Autorità di Gestione del programma per assicurare un efficiente, efficace e completo utilizzo delle risorse anche attraverso opportune riprogrammazioni secondo le procedure che saranno definite dal regolamento interno del Comitato di Sorveglianza.

Art. 17 – SCIOGLIMENTO

In ogni caso di scioglimento del Comitato, il patrimonio residuo, dopo la proporzionale restituzione all’Unione Europea ed alla Città di Torino dei contributi versati, è devoluto dal Consiglio Direttivo ad enti che perseguono finalità analoghe nell’ambito territoriale di riferimento del progetto.

Art. 18 – RICONOSCIMENTO

Il Comitato persegue le proprie finalità esclusivamente nell’ambito della Regione Piemonte.
Il Presidente dispone di tutti i poteri necessari per lo svolgimento delle pratiche necessarie al fine di ottenere dall'Ente Regione Piemonte il riconoscimento della personalità giuridica del Comitato.

Art. 19 – DISPOSIZIONI FINALI

Per tutto quanto non previsto nel presente statuto si fa riferimento ai principi generali del diritto ed alle norme di legge in materia.