Consiglio Comunale

2001 00511/02

C I T T A' D I T O R I N O

ORDINE DEL GIORNO

Approvato dal Consiglio Comunale il 13 febbraio 2001

OGGETTO: LA REGIONE TAGLIA 283 MILIARDI ALLE ASL E OSPEDALI DI TORINO.

    “Il Consiglio Comunale di Torino,

VISTE:

-    la Delibera della Giunta Regionale n. 27-1912 del 7 gennaio 2001, nonché le Delibere della Giunta Regionale del 7 gennaio 2001:
    -    n. 28-1913 relativa all'A.S.L. 1 di Torino;
    -    n. 29-1914 relativa all'A.S.L. 2 di Torino;
    -    n. 30-1915 relativa all'A.S.L. 3 di Torino;
    -    n. 31-1916 relativa all'A.S.L. 4 di Torino;
    -    n. 50-1935 relativa all'A.S.O. S. Giovanni Battista di Torino;
    -    n. 51-1936 relativa all'A.S.O. C.T.O - C.R.F. - Maria Adelaide di Torino;
    -    n. 52-1937 relativa all'A.S.O. O.I.R.M. - S. Anna di Torino;
    -    n. 57-1942 relativa all'Ordine Mauriziano - Presidi Umberto I di Torino e Candiolo
    che determinano consistenti tagli per circa 759 miliardi per la Sanità, ed in particolare di 283 miliardi per le A.S.L. e Ospedali di Torino;

CONSIDERATO CHE

-    nonostante le affermazioni del Presidente della Giunta Regionale Enzo Ghigo e dell'Assessore alla Sanità Antonio D'Ambrosio, un così pesante taglio agli stanziamenti per la Sanità provocherà una riduzione quantitativa e qualitativa dell'assistenza sanitaria offerta ai cittadini;

-    vengono imposte solo riduzioni di posti letto ospedalieri, in assenza di proposte di riconversione e/o istituzione o potenziamento di attività sanitarie alternative più economiche, per altro auspicabili;

PRESO ATTO CHE

-    nelle deliberazioni adottate per le A.S.L. od A.S.O. di Torino e sull'analisi delle rispettive attività vengono abitualmente riscontrate carenze relative ai livelli di appropriatezza, o efficacia, o efficienza operativa, o efficienza economica, nonché gravi squilibri dell'assistenza territoriale;

-    la generalizzazione di una gestione insoddisfacente delle Aziende Sanitarie locali od ospedaliere non può derivare esclusivamente dall'incapacità gestionale di tutti i Direttori Generali, nominati per altro dalla Giunta Regionale in base a un più volte proclamato rapporto "fiduciario" dell'Assessore alla Sanità;

RILEVATO CHE

-    il riconoscimento degli incentivi ai Direttori Generali, anche se non hanno raggiunto gli obiettivi loro assegnati, è riconoscimento implicito che il deficit è imputabile prevalentemente all'incapacità di programmazione della Sanità piemontese, nonché all'assoluta carenza dei dovuti controlli da parte del Governo Regionale, che per altro ha negato ripetutamente l'esistenza di un deficit, non mettendo quindi in atto tempestivamente i correttivi necessari;

-    la grave carenza della programmazione viene confermata dalla disomogeneità delle quote capitarie assegnate alle varie A.S.L., che ha prodotto ingiustificate discriminazioni;

-    nelle deliberazioni suddette non emerge alcun valido intervento di riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi sanitari, ma tagli indiscriminati e penalizzanti, che condurranno fatalmente a riduzioni di attività e servizi, se non, in alcuni casi, alla loro chiusura, e non si evincono indicazioni per la riduzione di spese superflue, che pur esistono (vedi ridondanti uffici stampa e rappresentanza e consulenze varie e costose, non indispensabili);

-    la riduzione così drastica di risorse economiche destinate alla Sanità può influire negativamente anche sull'applicazione della Legge quadro sull'Assistenza e del successivo Decreto Interministeriale attuativo dell'integrazione socio-sanitaria, impedendo, di fatto, l'assunzione piena delle competenze reciproche di Sanità ed Enti Locali, perpetuando una strisciante conflittualità;

IMPEGNA IL SINDACO

ad intervenire presso il Direttore Generale e l'Assessore Regionale alla Sanità per chiedere il ritiro dei suddetti provvedimenti indiscriminati, superficiali, indirizzati solo a “far cassa”;

RIVENDICA

il diritto del Comune di Torino ad esprimere, secondo le norme e con i mezzi previsti dalla Legge 229/2000, il proprio parere in ambito programmatico, e diffida dall'operare riduzioni o chiusura di servizi o strutture in assenza di questo, e contro la volontà dei cittadini;

INVITA LA REGIONE

ad operare, per ridurre il deficit, in modo congruo, eliminando le spese superflue, alcune prima richiamate, evitando provvedimenti, quali blocco del turn-over, riduzione di personale, riduzione di orario di apertura o peggio chiusura di servizi, in una parola tutto quanto può incidere negativamente sui livelli assistenziali erogati.”