Consiglio Comunale

2000 00940/02

C I T T A' D I T O R I N O

MOZIONE N. 12

Approvata dal Consiglio Comunale il 7 febbraio 2000 (h. 16,00)

OGGETTO:    PIANO STRATEGICO PER LA PROMOZIONE INTERNAZIONALE DELLE CITTÀ.

“IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTO

il "Piano Strategico per la promozione della Città" ed in particolare la "linea strategica n. 4- Promuovere imprenditorialità e occupazione" che si pone i seguenti obiettivi:
1.            Sviluppare il potenziale innovativo dell'apparato produttivo;
2.            Creare condizioni favorevoli allo sviluppo di nuova imprenditorialità;
3.            Promuovere lo sviluppo locale e le politiche attive per il lavoro.

RICORDATO CHE:

il 22 giugno 1998 il Consiglio Comunale approvava la mozione n. 28, presentata dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista "Rilancio delle capacità produttive della Città" con il seguente dispositivo di impegno:

IMPEGNA LA GIUNTA

-    ad attivarsi, anche coinvolgendo tutti i responsabili delle politiche economiche su scala locale (l'intera area della conurbazione torinese), affinché (ridimensionato il ruolo delle concessioni "dall'alto", la logica dei "risanamenti - o dei risarcimenti - romani", la pratica, sia pur necessaria, delle richieste al governo centrale di concessioni spesso dotate di un contenuto più simbolico che reale) favoriscano, ognuno nell'ambito delle proprie competenze, un rilancio della città a partire dall'opzione, forte e preliminare ad ogni altra considerazione, che "Torino può contare sulle proprie forze", che possiede esperienza, saperi, forze lavoro, in sostanza una "vocazione" che è in primo luogo industriale, che la colloca in una posizione privilegiata per poter competere nell'area internazionale al fine di attirare sul proprio territorio investimenti, attività produttive, imprese (in modo particolare automobilistiche) tali da compensare l'emorragia in corso e da invertire, per lo meno parzialmente, l'attuale tendenza alla deindustrializzazione;
-    a proporsi l'obiettivo che Torino, da one company town, da città fabbrica a monocultura Fiat, si trasformi in moderna metropoli capace di ospitare anche un vero e proprio "distretto industriale dell'auto": un territorio capace di catalizzare le attività produttive (oltre che di ricerca e di sviluppo e di progettazione) di una molteplicità di soggetti industriali automobilistici di rilievo mondiale;
-    ad assumere perciò la concorde decisione di "uscire in mare aperto" e fare finalmente una vera "politica estera" dinamica e spregiudicata, capace di "non guardare in faccia nessuno", di muoversi senza timori reverenziali nei confronti dei tradizionali "poteri forti" sul piano cittadino, nella consapevolezza che il pluralismo produttivo, la molteplicità dei committenti, la diversificazione dei soggetti industriali e finanziari è la condizione per un assetto produttivo urbano capace di reggere alle sfide della "competitività globale";
-    a porre in essere tutte le iniziative atte a favorire la localizzazione a Torino di stabilimenti di altre case automobilistiche, attivandosi a tutti i livelli e facendosi promotrice, a questo fine, di un fattivo coordinamento fra tutte le rappresentanze sociali e le Amministrazioni locali interessate;
-    ad organizzare entro l'anno 1998 una Conferenza Intercomunale per lo Sviluppo e l'Occupazione che favorisca il coordinamento tra le Amministrazioni locali, per l'elaborazione di una strategia congiunta nell'intera area metropolitana torinese. Tale conferenza "TORINO, DISTRETTO INTERNAZIONALE DELL'AUTO", dovrà caratterizzarsi per la partecipazione di dirigenti di case automobilistiche estere e come appuntamento ideale per rendere nota la disponibilità della città ad accogliere sul proprio territorio o su quello dell'area metropolitana nuovi insediamenti produttivi.
Ciò non significa rimanere chiusi nella consolidata monocultura dell'auto ma aprire Torino alla molteplicità delle attività di produzione e di servizio, oltre i miti e le cattedrali "dell'era fordista" senza tuttavia rinunciare alla propria vocazione originaria che va invece usata come "volano" per attraversare la transizione verso un nuovo modello di città senza subire il costo di una devastante crisi di occupazione e di aggregazione sociale. Accanto al potenziamento di Torino come città capace di ospitare e di integrare nella propria conurbazione un "distretto industriale dell'auto" di portata "globale", si tratta infatti di attivare le necessarie misure per permettere l'insediamento , nei vuoti purtroppo crescenti delle "aree industriali dismesse", di quei reticoli di piccole e medie imprese che tutta la pubblicistica scientifica in argomento indica come tendenza prevalente nel nuovo modello produttivo, e che si rivelano assai più compatibili con gli assetti urbani delle precedenti concentrazioni di tipo fordista.

CONSIDERATO:

-    che a tutt'oggi buona parte di quegli impegni risultano non assolti;
-    la tendenza della Fiat a decentrare le produzioni inserendo tale strategia nel contesto della globalizzazione dei mercati, che penalizza inesorabilmente la realtà torinese e non solo;

APPRESO INOLTRE CHE:

-    la Direzione della Fiat ha comunicato alle Organizzazioni Sindacali la messa in cassa integrazione alle Meccaniche di Mirafiori di 1400 lavoratori per l'ultima settimana di febbraio e di altri 1000 per la prima di marzo;
-    questa stessa Direzione prospetta un esubero di circa 700 lavoratori in relazione alla contrazione della produzione di motori;
-    preoccupante è il segnale di progressivo disimpegno nei confronti della città che l'ha vista crescere ed affermarsi come uno dei principale produttori d'auto a livello internazionale;

IMPEGNA

Il Sindaco e la Giunta
affinché il disposto prima richiamato della mozione n. 28 sia allegato alla "linea strategica n. 4".”