Consiglio Comunale                                                                                                                                       99 11594/02

C I T T A' D I T O R I N O

ORDINE DEL GIORNO

Approvato dal Consiglio Comunale il 19 giugno 2000

OGGETTO: EUTANASIA PASSIVA - EUTANASIA ATTIVA - ASSISTENZA AL SUICIDIO ED UMANIZZAZIONE DELLA MORTE.

    “Il Consiglio Comunale di Torino,

                                                                                        PREMESSO

-    che il diritto alla morte costituisce uno dei temi che stanno suscitando un ampio dibattito in tutto il mondo, sia negli ambienti religiosi che laici, strettamente collegato con l'esigenza culturale e morale di assicurare maggiore dignità e autonomia alla vita di ognuno lungo tutto il decorso dell'esistenza e quindi anche alla sua fase conclusiva;
-    che morire con dignità è un preciso diritto;
-    che l'angoscia, il dolore, la sofferenza, la solitudine non vanno imposti a nessuno con nessuna motivazione;
-    che spesso la richiesta di “rispettare” la dignità del morente viene fatta dai famigliari o dalle persone vicine, mentre un ruolo determinante deve essere riconosciuto alla volontà ed all'autonomia della persona, alla sua libertà di decisione quando ne sia o ne sia stato in grado;
-    che il Codice di Deontologia Medica affronta in modo ambiguo il rapporto con la morte ed il cittadino morente, prescrivendo solo l'astensione “dall'ostinazione” terapeutica e limitando la sua opera a “risparmiare inutili sofferenze” a tutela, per quanto possibile, della “qualità della vita” evitando di affrontare le problematiche legate al diritto alla decisione del paziente, per le cui problematiche non si è mai proceduto ad una discussione e ad una consultazione dei medici;
-    che le terapie palliative sistematiche, tuttora poco accettate e diffuse, rappresenterebbero un concreto passo avanti nei confronti di malati coscienti ma si scontrano con un pregiudizio legislativo nei confronti delle sostanze stupefacenti che contribuisce a limitarne l'uso farmacologico;
-    che la logica dell'hospice trova scarso sostegno nel mondo sanitario e religioso, mentre viene proposta e praticata perlopiù quella della “morte ospedaliera” legata alla logica del “sostegno vitale”;
-    che l'assistenza domiciliare e familiare del morente o della persona molto sofferente è praticamente non presa in considerazione;
-    che l'eutanasia passiva, sospendendo la terapia indirizzata al controllo della malattia, rischia di provocare inutili sofferenze se non accompagnata alla somministrazione di farmaci, adeguati per dose e qualità, che possono implicare l'accelerazione della morte;
-    che in Italia non esistono norme che prevedono il diritto all'autodeterminazione del paziente;
-    che nei paesi dove il suicidio assistito è ammesso, come in Svizzera, in Olanda o in Australia, la maggior parte dei cittadini è favorevole;
-    che è necessario affrontare le problematiche relative all'eutanasia attiva ed all'assistenza al suicidio per i casi che possono essere oggetto di richiesta del paziente, attraverso la formulazione di regole giuridiche certe a tutela delle esigenze e delle responsabilità del medico;

                                                                  RITENENDO INACCETTABILE

che si continui ad eludere una specifica ed aperta discussione sulla dignità di morire e sulla eventuale giustificabilità del ricorso all'eutanasia in caso di esplicita e reiterata richiesta del paziente;

RITIENE

1)    che si debba escludere dal concetto di omicidio la possibilità del suicidio assistito e dell'eutanasia attiva, così come l'art. 5 del Codice civile che escludeva ogni diritto all'automutilazione è stato parzialmente superato dalla legittimazione del trapianto da vivente, dalle pratiche di sterilizzazione volontaria e dalle disposizioni del proprio corpo per mutilazioni minori di tipo estetico;
2)    che il Governo, il Parlamento, le Regioni dovrebbero intervenire con atti legislativi adeguati a favorire nell'ambito del principio di autodeterminazione la previsione di tutti gli strumenti necessari per tutelare sempre la dignità del paziente ed in particolare del morente, con il rispetto della sua volontà e nello spirito di un atteggiamento di fronte alla morte che preveda nuove responsabilità della società e della medicina.”