OGGETTO:
AZIONI POSITIVE UTILI A PREVENIRE LA MUTILAZIONE DEGLI ORGANI
GENITALI.
Il Consiglio Comunale
- che secondo tutti gli esperti nel campo dell'antropologia sociale e dei rapporti interculturali,
la via migliore per l'abolizione di talune pratiche tradizionali di mutilazione sessuale non
passa attraverso la repressione, e che dunque occorre individuare strumenti più idonei e più
articolati;
- che in molti paesi in cui tale pratica era diffusa vi è ormai una notevole presa di coscienza
da parte della società civile e in special modo delle organizzazioni femminili, che la
contrastano decisamente e che le legislazioni della maggior parte dei rispettivi Stati vietano
gli interventi di mutilazione genitale femminile;
- la presenza a Torino di diverse comunità di immigrati che sono portatrici di culture,
religioni e costumi differenti da quelli italiani ed importanti per la preservazione delle
rispettive identità;
- che alcune pratiche di mutilazione fisica non sono compatibili con la cultura e con la
vigente legislazione italiana;
- che la Convenzione dell'ONU sui diritti del fanciullo di New York, ratificata con Legge
Italiana il 2 novembre 1989, protegge anzitutto i diritti della bambina all'uguaglianza di
genere (articolo 2) e stabilisce che gli Stati parti adottano ogni misura efficace atta ad
abolire le pratiche tradizionali pregiudizievoli per la salute dei minori (articolo 24.3);
il Sindaco e la Giunta ad intervenire, in accordo con le Aziende sanitarie locali, le Aziende
ospedaliere, gli Ordini ed i Collegi delle professioni sanitarie, il Provveditorato agli studi, per:
- promuovere iniziative idonee a favorire una maggiore informazione e qualificazione degli
operatori sul tema, in collaborazione con le mediatrici culturali;
- avvalersi, ove utile e possibile, della collaborazione di personale culturalmente omogeneo,
per dare sicurezza e non urtare la sensibilità e l'autostima delle utenti;
- favorire, anche nell'ottica di una politica attiva di inserimento al lavoro, l'assunzione e la
formazione di mediatrici culturali originarie dei paesi dove si praticano mutilazioni genitali;
- favorire la pubblicazione di materiale divulgativo nel rispetto delle differenze culturali;
- stabilire intese con i Centri di Educazione Territoriale, prevedendo una presenza
significativa in tali Centri delle mediatrici culturali.