Con sorpresa delle reazioni del Sindaco rispetto all’emendamento in Finanziaria che integra la cosiddetta "cabina di regìa" delle Olimpiadi con due rappresentanti del Governo espressi dal Ministero dell’Economia e dal Ministero delle Infrastrutture;

Che l’intenzione del governo in questo senso era stata annunciata già a seguito del primo stanziamento integrativo sulla Legge 285 per le opere pubbliche;

Che la composizione dell’organo di indirizzo, noto appunto come "cabina di regìa", semplicemente riflette gli equilibri dell’impegno finanziario assicurato dalle Istituzioni coinvolte;

Che il ruolo della Città di Torino, come firmataria dell’ Host city contract, non è stato esercitato efficacemente dall’Amministrazione, che appare più impegnata in ricorrenti polemiche con gli atri soggetti istituzionali;

Che la partecipazione della Città sia all’organizzazione dell’evento, sia alla fase istruttoria correlata agli appalti per le opere pubbliche in città, si è contraddistinta per una evidente debolezza direttamente proporzionale alla propria rissosità, con riferimento:

• Alle polemiche lanciate dall’Assessore Tessore verso Agenzia 2006 e al rifiuto di inviare tecnici comunali alle commissioni di gara;
• Alle polemiche sollevate dall’Assessore Tessore, verso Toroc, in ordine alla necessità di favorire il sistema impresa locale, accompagnate da sottolineature dentro e fuori la Sala Rossa ad opera del primo gruppo di maggioranza, che sfociarono nel cosiddetto "patto dell’aperitivo" il cui preciso contenuto, dopo una interrogazione e le comunicazioni del Sindaco in aula, continuano a sfuggire;
• Alle polemiche intorno alla copertura dei debiti del Toroc, originate da un rapporto dello studio Brosio (di fatto secretato dalla Giunta per diversi mesi) e culminate in ennesimo intervento dell’Assessore Tessore verso Toroc e Castellani, attraverso una lettera in cui l’Assessore, con sorprendente disinvoltura, evoca concetti di trasparenza, onestà e pulizia, contrapponendosi al Toroc e al suo presidente che vengono rappresentati come i campioni del campo opposto;