C I T T À D I T O R I N O
INTERPELLANZA: "17° EDIZIONE DELLA FIERA DEL LIBRO, QUEST'ANNO DEDICATA ALLO HUMOR" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE COMUNALE AIROLA IN DATA 14 MAGGIO 2004 .
Il sottoscritto Consigliere Comunale,
PRESO ATTO
- della trionfale conclusione della Fiera del Libro, con l’affluenza di 220.698 visitatori;
- della crescente dimensione internazionale, 1.494 ospiti, 2.200 espositori;
- della compiaciuta soddisfazione irradiata dai volti sorridenti delle massime autorità nazionali, regionali, provinciali, comunali premiate con la ricetta, non solo culinaria, "leggi che ti passa";
- dei prestigiosi bilanci presentati, con orgoglio, dallo staff dirigenziale e organizzativo al completo;
- dell’apparente affermazione dell’evento espositivo, sicuro segnale e auspicato modello di ripresa per la Torino post-industriale e pre-islamica;
PRESO ATTO
delle autorevoli dichiarazioni rilasciate alla stampa in merito alla straordinaria esposizione libraria lingottiana:
- "La cultura può fare molto per la convivenza" – secondo le convinzioni del Presidente del Senato- "per la comprensione fra Oriente e Occidente";
- "questo è il terreno ideale per creare intorno al libro occasioni di incontro e socialità", secondo il commento del nostro Sindaco;
- "volano di sviluppo" secondo il parere del raggiante direttore editoriale di Librolandia;
AGGHIACCIATO
al contrario, per l’intollerabile allestimento del Padiglione 1, gabbiotto A33, testi e video terroristici, minacciosi e blasfemi sciorinati in bella vista per tutta la durata della Fiera, ufficialmente registrati nel contesto espositivo, certamente sbocciato durante il sonno della ragione degli organizzatori, freudianamente sfuggito al pudore dei più autorevoli e onnivori visitatori e, ovviamente, dei vertici politici, troppo alati sulle miserie terrene, mai responsabili diretti, anche se alcuni di questi vertici, a porte ormai chiuse e a luci spente, hanno cercato di allestire una difesa d’ufficio:
- "la nostra fiera vive sul pluralismo e sull’incontro di culture differenti", "non potevamo assolutamente censurare alcuna casa editrice";
- "nessuno può controllare quali testi vengono esposti e proposti nei vari stand" secondo la stupefacente dichiarazione assolutoria del Segretario generale della Fondazione per il libro;
- "ogni espositore è responsabile di quello che mostra al pubblico", secondo il rilancio della Presidente della Provincia;
- "mi sento dispiaciuto a nome della Regione" secondo la contrita confessione dell’Assessore regionale alla Cultura;
VALUTATE
- l’estrema gravità di una così imperdonabile smagliatura nella sensibilità, responsabilità, senso di rispetto evidenziata dalla folta compagine dirigenziale ed organizzativa della Fiera, evidentemente avulsa da quanto accade nel mondo, Torino per prima;
- l’offesa portata ufficialmente, in ambito nazionale e internazionale, contro il Popolo Ebraico e contro i nostri Caduti, contro la nostra Religione, contro le nostre Leggi con un permissivismo che nulla ha a che fare con la liberalità, la democrazia, la tolleranza, il confronto e il dialogo, tanto meno con "la comprensione fra i popoli" e con "l’invito alla socialità".
INTERPELLA
Il Sindaco e l’Assessore competente:
- al fine di sapere in quale sede congiunta sia possibile porgere, sia pure con tardivo atto di ravvedimento, le dovute scuse ufficiali delle Istituzioni regionale, provinciale e comunale, sponsorizzanti la Fiera, a quanti, vittime del fondamentalismo, del terrorismo, di azioni esecrabili ripetute e minacciate, feriti in quanto di più sacro contraddistingue una civiltà da una irrimediabile barbarie, hanno visto ora apertamente ospitati, diffusi, propagandati, per incredibile "distrazione", nella testè conclusa vergognosa, istituzionale fiera libraria torinese, ad ulteriore affronto della loro dignità, l’odio razziale, le dichiarazioni blasfeme, l’incitanto allo sterminio, alla lotta di religione, all’eliminazione fisica degli Ebrei e dei Cristiani;
- al fine di ottenere dai responsabili di quanto accaduto, facilmente individuabili, come minimo, le doverose dimissioni e l’esclusione da futuri incarichi di immagine pubblica e di rappresentanza torinese;
- al fine di ottenere adeguate garanzie, se ancora in tempo, perché la coscienza civile della nostra Città non abbia a subire ulteriori umiliazioni per una perversa e suicida tolleranza "culturale", se di sola tolleranza si tratta.
F.to: Giovanni Airola